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Migranti, non è vero
che l’Europa sta a guardare

Migranti, non è vero  <br>che l’Europa sta a guardare

di Paolo Pagliaro

Di fronte alle immagini drammatiche che arrivano da Lampedusa dice Matteo Salvini che l’Italia è l’unico Paese in Europa con «un’immigrazione di queste dimensioni». Anche Giorgia Meloni ama ripetere che l’Italia viene lasciata sola a fronteggiare l’emergenza sbarchi. Questo non ci aiuta nei rapporti con gli altri Paesi che non sono affatto disposti a riconoscerci lo status di principali vittime della pressione migratoria. E i dati di fatto, per la verità, danno ragione a loro. In Germania, ad esempio, il numero dei richiedenti asilo è stato quest’anno quasi il doppio che in Italia. Secondo statistiche aggiornate al 7 settembre, nel 2023 l’ufficio federale per l’emigrazione ha già ricevuto 220.116 richieste d’asilo, contro i 115 mila sbarchi registrati in Italia. Non è neppure vero che la Germania si scelga i rifugiati mentre noi subiamo i flussi decisi da altri. Ai tempi di Angela Merkel il contingente più importante di rifugiati era composto da siriani, che adesso però in Germania sono meno di un terzo dei richiedenti asilo: la maggioranza è composta da afghani, turchi, iracheni, iraniani, somali, eritrei, georgiani. Per non parlare del milione di ucraini che in Germania hanno trovato riparo.

Anche Spagna e Francia hanno subito una pressione superiore a quella dell’Italia. In rapporto alla popolazione hanno accolto più richiedenti asilo di noi anche Cipro, Austria, Estonia, Lussemburgo, Slovenia, Grecia, Belgio , Paesi Bassi, Bulgaria e Irlanda.
Non ha dunque molto senso e non aiuta accusare gli altri di egoismo. Forse ci sarebbe invece qualcosa da imparare. In Germania, ad esempio, per decidere se accogliere o respingere una richiesta d’asilo ci vogliono in media 4 mesi, in Italia ci vuole anche un anno, e talvolta due, per il primo appuntamento .

(© 9Colonne - citare la fonte)