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direttore Paolo Pagliaro

CANTONE: SCARICATI 33.528 FILE
DA BANCA DATI DELLA DNA

 “C’è la necessità di ripristinare la verità sui fatti che sono stati riportati in maniera generica. Bisogna intervenire a tutela di un’istituzione che ritengo sacra, come la Procura nazionale antimafia, istituita da Giovanni Falcone”. Lo ha detto Raffaele Cantone, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Perugia, in audizione oggi presso la Commissione parlamentare antimafia, in merito all'inchiesta sul monitoraggio abusivo di archivi informatici riservati di centinaia di soggetti, tra cui diversi esponenti politici (ministri compresi) personaggi dello spettacolo e dello sport. Tra gli indagati da parte della procura guidata da Cantone il tenente della guardia di finanza Pasquale Striano, in servizio presso la Procura nazionale antimafia  e Antonio Laudati, già sostituto alla Procura nazionale antimafia, che all'epoca dei fatti contestati si occupava di Sos (Segnalazioni di operazioni sospette).  L'inchiesta nasce da un esposto presentato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, alla procura di Roma dopo un articolo pubblicato dal quotidiano Domani, in merito ai compensi ricevuti dal ministro per le consulenze svolte, in passato, per la società Leonardo. Il procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo e Cantone, titolare dell'inchiesta, sono stati ascoltati presso la Commissione antimafia e il Copasir, il comitato parlamentare che sovrintende all'attività dei servizi segreti. In Antimafia Cantone ha rivelato che “dal 1 gennaio 2019 al 24 novembre 2022, Striano ha consultato 4124 Sos, su 1531 persone fisiche e 74 persone giuridiche, 1123 persone sulla banca dati Serpico e 1947 ricerche alla banca dati Sdi. Ma l’elemento più preoccupante è che ha scaricato 33.528 file dalla banca dati della Direzione nazionale antimafia. Questo numero enorme di dati e informazioni che fine ha fatto?”. Tra gli indagati figurano anche giornalisti: “Qualcuno dice che stiamo attaccando la libertà di stampa. Per me la stampa libera è fondamentale - spiega Cantone - Conosco bene quali sono i limiti e i diritti della stampa. Abbiamo archiviato tutte le posizioni di tutti i giornalisti che hanno usufruito di informazioni di atti pubblici. Noi stiamo analizzando le ipotesi investigative che prevederebbero una commissione da parte di giornalisti al funzionario dello stato per accedere indebitamente alle banche dati”. “Da gennaio 2019 a quasi tutto il 2022 sono stati scaricati 33.528 file dalla Dna. È davvero sconcertante apprendere che il tenente della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, lo abbia fatto senza controlli. Chi comandava la Dna è possibile che non se ne sia accorto? E se così è, è ancora più preoccupante” ha detto Mauro D’Attis, deputato di Forza Italia e vicepresidente della Commissione Antimafia, intervenendo durante l’audizione di Cantone.  “Come dichiarato dal procuratore Cantone, l’acquisizione del cellulare di Striano è stato un momento fondamentale per l’indagine. Sottolineiamo la schizofrenia della maggioranza e del governo che, da una parte, chiedono di fare luce su questo scandaloso dossieraggio e, dall’altra, presentano e sostengono una norma che complicherà questa e molte altre indagini in corso rallentando l’attività delle procure” afferma invece la responsabile giustizia del Pd, la deputata Debora Serracchiani. Rispondendo alle domande dei commissari, Cantone ha inoltre sottolineato che "Striano ha presentato una sorta di diario di tutte le pratiche che aveva fatto e ne abbiamo acquisito anche altre, tra cui quella sui fondi della Lega. L'attività sui fondi della Lega è uno degli oggetti di futuro approfondimento". Ad una nota è affidato il commento del Carroccio: "Un dossier sui finanziamenti della Lega finito nei cassetti della Dna - che pure non aveva competenza - e non è stato trasmesso ad alcuna procura distrettuale. Perché erano state raccolte e custodite quelle informazioni? Nel bel mezzo dello scandalo spioni, il giallo di questo dossier è l'ennesima notizia inquietante, su cui il parlamentare Gianluca Cantalamessa ha chiesto spiegazioni in Commissione Antimafia a Giovanni Melillo (ieri) e a Raffaele Cantone (oggi)". "Da anni - si legge ancora nella nota - la Lega subisce una campagna diffamatoria che poi viene smontata in tribunale dopo anni di fango e di vite rovinate: lo scandalo spioni conferma che si tratta di un vero e proprio attacco alla democrazia. Faremo di tutto per andare fino in fondo". (Alp / Roc)  

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