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Mutilazioni femminili, Patriarca (FI): occidente promuova cambiamento culturale

Roma, 3 feb – "Parlare di mutilazioni genitali femminili è parlare di una delle forme di violenza più cruente che viola i diritti delle donne e soprattutto della parte più fragile di esse, le bambine, in quanto si tratta prevalentemente di una violenza drammatica fatta sul corpo delle bambine". Così Annarita Patriarca (Fi), segretario di presidenza della Camera, intervenuta alla Sala del Cenacolo, dove in occasione della Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili - sancita dalle Nazioni Unite per il 6 febbraio - Angels (Associazione nazionale Giovani energie latrici di solidarietà) ha illustrato il progetto artistico e umanitario "Women in Love" (presentato a Venezia a dicembre dalla filantropa Benedetta Paravia), il cui ricavato sarà impiegato per operare gratuitamente le vittime di infibulazione per il ripristino dello status quo. L’obiettivo del progetto - che vede il patrocinio del ministero della Cultura, del Dipartimento delle Pari Opportunità e della Città di Venezia - è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema delle mutilazioni genitali femminili (clitoridectomia, escissione ed infibulazione) “per contribuire a porre fine a questa terribile violenza perpetrata su bambine e giovani donne, che avviene anche in Italia clandestinamente, nonostante la legge n. 7/2006”. "Si tratta di un danno – continua Patriarca – inflitto permanentemente a persone che non sono in grado di manifestare in alcun modo il loro dissenso, e non hanno neanche il diritto di manifestare il loro dolore. Ciò ci impone non solo come donne, ma come esseri umani, una serie di interrogativi fondamentali, per capire cosa possiamo fare: la consapevolezza che questa sia una violazione grave verso i diritti delle donne per fortuna nei Paesi occidentali c'è, ma il nostro ruolo va oltre quello di stabilire delle norme che nei nostri territori vietino queste pratiche: noi cioè abbiamo il dovere morale di determinare un fattore di cambiamento culturale che possa fare in modo di ridurre la diffusione del fenomeno, quantomeno nei nostri territori" conclude la parlamentare. (PO / Roc) ////

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