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direttore Paolo Pagliaro

UCRAINA, LA UE VARA
LA POLITICA DEL RIARMO

UCRAINA, LA UE VARA <br> LA POLITICA DEL RIARMO

Nel giorno in cui il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius si è visto costretto a indire una conferenza stampa per fornire la propria versione dei fatti sulle intercettazioni ai danni di alcuni suoi alti ufficiali rivelate dai media russi, e nelle quali si parla apertamente di un possibile attacco con missili made in Germany al ponte di Crimea, l’Unione europea rende note le linee guida della sua prima strategia industriale di difesa “comune” nel tentativo urgente di ricostruire la propria capacità di respingere potenziali attacchi futuri da parte delle forze armate di Mosca. In un comunicato, la Commissione evidenzia che le inedite misure varate vengono adottate con l’intento di passare dall’emergenzialità indotta dall’aggressione russa all’Ucraina, il cui orizzonte temporale si esaurisce al 2025, a un approccio più strutturale e a lungo termine per raggiungere la completa efficienza dell’industria della difesa. Per il programma del riarmo su vasta scala è previsto uno stanziamento di 1,5 miliardi di euro del bilancio dell’UE per il periodo 2025-2027. “La pace non è più una cosa scontata”, ha dichiarato presentando il piano europeo Josep Borrell, responsabile della politica estera dell’Unione. Per Borrell, la nuova strategia della Commissione è dettata dall’evidenza che “la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina ha portato un grande senso di urgenza di rafforzare le nostre capacità di difesa industriale”.

A spingere per coordinare le capacità dei paesi membri nello sviluppo della difesa sono stati in particolare i governi di Estonia, Francia e Polonia, firmatari di un appello che rilanci la capacità difensive continentali. In un documento di cui dà notizia il Guardian, i tre paesi hanno delineato le loro priorità per l’incremento delle capacità dell’industria della difesa. “Dobbiamo garantire che l’ambizione della Strategia sia proporzionata e sostenuta da azioni concrete che sostengano la nostra capacità di combattimento” si legge nel documento, dove si sottolinea che la situazione è quella di “una corsa contro il tempo”. I particolare, secondo Parigi, Varsavia e Tallinn, “migliorare la capacità a lungo termine dell'industria della difesa dell'UE di soddisfare le esigenze delle nostre forze armate, ridurre le dipendenze strategiche e migliorare la capacità di aumentare rapidamente la produzione in tempi di crisi; sostenere un aumento fondamentale dei livelli degli Stati membri delle scorte di munizioni decisive per la battaglia, della disponibilità di sistemi d'arma chiave e di altre capacità in tutti i settori; rafforzare il vantaggio competitivo dell'UE e dei suoi Stati membri nella tecnologia e nell'innovazione (militare e a duplice uso), anche eliminando i colli di bottiglia, garantendo le catene di approvvigionamento e migliorando l'accesso ai finanziamenti per la crescita; rafforzare la cooperazione e incoraggiare la partecipazione dell'Ucraina alle sue iniziative nel settore della difesa”.

Secondo la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, questa nuova strategia industriale della difesa “sosterrà gli Stati membri non solo a spendere di più, ma meglio” e “inoltre collegherà il know-how dell'Ucraina con la nostra industria della difesa per facilitarne l'innovazione”. Proprio questa mattina, uno dei maggiori paladini dell’autonomia strategica europea, Emmanuel Macron (le cui parole su un possibile invio di truppe occidentali in Ucraina continuano a far discutere) ha invitato, incontrando la comunità francese a Praga, gli alleati di Kiev a “non essere codardi” di fronte a una Russia che è “diventata inarrestabile”. “Siamo certamente vicini ad un momento nella nostra Europa in cui sarà opportuno non essere codardi”, ha affermato l’inquilino dell’Eliseo per il quale “Dovremo essere all’altezza della Storia e del coraggio che implica”. Tornando a Pistorius, il rappresentate del governo di Berlino ha attribuito questa mattina ad un “errore individuale” la divulgazione di una conversazione tra ufficiali della Luftwaffe sulla possibile consegna di missili Taurus all'Ucraina. Uno degli intercettati avrebbe infatti utilizzato una “connessione non autorizzata”. Secondo Pistorius, il sistema di comunicazione della Bundeswehr è nel complesso affidabile. Il ministro ha affermato che la “fiducia” degli alleati nella Germania è comunque rimasta “intatta” (nonostante dalle intercettazioni potrebbe desumersi che Usa e Gran Bretagna abbiano propri rappresentanti militari sui campi di battaglia). “Da diversi mesi o almeno da diverse settimane, Vladimir Putin ha fissato l'agenda di ciò di cui stiamo discutendo qui in Germania” ha detto ironicamente Pistorius sottolineando la necessità dei suoi ufficiali di affrontare costantemente i temi legati “al sostegno all'Ucraina in una forma o nell'altra”. (5 mar - deg)

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