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FRANCIA: OK AD ABORTO
IN COSTITUZIONE

L'inserimento dell'aborto in Costituzione è stato adottato in via definitiva dal Parlamento francese. Deputati e senatori, riuniti in Congresso nella Reggia di Versailles, hanno votato a favore dell'inclusione della “libertà garantita alle donne di ricorrere all'interruzione volontaria della gravidanza” nell'articolo 34 della Legge fondamentale. Il testo ha ottenuto 780 voti favorevoli contro 72 no, ben oltre la soglia minima di 512 voti corrispondenti ai tre quinti dei voti espressi. L'annuncio del risultato da parte di Yael Braun-Pivet è stato a lungo applaudito nell'emiciclo. "Orgoglio francese, messaggio universale - scrive su X il presidente Emmanuel Macron - Celebriamo insieme l'ingresso di una nuova libertà garantita nella Costituzione con la prima cerimonia di 'scellement' (sigillo, ndr) aperta al pubblico della nostra storia.  Ci vediamo questo 8 marzo, Giornata internazionale dei diritti della donna". Quella dello 'scellement' è il prosiegio di una tradizione francese che risale ai Merovingi, che di norma avviene presso il ministero della Giustizia: questa volta, invece, la cerimonia avrà luogo venerdì a mezzogiorno, in Place Vendôme, a Parigi, e il testo si chiamerà “Legge costituzionale dell'8 marzo 2024”. Un'esplosione di gioia ha accolto l'annuncio del voto davanti alla Torre Eiffel, illuminata, mentre fumogeni viola venivano accesi e in centinaia festeggiavano sulla spianata del Trocadéro, dove uno schermo gigante trasmetteva la diretta da Versailles. "Oggi la Francia ha lanciato un messaggio storico al mondo intero: il corpo delle donne appartiene a loro e nessuno ha il diritto di disporne al posto loro - commenta il capo del governo, Gabriel Attal - Questa è una seconda vittoria per Simone Veil e per tutti coloro che hanno aperto la strada". "Voteremo per la costituzionalizzazione dell’aborto anche se nessuno in Francia ne metterà in pericolo l’accesso. Questa costituzionalizzazione è forse l’unica 'vittoria' che Emmanuel Macron dovrà mettere a verbale dopo dieci anni" aveva annunciato Marine Le Pen, anche se il Rassemblement national da lei guidato non è rimasto compatto: tra i 72 parlamentari che hanno votato contro la costituzionalizzazione dell'aborto figurano infatti 38 senatori e 12 deputati dei repubblicani, 11 deputati del Rassemmblement National, 6 senatori del gruppo centrista dell'Unione, 1 deputato del gruppo Liot, 1 senatore del Raggruppamento dei Democratici, Progressisti e Indipendenti (RDPI), 2 deputati e 1 senatore non iscritto.  Contro la modifica costituzionale si era espressa la Conferenza episcopale di Francia, che aveva lanciato un appello "al digiuno e alla preghiera". Il Vaticano, attraverso la Pontificia Accademia per la Vita ha ribadito che "proprio nell'epoca dei diritti umani universali, non può esserci un diritto a sopprimere una vita umana". L'Accademia è intervenuta sostenendo la posizione della Conferenza Episcopale francese (CEF) che già il 29 febbraio aveva ribadito che "l'aborto, che rimane un attentato alla vita fin dall'inizio, non può essere visto esclusivamente nella prospettiva dei diritti delle donne. Si rammarica che il dibattito avviato non abbia menzionato le misure di sostegno per coloro che vorrebbero tenere il proprio figlio". (Roc)

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