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PAROLIN: MOSCA PONGA FINE AD AGGRESSIONE

È “ovvio” che creare le condizioni di un negoziato spetti a entrambe le parti in conflitto, Russia e Ucraina, che la “prima condizione” sia di “mettere fine all’aggressione” e a cessare il fuoco debbano essere “innanzitutto gli aggressori”, cioè Mosca. Lo afferma, in una intervista al Corriere della Sera, il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, tornando sulle parole di Papa Francesco. La Santa Sede, sottolinea, “continua a chiedere il ‘cessate il fuoco” — e a cessare il fuoco dovrebbero essere innanzitutto gli aggressori - e quindi l’apertura di trattative. Il Santo Padre spiega che negoziare non è debolezza, ma è forza. Non è resa, ma è coraggio. E ci dice che dobbiamo avere una maggiore considerazione per la vita umana, per le centinaia di migliaia di vite umane che sono state sacrificate in questa guerra nel cuore dell’Europa. Sono parole che valgono per l’Ucraina come per la Terra Santa e per gli altri conflitti che insanguinano il mondo”. “Rimane sempre la possibilità di arrivare a una soluzione diplomatica” aggiunge. “La Santa Sede è preoccupata per il rischio di un allargamento della guerra. L’innalzamento del livello del conflitto, l’esplodere di nuovi scontri armati, la corsa al riarmo sono segnali drammatici e inquietanti in questo senso. L’allargamento della guerra significa nuove sofferenze, nuovi lutti, nuove vittime, nuove distruzioni, che si aggiungono a quelli che il popolo ucraino, soprattutto bambini, donne, anziani e civili, vive nella propria carne, pagando il prezzo troppo caro di questa guerra ingiusta”. Il Papa ha parlato più volte del pericolo di un conflitto nucleare… “Il rischio di una fatale ‘deriva’ nucleare non è assente. Basta vedere la regolarità con la quale certi rappresentanti governativi ricorrono a tale minaccia”. (redm)

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