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Ecuador: il terrore degli italiani, le Istituzioni invitano alla “massima prudenza”

Ecuador: il terrore degli italiani, le Istituzioni invitano alla “massima prudenza”

L'Ecuador sta vivendo giorni difficili dopo la crisi scaturita dagli attacchi perpetrati da gruppi narcos in diversi punti del paese lo scorso martedì. Autobombe, poliziotti presi in ostaggio e gli studi televisivi di TC Canal 10 di Guayaquil presi d'assalto addirittura in diretta, sono stati i fatti più eclatanti che hanno fatto precipitare la situazione. Il governo del presidente Daniel Noboa ha dichiarato lo Stato di Conflitto Armato Interno, indicando i gruppi narcos come “attori non statali belligeranti”. Il decreto stabilisce un coprifuoco obbligatorio dalle 23 alle 5 di mattina, e prevede il dispiegamento delle forze armate su tutto il territorio nazionale. L'Ambasciata d'Italia a Quito invita gli italiani residenti a mantenere “massima prudenza” di fronte allo scenario attuale. “La crisi viene gestita soprattutto dall'Ambasciata, che si informa e informa i nostri concittadini intorno alle situazioni d'emergenza - spiega a 9Colonne Salvatore Foti, presidente del Comitato degli Italiani All'estero dell'Ecuador (Com.It.Es.) -. Ovviamente il supporto del Com.It.Es. è prezioso, perché è l'ente più fidato sul territorio dagli italiani che vi risiedono. Anche gli enti consolari contribuiscono attraverso una rete capillare che permette l'arrivo di informazione veritiera”. La crisi dovuta alla violenza narcos in Ecuador è ormai di lunga data. Dal 2021 esistono seri problemi nel sistema carcerario, da dove i boss continuano a dirigere l'azione delle gang che trafficano ingenti carichi di cocaina dai porti dell'Ecuador verso gli Usa e l'Europa.
Secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, il paese è arrivato ad occupare il terzo posto a livello mondiale per quantità di cocaina esportata. “Questa situazione coinvolge e nuoce tutti più o meno allo stesso modo, italiani ed ecuadoriani oggi hanno paura di rimanere nel paese e molti sono già andati via”, sostiene Foti. “Molti ecuadoriani sono già emigrati anche illegalmente. La gente fugge. Chi rimane lo fa perché non ha alternative, o perché in Ecuador ormai ha tutta la sua vita. Molti italiani risiedono qui da più di 20 o 30 anni. Le associazioni italiane oggi affrontano una grave crisi, anche economica, perché le vendite diminuiscono e la gente preferisce non uscire di casa, e questo alla lunga strangola l'economia del paese”. L’Ambasciata d’Italia a Quito, pur rimanendo chiusa al pubblico come tutti gli edifici pubblici della capitale dallo scorso 8 gennaio, è raggiungibile per emergenze al numero +593999780861. Foti sottolinea alcune precauzioni dirette specialmente ai connazionali residenti o presenti in questo momento su territorio ecuadoriano. “Innanzitutto, che si faccia caso solamente a notizie certe e verificabili, provenienti da fonti istituzionali o affidabili. Le fake news sono davvero un grande problema. E poi uscire il meno possibile ed evitare posti troppo affollati, rispettando sempre e comunque il coprifuoco”. (fel – 12 gen)

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