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Così un Pd senz’anima
perderà di nuovo Torino

Così un Pd senz’anima <br> perderà di nuovo Torino

di Salvatore Tropea

(6 aprile 2021) Il primo rinvio risale a dopo le ferie estive del 2020, seguito dall’annuncio che la partita sarebbe stata chiusa prima di Natale. Quindi l’impegno solenne che il problema sarebbe stato affrontato in maniera definitiva dopo le feste di fine anno e via altri posticipi, fino alla constatazione che neppure la Pasqua è riuscita a far risorgere il Pd torinese e i “cespugli” che fanno parte della sua area da un torpore animato soltanto da liti intestine e veti che hanno impedito di indicare il nome di un candidato a sindaco di Torino. Per sette mesi i resti di quella che fu una storica roccaforte della sinistra italiana non sono riusciti a trovare uno straccio di accordo e ancora oggi confidano nella ciambella di salvataggio del rinvio a settembre delle elezioni, causa Covid, ma senza muovere un dito per recuperare il vantaggio accumulato già dal centro destra che un suo candidato, Paolo Damilano, lo ha messo in pista già da parecchie settimane. In questa situazione anche il tentativo della segreteria Letta di mettere in piedi un’alleanza tra Pd e 5S sembra destinato a fallire perché a differenza di Roma, dove pure ci sono ancora problemi non da poco, Torino è una piazza nella quale la contrapposizione tra sinistra e grillini è stata sempre molto aspra. La sindaca Chiara Appendino, dopo aver escluso una sua ricandidatura, oggi si spende per un’intesa dimenticando o facendo finta di dimenticare i tempi in cui partecipava alle barricate dei No Tav, si opponeva alla candidatura di Torino alle Olimpiadi poi conquistata da Milano e Cortina, non perdeva occasione per sparare a palle incatenate contro il Pd. Ma la sinistra non sembra in grado di approfittare di questa scarsa credibilità della sindaca uscente e continua a restare impantanata nella palude di un immobilismo che la condanna, salvo un cambio di passo di cui non c’è traccia al momento, a perdere una partita che potrebbe vincere recuperando il governo di una città importante come Torino perduto cinque anni fa da Piero Fassino.
Con l’aggravante di fare scivolare Torino e il Nord Ovest verso una posizione di irrilevanza politica che si andrebbe a sommare alla irrilevanza industriale accentuata dalle incertezze sul futuro dell’alleanza tra Fiat e PSA. Insomma un caso Pd che è diventato un caso Torino. 

* Salvatore Tropea, storica firma di Repubblica, inizia oggi la sua collaborazione con 9Colonne


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