Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Parità genere, Roccella: in università luci e ombre, battere stereotipi e valorizzare maternità

Roma, 12 feb - "Prima di tutto è importante avere un rapporto, avere i dati divisi per genere: questo è un punto da cui dobbiamo partire per valutare la situazione della parità di genere nei vari ambiti, in particolare nell'ambito accademico". Così Eugenia Roccella, ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, intevenuta alla Camera alla presentazione del rapporto Anvur "Analisi di genere".
"Nel rapporto - evidenzia Rooccella - ci sono luci e ombre: di fronte a un incremento dell'accesso agli studi universitari, spesso accade che con il proseguire della carriera e con la possibilità di raggiungere posizioni apicali scatti il 'soffitto di cristallo', o come ha detto qualcuno, il 'pavimento appiccicoso' per le donne. Il problema è capire come possiamo intervenire per colmare questo gap, che è frutto sicuramente della resistenza di stereotipi di genere, che è importante battere a livello culturale e che quindi il mondo della formazione può contribuire a superare. Ma c'è anche l'elemento della conciliazione vita-lavoro, che ancora oggi non è sufficientemente bilanciato. Quindi - continua il ministro - dobbiamo dare valore sociale alla maternità, creare occasioni in cui questa sia considerata un elemento di formazione: parlando di life skills, bisogna considerare che attraverso il lavoro materno di cura si acquisiscono moltissime delle competenze insegnate in appositi corsi. Dall'altra parte bisogna dare servizi e far sì che la maternità, che riguarda il corpo femminile e la differenza tra uomo e donna, non sia un ostacolo alla carriera". Roccella ricorda infine che "la Settimana delle Stem, che abbiamo istituito per legge, deve essere un'occasione per rendere il più possibile accessibili le materie scientifiche a tutti, in particolare alle ragazze visto il gap esistente. Le prime chiusure verso queste materie avvengono molto precocemente, già verso i 6 anni, per cui bisogna far capire ai bambini che non si tratta di materie ostiche ma di materie che investono il quotidiano, cercando di incrociare - conclude il ministro - il sapere universitario con la scuola dell'obbligo perché è lì che bosogna cominciare a intervenire". (PO / Roc) ////

(© 9Colonne - citare la fonte)