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Superbonus, non è stato
solo uno spreco

Superbonus, non è stato <br>solo uno spreco

di Paolo Pagliaro

Da 16 anni lo Stato stanzia incentivi per orientare e diminuire i consumi di energia. Lo ha fatto con tutti i governi e in maniera particolarmente generosa con il Superbonus varato dal governo Conte 2, prorogato dal governo Draghi e apprezzato fino a ieri da tutti i partiti, compresi quelli che adesso ne parlano come di una sciagura. Purtroppo manca una stima attendibile del rapporto costi/benefici, impossibile in assenza di informazioni sui benefici. Una lacuna che ora sta colmando la commissione ambiente della Camera, che ha già sentito una trentina tra i massimi esperti di questioni energetiche. Lì, nei resoconti delle audizioni, qualche risposta si trova.

Sostiene ad esempio Nomisma che l’incentivo ha già permesso di riqualificare il 4% del parco immobiliare, consentendo alle famiglie di risparmiare sulle bollette 30 miliardi. Secondo l’Enea, gli edifici sottoposti a riqualificazione sono stati già 425 mila. I principali interventi hanno riguardato l’isolamento termico, i pannelli solari, gli impianti di climatizzazione. Ma ci sono anche 317 mila colonnine di ricarica elettrica per automobili.. L’Ispra ha calcolato che il superbonus ha portato a una riduzione di gas serra paria a 2 milioni di tonnellate di Co2, secondo Assoclima negli edifici riqualificati le emissioni sono di cinque volte inferiori rispetto al passato. Censis e Cresme si attendono nell’arco di 4 anni un risparmio di 3 milioni e 700 mila tonnellate di petrolio equivalente. Sempre il Cresme ci dà poi un’informazione che in realtà c’entra poco con il clima: fatti 100 i miliardi per il superbonus, 25 hanno ricompensato banche, società di consulenza e piattaforme nate ad hoc; 34 se ne sono andati tra Iva e oneri sociali, e solo i restanti 41 sono stati impiegati per interventi edilizi. E qui – più che nelle truffe che pure ci sono state - forse si annida la vera inefficienza.

(© 9Colonne - citare la fonte)