Un cavaliere del lavoro, di freschissima nomina, arriva da Grosseto. Fino alla seconda decade di maggio, è stata Presidente di Confagricoltura di quella città. Si tratta della signora Diana Theodoli Pallini, 59 anni, è sposata e ha due figli. Nata a Milano, vive a Roma ed è laureata in filosofia. Essere cavaliere al merito del Lavoro significa beneficiare di una delle più alte onorificenze, provenienti dalle mani stesse del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano (in verità su proposta del Ministero dello Sviluppo Economico, sentito il parere anche di quello delle Politiche agricole). Un concerto di pareri per la designazione, se ne nominano appena venticinque in tutto il duemilaundici, tanto per dire. Il presidente dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli Mario Guidi ha espresso la sua soddisfazione per la nomina conferita alla Theodoli Pallini: “L’onorificenza attribuita alla dirigente di Confagricoltura testimonia il suo importante contributo per lo sviluppo economico e per l’innovazione nel settore primario”. Ma in quali attività ha potuto dimostrare di valere? L’agricola Diana, si direbbe parafrasando una Diana di Eugenio Montale (Poi dal flotto di cenere uscirai / adusta più che mai, / proteso a un'avventura più lontana / l'intento viso che assembra l'arciera Diana. Da “Falsetto”), conduce tre aziende agricole nel grossetano insieme alla sua famiglia, ed una nel comune di Roma, con indirizzo cerealicolo e zootecnico, dotata anche di un agriturismo. Il cavallo di battaglia dell’impresa sono la bufala e la vacca maremmana, se passa il bisticcio zoologico-verbale tra cavallo e bufala. La soddisfazione trapela chiara anche nelle parole del presidente di Confagricoltura Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna: “Per noi tutti e per l’associazione che rappresento, quanto ottenuto dalla presidente Pallini deve essere salutato con grande soddisfazione perché è un riconoscimento alla categoria e al lavoro compiuto nel settore agricolo da questa imprenditrice che insieme al marito, Marcello, ha messo in piedi un' azienda moderna in cui la multifunzionalità e la qualità sono le parole d’ordine”. Allora cominciamo a capire quali devono essere state le linee guida che hanno seguito, prima del Capo dello Stato, il Ministro Romani (Sviluppo Economico), ed il Ministro Romano (Politiche Agricole), a prescindere che uno è plurale dell’altro, e cioè modernità, multifunzionalità e qualità. Oggi non si può eccettuare da questa terna aggettivale se si vuole fare impresa. Ma anche l’integrazione strategica dei diversi settori è una chiave per lo sviluppo, a sentire le parole d’una sua recente intervista: “…l’agricoltura non può essere pensata staccata dalla Maremma; anzi deve avere la capacità di integrarsi con il turismo e con l’ambiente. Penso a un progetto che sia in grado di far crescere queste attività in maniera sinergica e complementare. Non possiamo tenerli separati, al contrario dobbiamo assumere una visione che tenga conto di ciò. E’ questa la sfida che ci aspetta e solo se saremo capaci di superarla daremo un futuro soddisfacente al mondo agricolo maremmano”. Un bell’esempio di intelligenza in rosa.
(© 9Colonne - citare la fonte)