Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

SENZA I MACEDONI
NIENTE BAROLO

di Paolo Pagliaro

Aprendo a Torino il Salone del gusto, Carlo Petrini ha ricordato che oggi non avremmo il Barolo, se non fosse per le migliaia di macedoni che coltivano le nostre vigne. E non avremmo il Parmigiano reggiano, se non ci fossero le migliaia di famiglie di indiani che, col turbante in testa, vanno a mungere le vacche, che gli italiani non vogliono mungere più. Senza tutte queste persone - ha concluso il fondatore di Slow Food - semplicemente non avremmo il Made in Italy.
Sullo stesso tema è intervenuto ieri anche Silvio Berlusconi, convinto che "dare la cittadinanza ai figli di stranieri che vivono in Italia è doveroso se la persona ha fatto un ciclo scolastico, parla bene la lingua, conosce la storia e apprezza i punti cardine della nostra civiltà".
Che è un po’ quello che pensa Renzi quando propone il cosiddetto ius soli “temperato”. Anche in questo caso la cittadinanza sarebbe legata al completamento di un ciclo di studi: scuola dell'obbligo per chi è nato in Italia, oppure scuola secondaria superiore per chi è arrivato adolescente.
Le associazioni che, come l’Arci, si occupano di integrazione, sostengono che lo ius soli di Renzi e Berlusconi è un bluff, visto che le nuove norme abbasserebbe nel migliore dei casi solo di due anni l'età di accesso alla cittadinanza, che ora è possibile chiedere al compimento del diciottesimo anno. In pratica dalla nascita ai 16 anni i figli di immigrati continuerebbero a essere considerati stranieri nel Paese dove sono nati e cresciuti.
Per sapere quanti sono ecco i dati del ministero: 442 000 alunni con cittadinanza non italiana iscritti alla scuola dell’obbligo e 182.000 iscritti alle superiori. Il 40% dei primi è nato in Italia. (24 ott)

(© 9Colonne - citare la fonte)