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direttore Paolo Pagliaro

UNC: OCCHIO A PRATICHE
SCORRETTE INFLAZIONE

UNC: OCCHIO A PRATICHE <BR> SCORRETTE INFLAZIONE

Shrinkflation, skimpflation e greedflation. “Sembrano giochi di parole ma si tratta di vere e proprie strategie di marketing che intaccano il potere d’acquisto delle famiglie in modo ben più subdolo del mero aumento dei prezzi” scrive l’Unione Nazionale Consumatori nel suo magazine on-line. Ecco quindi la Shrinkflation, la sgrammatura dei prodotti, su cui Unc ha avviato sul suo sito una petizione per norme che vietino la pratica e fatto alcune segnalazioni all’Antitrust che ha avviato un’istruttoria: “Una vera e propria strategia del marketing che diminuisce la quantità di prodotto, lasciando il prezzo invariato. Accade con i gelati, il numero di biscotti in una confezione, le merendine, la pasta, le bustine di tè, ma anche i detersivi, shampoo e sapone”. Poi la Skimpflation da to skimp: risparmiare: “La scelta dei produttori di sostituire uno o più ingredienti con componenti di minore quantità. Non riguarda solo il carrello della spesa ma anche gli alberghi, pensiamo ad esempio alla diminuzione dei turni di pulizie, ai ristoranti che hanno meno camerieri pur con lo stesso numero di coperti, i voli, in cui si paga extra anche il bagaglio a mano e gli snack. Insomma, se un servizio rallenta, viene ridotto o cancellato si tratta probabilmente di skimpflation. Al supermercato spesso la skimpflation si cela dietro scritte ‘nuova ricetta’ o simili; quel che accade nella maggior parte dei casi è che ingredienti di qualità vengono sostituiti con quelli più economici. Tipicamente il burro con la margarina o lo zucchero con prodotti di altro tipo e le uova fresche con ovoprodotti”. Infine la Greedflation, l’“inflazione da avidità”: “Nei passati due anni alcune imprese hanno approfittato dei rincari di energia e materie prime per giustificare ritocchi al rialzo dei loro listini. Molte grandi aziende hanno aumentato significativamente i loro margini di profitto, a discapito dei consumatori e delle piccole e medie imprese, avendo, come conseguenza una crescente disuguaglianza e la riduzione del potere d’acquisto per la maggior parte della popolazione. Anche in questo caso non riguarda solo il supermercato, dove ad esempio si giustificano i rincari della frutta con la guerra in Ucraina o la protesta degli agricoltori, ma anche i servizi. Pensiamo al turismo che ha sicuramente affrontato anni di crisi a causa del Covid, ma gli aumenti attuali non sono giustificati”. (21 feb - red)

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