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Droga, criminalità, riciclaggio
c’è del marcio in Portogallo

Droga, criminalità, riciclaggio <br> c’è del marcio in Portogallo

di Piero Innocenti

In concomitanza con l’intensificarsi dei controlli della polizia doganiera e della Guardia Civil in Spagna, il Portogallo si è andato trasformando negli anni in un ponte di transito alternativo per la cocaina proveniente dal Sud America e America Centrale, dall’Africa (Guinea Bissau, Sao Tomè e Principe, Senegal) mentre è rimasto invariato il canale di approvvigionamento dell’hashish proveniente dal Marocco, dell’eroina dall’Olanda e dell’ecstasy dalla Moldavia.
Il consumo della droga nelle città e nelle zone rurali portoghesi ha avuto inizio negli anni Settanta ma si trattava della marijuana che i soldati, reduci dalle spedizioni in Angola e Mozambico, avevano imparato a usare nelle colonie africane. Oggi i dati relativi ai sequestri di stupefacenti indicano un traffico piuttosto intenso: nel 2022 sono state intercettate oltre 16 tonnellate di cocaina, più di 23 di hashish, diversi quintali di eroina e circa 62mila pasticche di ecstasy. Va anche detto che nel Paese ci sono numerose piantagioni di cannabis, alcune anche (“indoor”) di notevoli dimensioni come ha segnalato l’ufficiale italiano di collegamento distaccato a Lisbona che ha anche sottolineato come parte del prodotto sia destinato “..all’esportazione verso i paesi europei,con il coinvolgimento sistematico di organizzazioni criminali guidate da persone di origine asiatica”.
Sono presenti anche esponenti della criminalità dell’Europa dell’est, brasiliane (Primeiro Comando da Capital), africane e italiane in particolare della camorra (Alleanza di Secondigliano, nella città di Porto, clan Panizzi a Coimbra e clan Giovine a Cascais). Non poteva mancare la mafia calabrese presente a Setubal con la ‘ndrina De Stefano, a Faro con i Di Giovane e nella regione dell’Algarve con i Pelle Vottari. Anche nei giorni scorsi, con la chiusura delle indagini preliminari delle DDA di Reggio Calabria, Milano e Genova e grazie alla collaborazione con le polizia di Germania, Belgio e Portogallo, sono state rinviate a giudizio 119 persone (operazione Eureka) accusate di traffico di cocaina, di armi e riciclaggio, colpendo, in particolare, le cosche Nirta-Strangio di San Luca e Morabito di Africo.
La criminalità del narcotraffico sfrutta anche, quale punto di scalo o di sosta delle imbarcazioni provenienti dal Sud America, l’arcipelago delle Azzorre, nell’oceano Atlantico, regione autonoma portoghese distante circa 1800 chilometri dal Portogallo e quello di Madeira, in particolare per il traffico proveniente dall’Africa occidentale. Nei porti di Setubal, Aveiro, Mathosinos, di Leixoes ( lo scalo marittimo di Porto) e di Sines, all’interno di container, sono stati rinvenuti i più rilevanti quantitativi di cocaina. Desta non poca preoccupazione il consumo di ansiolitici, sedativi e antidepressivi (nei primi sei mesi del 2022 ne sono state acquistate circa 11 milioni di confezioni), mentre negli ultimi dieci anni il consumo di medicinali prescrivibili, contenenti principi attivi dell’oppio, è raddoppiato. Un altro grosso problema riguarda il ruolo del paese in tema di riciclaggio di denaro sporco. Anche se il Parlamento ha varato ben 30 anni fa (gennaio 1993) una legge antiriciclaggio e ha ratificato, pochi mesi dopo, l’adesione ad un protocollo comune europeo per un regolamento in materia, il processo di riprivatizzazione di gran parte del sistema bancario, che era stato nazionalizzato con la rivoluzione del 1974, e l’arrivo di numerose compagnie straniere hanno costituito un terreno ideale per l’investimento, il deposito o il cambio di denaro sporco mediante acquisti patrimoniali, investimenti nel settore alberghiero, sale da gioco, lotterie, gioielli e oggetti preziosi. Ed anche in questi settori le mafie italiane si danno un gran daffare.

(© 9Colonne - citare la fonte)