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25 Aprile, prof argentino: sensibilizzare italiani

25 Aprile, prof argentino: sensibilizzare italiani

Il Consolato Generale d'Italia a Rosario insieme al Dipartimento di Italianistica dell'Università Nazionale di Rosario ha organizzato l'incontro dal titolo “L'Italia, la guerra: una memoria incandescente”, in occasione della Festa della Liberazione. Protagonista della conferenza in programma martedì 25 aprile alle 10 sarà il professor Rubén Chababo, docente di Lettere presso l'Università di Rosario ed esperto di memoria e diritti umani.

“Sono stato convocato per il mio rapporto con la memoria e per la mia lettura di autori italiani per i quali la guerra e l'occupazione non furono temi che rimasero indifferenti: da Giorgio Bassani a Primo Levi, da Cesare Pavese a tutti i Guinzburg”, ha spiegato Chababo a 9Colonne in vista dell'incontro.

"E' necessario evocare gli esuli del fascismo che trovarono rifugio in Argentina, ai quali le nostre università hanno aperto solidalmente le porte affinché qui continuassero ciò che in Italia era loro negato o proibito a causa della loro condizione di ebrei o antifascisti - ricorda il professore -  Tra i tanti casi spicca per noi quello del matematico Beppo Levi che è stato ricevuto nelle aule dell'Università Nazionale di Rosario”.

Il titolo della conferenza, “Memoria incandescente”, fa riferimento al bisogno di far perdurare ciò che il tempo implacabile si ostina a voler sbiadire. Anche a migliaia di chilometri di distanza. “Non potrei assicurare che qui in Argentina, dove vivono centinaia di migliaia di italiani, figli, nipoti e pronipoti di persone nate in Italia, il 25 aprile significhi davvero qualcosa”, ammette Chababo. “Anzi, direi poco o niente. E direi anche che le nuove generazioni ignorano totalmente cosa hanno significato quegli anni. Dire che nel giorno della Liberazione gli italiani d'Argentina ricordino quegli anni mi sembra più un desiderio che una realtà che si possa verificare nei fatti. Per questo mi sembra lodevole che si promuovano attività di questo tipo: sono una scommessa per riaffermare valori importantissimi, tra gli altri, quello del rifiuto del fascismo e del nazismo, ideologie che hanno causato tanti danni e dolore a milioni di persone nel corso del XX secolo".

"Ancor più in tempi come questi, in cui sia in Europa che in America latina emergono nuovi discorsi autoritari, nuovi progetti che rivendicano idee contrarie ai principi fondamentali della convivenza democratica: Bukele in El Salvador, Trump negli Stati Uniti, Orban in Ungheria, Bolsonaro in Brasile sono alcuni dei tanti rappresentanti della scena politica contemporanea che potremmo immaginare come rappresentanti di idee chiaramente negative e dannose, che fondano i loro discorsi in una certa nostalgia per "quei tempi" di ordine e oscurità" conclude il docente. "Come dice lo storico Enzo Traverso, - aggiunge -  bisogna riconoscere che il fascismo del nostro XXI secolo è molto diverso da quello degli anni '30 e la lezione che dovremmo imparare alla luce di questa esperienza è che le democrazie sono deperibili e possono essere distrutte con molta facilità”.

 (Fel -19 apr)

(© 9Colonne - citare la fonte)