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GAZA E LIBIA, MOGHERINI: SERVONO DEI GOVERNI DI UNITA’

GAZA E LIBIA, MOGHERINI: SERVONO DEI GOVERNI DI UNITA’

A Gaza è in corso "un conflitto che giorno dopo giorno diventa più drammatico, condanniamo l'uccisione di civili e soprattutto bambini. Il fatto che siano stati colpiti più volte edifici delle Nazione Uniti è inaccettabile e merita una condanna forte. L'obiettivo nell'immediato è quello di giungere a un tregua. Il passaggio successivo dovrebbe essere la negoziazione di una pace più durature, e queste due trattative stanno viaggiando in parallelo". Arrivano dal ministro degli Esteri Federica Mogherini le parole di condanna, a nome del governo, per l'escalation di raid israeliani sulla Striscia di Gaza delle ultime ore. Una crisi, quella mediorientale, che secondo la Mogherini si risolve percorrendo una doppia strada: da una parte migliorare le condizioni di vita dei palestinesi, "a Gaza ma anche in Cisgiordania, per ricordare che si tratta di un popolo unico, attraverso aiuti umanitari e sostegno alle nostre Ong, lavorare sui valichi, sulla pesca e la possibilità di coltivare la terra, e il tema del pagamento degli stipendi". Dall'altra parte "offrire garanzie di sicurezza a Israele, con distruzione dei razzi e dei tunnel". Ma l'obiettivo finale "è arrivare a risolvere la questione palestinese, o attraverso una volontà interna forte di Israele o attraverso una risoluzione internazionale, per non ritrovarci tra 15-18 mesi di nuovo di fronte alla ciclicità di una crisi". Ma un altro pericolo imminente, perfino più vicino all'Italia, è quello legato alla Libia, dove "da due giorni c'è un fragile cessate e il fuoco e non ci sono scontri all'aeroporto di Tripoli, continuano invece i combattimenti a Bengasi, con un grave rischio di frammentazione nel Paese. La tregua non sembra poter continuare a durare". Per la Farnesina "l'unico modo perché la situazione possa evolversi è la convocazione del Parlamento, che doveva essere il 4 agosto e che forse potrebbe essere anticipato al 2 agosto. Due gli scenari possibili: o un muro contro muro in cui il fronte non islamista reclamerebbe la vittoria e gli islamisti risponderebbero sul piano militare, o l'accettazione della necessità di scongiurare la crisi e la formazione di un governo di unità nazionale. L'augurio è che il piano si sposti da quello militare a quello parlamentare". Sono 241 gli italiani attualmente in Libia, più 45 tra personale dell'ambasciata e altre istituzioni, più un alto numero di residenti, 830, con doppia cittadinanza italiana e libica, "che nel corso dell'ultima crisi sono rimasti - ha spiegato la Mogherini - e che dunque credo anche stavolta non se ne andranno". (Sis - 31 lug)

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