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direttore Paolo Pagliaro

CONTE A SCHLEIN: CAMPO
LARGO DIPENDE DA LEI

CONTE A SCHLEIN: CAMPO <BR> LARGO DIPENDE DA LEI

“Accusarci di slealtà offende il popolo che ha creato il M5S e che, dal 2009, ha fatto del principio della legalità la nostra stella polare. Per noi non sono in gioco delle beghe tra partiti o tra leader, è in gioco la sostanza politica. Si tratta di rinnovare la classe dirigente per costruire qualcosa di diverso dall’Italia che non ci piace. Non possiamo fare spallucce e questo per noi vuol dire essere leali con i cittadini” e “se abbiamo fatto saltare le primarie del campo progressista dopo le inchieste è perché per noi la lotta contro la corruzione e l’illegalità è un patrimonio non negoziabile”. Così Giuseppe Conte, in una intervista al Corriere della Sera, replica ad Elly Schlein. Dopo la rottura di Bari e l’accusa di non aver liberato il Pd da “cacicchi e capibastone” l’ex premier afferma poi che con la leader dem “in queste ore non ci siamo sentiti”. E sull’imminente uscita dei pentastellati dalla maggioranza che sostiene Emiliano in Puglia precisa: “Sicuramente si scriveranno nuove pagine”. Il prossimo sindaco sarà espressione dell’unità del campo, come spera Emiliano, o la partita è chiusa? “Noi ci siamo predisposti a Bari ad affrontare questa esperienza con spirito unitario, ma occorrono condizioni rafforzate di legalità e trasparenza e la consapevolezza, da parte del Pd locale, che i casi di inquinamento del voto e quell’area grigia di opacità amministrativa che sta emergendo meritano un radicale repulisti”.

Che ne sarà del campo largo? Si riapriranno i giochi dopo il 9 giugno?

“Le sorti dell’area del campo progressista non dipendono solo da noi, ma anche da quel che vorrà fare Schlein. Vuole perseguire gli impegni presi con la comunità che l’ha investita segretaria, per trasformare il Pd? O finirà trasformata dal Pd?”. E replica a Carlo Calenda secondo cui se non riuscirà a diventare capo del centrosinistra proverà ad allearsi con Salvini: “La nostra scelta dell’area progressista è netta e chiara”, “nel 2018 il M5S si ritrovò con la Lega perché all’ultimo il Pd si era rifiutato di governare insieme. E vorrei rassicurare Carlo Calenda. Non c’è nessuna possibilità che noi si possa fare come fa lui sui territori. Cioè governare a destra e a manca a seconda dei rapporti di potere che hanno i capibastone locali”. (8 apr - red)

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