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direttore Paolo Pagliaro

Trenta all’ora
così fan tutte

di Paolo Pagliaro

Il limite di velocità a 30 all’ora non è un’iniziativa repressiva e di stampo sovietico del comune di Bologna, ma è un accorgimento che molte città europee hanno da tempo adottato. E’ un provvedimento che riduce gli incidenti, rende i trasporti più sicuri e induce le persone a utilizzare i mezzi pubblici e la bicicletta, migliorando così la qualità dell'aria e riducendo l'inquinamento acustico. Da un’inchiesta  del network euroepo per il data journalism risulta che nessuno di questi comuni a velocità ridotta si è mai pentito. Non si sono pentite Parigi, Lille, Lione, Grenoble, Madrid, Valencia, Bilbao.

Non si è pentita l’austriaca Graz, prima città a introdurre il limite dei 30 all’ora, 34 anni fa.  Ad Helsinki ci si è arrivati per gradi: inizialmente – nel 2004 - solo  in centro e in alcune zone residenziali, poi – nel 2019 – in tutte le strade. Un sondaggio ha accertato che il 77% degli abitanti ora dice di sentirsi più sicuro. A Bruxelles il limite di velocità di 30 km/h è molto recente, ha solo tre anni. Sono state  esentate solo le strade più trafficate,  a scorrimento veloce e con più corsie. A Zurigo nel novembre 2021 i cittadini hanno approvato con un referendum il piano riguardante i limiti di velocità. Il Comune li ha ripagati investendo  20 milioni di franchi per aumentare la frequenza dei trasporti pubblici. In Scozia il limite di velocità di 20 miglia è stato introdotto in 97 città e villaggi. In Germania le battistrada sono state Aachen, Friburgo, Hannover, Lipsia, Münster e Ulm. Ora si sono aggiunti molti quartieri di Berlino. Ma la  Germania ha un paio di cose in comune con l’Italia: una forte industria dell’auto e l’avversione  del ministero dei trasporti a regole troppo restrittive.   

 

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