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ZAIA: CENTRODESTRA NON
ABBIA PAURA DI CAMBIARE

“Io non penso che le maglie politiche possano diventare divise militari. Credo che come Lega e come centrodestra abbiamo dei valori, alcuni dei quali irrinunciabili. Ma i progetti che dobbiamo costruire, devono rifuggire da facili fondamentalismi e da dogmi indiscutibili. Dobbiamo uscire da gabbie ideologiche che lasciamo volentieri alla sinistra”. Luca Zaia, intervistato dal Corriere della Sera, fa il punto sull’imminente sfida elettorale che vede il centrodestra come grande favorito. Il governatore del Veneto esorta quindi a “dare risposte non di maniera. Sull'immigrazione, lo dico perché è un nostro cavallo di battaglia da sempre. E non possiamo lasciare alla sinistra il monopolio del pensiero sociale, non possiamo appaltare ad altri riflessioni sull'ambiente, che è un tema che coinvolge intere filiere”. Il centrodestra dunque non deve “avere paura di alcun argomento: arrivo a dire che noi dobbiamo avere un punto di vista anche su sessualità e "nuove famiglie" che non sia un riflesso condizionato. Essere di centrodestra non vuol dire coccolare amarcord ideologici. Dobbiamo contrastare una narrazione che ci descrive come quelli con l'anello al naso”. Zaia sottolinea che “il centrodestra di oggi non è quello di trent'anni fa. Anche perché dobbiamo renderci conto che siamo di fronte a cittadini che, a differenza della politica, hanno già superato il tema dei colori della squadra. E infatti, lo si vede bene dalle amministrative, il voto è fluidissimo”. Su tutto, il pensiero va alle politiche giovanili: “Noi abbiamo una generazione che rischia di portare fuori dal Paese un bagaglio importante di conoscenze. Dobbiamo aiutarli a tomare, motivarli a tornare. E ovviamente, creare le condizioni perché all'estero non si vada per necessità. Dobbiamo essere dalla parte di questa generazione. Sapendo che quando si va a governare non basta stare dalla parte del consenso. Pensi al Covid: io ho fatto scelte impopolari anche quando si diceva che era una banale influenza. I cittadini credo che non fossero felici delle restrizioni. Ma penso che oggi abbiano, quasi tutti, capito”, dice Zaia.

(31 lug – Red)

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