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direttore Paolo Pagliaro

ALLEVAMENTI INTENSIVI,
WWF: SONO DANNOSI

ALLEVAMENTI INTENSIVI, <BR> WWF: SONO DANNOSI

“In Europa, più dell’80% della carne proviene da allevamenti intensivi, in Italia addirittura l’85% dei polli e oltre il 95% dei suini sono allevati intensivamente, e quasi tutte le vacche da latte non hanno accesso al pascolo libero. Numeri che rivelano impatti devastanti sull’ambiente, sulle specie animali e sul clima, e di conseguenza sulla nostra stessa salute. In Italia, infatti, si registra la maggiore resistenza agli antibiotici in Europa, proprio a causa dell’eccessivo utilizzo di medicinali veterinari negli allevamenti”. Lo afferma il WWF che, da oggi al 2 marzo, sui propri canali social, propone la Meat Free Week: una settimana senza carne. Proprio la scorsa settimana, insieme ad una coalizione di associazioni, l’associazione animalista ha presentato un testo di legge per rendere possibile una “transizione ecologica” del comparto zootecnico che metta al centro “le piccole aziende e tuteli ambiente, salute umana, benessere animale, lavoratrici e lavoratori del settore”. Il WWF ricorda che gli allevamenti intensivi sono una delle principali cause del cambiamento climatico, responsabili del 16,5% delle emissioni globali di gas serra (cifra paragonabile agli effetti dell’intero settore dei trasporti, considerando treni, macchine, aerei e camion) e del 60% delle emissioni dell'intero settore agroalimentare. Inoltre consumano risorse: fino al 10% dell’acqua dolce del Pianeta e fino al 30% delle terre non coperte dai ghiacci. Non è trascurabile anche la deforestazione provocata dall’aumento, a livello globale, della domanda di carne: il 60% delle foreste pluviali (in Amazzonia questa percentuale arriva al 70%) viene abbattuto proprio per ottenere pascoli e per coltivare grandi quantità di vegetali (soprattutto soia e cereali) destinati all’alimentazione animale.  Il WWF sottolinea inoltre che “l’insostenibilità degli allevamenti intensivi è evidente anche dal punto di vista di efficienza nutrizionale: nonostante il 77% dei terreni agricoli mondiali sia dedicato all’allevamento, questi generano solo il 18% delle calorie e il 37% delle proteine totali consumate dalla popolazione mondiale. C'è poi il problema dell’antibiotico-resistenza che l’OMS ha recentemente definito una ‘emergenza sanitaria globale’, confermato dalle statistiche che rivelano che in Europa si verificano oltre 10mila decessi l’anno per resistenza agli antibiotici. In soli 60 anni si è passati da un consumo di carne di 25 kg a testa a oltre 80 kg all’anno. Ne abbiamo praticamente più che triplicato il consumo. Tradotto in impatti sul clima, ogni italiano emette fino a 4,5 kg di CO2e solo con il consumo di carne, quasi il doppio di quanto previsto dalla dieta mediterranea (che genera invece solo 2,3 kg di CO2e pro capite). Il 60% dell'eccesso giornaliero di emissioni è dovuto proprio al consumo di carne. (26 feb - red)

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