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Ucraina, "20 days in Mariupol" proiettato alla Camera. Sindaco: impossibile perdonare

Roma, 27 feb - "A inizio gennaio abbiamo visto fiorire in varie città italiane delle iniziative frutto di ambienti che diffondono in Italia elementi di disinformazione russa. In particolare questa iniziativa ci è stata stimolata dalla vicenda di Modena, dove una sede pubblica del Comune ospitava una iniziativa a nostro giudizio estremamente grave, che raccontava della ricostruzione della città di Mariupol, come se la città dovesse ringraziare la Russia per essere stata ricostruita dopo chissà quale cataclisma. Iniziativa che aveva come ospite il console russo in Italia". Così la deputata Pd Lia Quartapelle, introducendo la proiezione a Montecitorio del documentario "20 days in Mariupol". "Noi crediamo - ha aggiunto la deputata dem - che in una democrazia si debba garantire la libertà di parola a tutti, persino a chi diffonde opinioni non basate sulla verità. Ma crediamo amche che i luoghi pubblici non debbano essere concessi a chi li utilizza per venire meno ai valori e alle regole della nostra democrazia. Quindi abbiamo chiesto e ottenuto dal sindaco che quell'iniziativa venisse spostata in una sede privata e come risposta abbiamo deciso di organizzare qui alla Camera, con tutto il peso simbolico della scelta di questa sede, la presentazione di un video-documentario che racconta cosa è successo durante i lunghi giorni dell'assedio di Mariupol". "A due anni dall'invasione dell'Ucraina da parte di Putin, siamo qui a rinnovare il nostro sostegno e la nostra vicinanza a un popolo martoriato, a rinnovare la vicinanza del Parlamento italiano, dell'Italia, di tutti coloro che si riconoscono nella democrazia e che combattono ogni giorno contro tutte le autocrazie": così Anna Ascani, vicepresidente della Camera. "La pace - aggiunge l'esponente Pd - è possibile solo come pace giusta, non c'è pace se non c'è libertà. L'idea di una pace che si basi sulla rinuncia degli ucraini ad avere una propria sovranità, un proprio paese, è una pace che si traduce in schiavitù e nessuno di noi sinceri democratici può ammettere che questo sia il prezzo della pace, per cui continueremo a stare accanto all'Ucraina, al suo popolo come abbiamo fatto in questi due anni, dal primo giorno di questa crudele aggressione".

Con la testimonianza del Premio Sakharov 2022, Yulia Paievska, l'evento ha visto la presenza dell'ambasciata ucraina, rappresentata da Oksana Amdzhadin: "Diversi mesi di assedio hanno ucciso Mariupol, provocando più distruzione che la seconda guerra mondiale. Ora la Russia sta cercando di pulire la propria immagine con disinformazione e propaganda: questo film è la risposta, questa è una serata molto importante per tutti noi". Il sindaco di Mariupol, Vadym Boichenko, ha invece sottolineato: "Prima la nostra era una città luminosa e fiorente, ora è stata trasformata dai russi in un vero e proprio inferno sulla terra; questo film testimonia i crimini di guerra commessi dalla Russia, una tragedia nel centro dell'Europa. Sarà difficile - conclude il primo cittadino in esilio - guardare questo film, impossibile dimenticare e perdonare: noi vogliamo giustizia e non vogliamo che la propaganda russa cancelli i crimini commessi sul territorio ucraino". Alla vigilia dell’invasione russa dell’Ucraina, una squadra di giornalisti entra nella città portuale di Mariupol. Durante il successivo assedio, mentre cadono le bombe, gli abitanti fuggono e l’accesso a elettricità, cibo e acqua è interrotto, i reporter, unici rimasti, lottano per raccontare le atrocità della guerra, finché circondati dai soldati russi si rifugiano in un ospedale, in trappola. Le loro immagini, diffuse dai media mondiali, documentano morte e distruzione, e smentiranno la disinformazione russa. Di fronte a tanto dolore il regista e giornalista ucraino Mstyslav Chernov si chiede se filmare ancora possa fare qualche differenza, ma sono gli stessi cittadini di Mariupol a implorarlo di continuare, perché il mondo sia testimone. (PO / Roc) ////

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