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TAJANI: TRA MELONI
E SCHLEIN SPAZIO PER FI

TAJANI: TRA MELONI <br> E SCHLEIN SPAZIO PER FI

Tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein “c’è molto spazio libero, e noi dobbiamo essere bravi a occuparlo”. A partire, possibilmente, da quelle europee di inizio giugno in cui Forza Italia punta a tornare in doppia cifra alle urne, e a “essere protagonisti nel Partito Popolare Europeo: noi siamo i difensori dell’Occidente, la prima civiltà che mette al centro la persona. E la nostra idea di democrazia liberale si basa proprio su questo, la persona al centro con i suoi diritti, il primo dei quali si chiama libertà: non esistono altre forze politiche in Italia come noi”. È il primo giorno del primo congresso che Forza Italia celebra dalla scomparsa del suo fondatore, quel Silvio Berlusconi che però è presente nelle foto, nei video, nelle parole di tutti al Palazzo dei Congressi. E anche nel discorso omnicomprensivo di Antonio Tajani, che domani con ogni probabilità verrà riconfermato segretario. “Non è facile parlare – esordisce il vicepremier - mi sento come un giocatore della squadra di Maradona alla vigilia di una finale di Champions, solo che Maradona non c’è più. E allora l’unica cosa che puoi fare è chiedere aiuto a tutta la squadra. La squadra siete voi, e Maradona è Silvio Berlusconi”.
L’intervento di Tajani, il clou della giornata, avviene dopo il video messaggio di Giorgia Meloni, che ricorda che “il centrodestra unito non è un incidente della storia”, ma un progetto che nasce da Berlusconi nel 1994, quello di Ursula von der Leyen, e la presenza di persona di Manfred Weber, leader del Ppe, a Roma per dare un ulteriore slancio europeista a questo congresso. Tajani parla di tutto: della necessità di avere una politica industriale che non rinunci all’acciaio (il riferimento è all’ex Ilva), di una lotta al cambiamento climatico “che non deve essere ideologica perché non abbiamo bisogno di altre religioni”, di salari “che devono essere ricchi, non minimi”, e ancora di carceri e giustizia, e di sicurezza sul lavoro. Rimarcando poi, da ministro degli Esteri qual è, che “come la Russia non è Putin, e Putin non è la Russia, così Hamas non è la Palestina non è Hamas: non accetteremo mai una soluzione che preveda la cancellazione di Israele dalla carta geografica, ma combatteremo anche perché il popolo palestinese possa avere esaudito il suo sogno di avere uno Stato che non sia succube di Hamas”. Dopo Tajani, sfilano i candidati alla vicesegreteria: il governatore della Calabria Roberto Occhiuto, quello del Piemonte Alberto Cirio, i deputati Deborah Bergamini e Stefano Benigni. Domattina il congresso sceglierà tra di loro, poi nel pomeriggio toccherà al segretario, e Tajani, unico candidato, otterrà un nuovo mandato. Con vista Europa.


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