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MACRON: NON ESCLUDO
INVIO TRUPPE IN UCRAINA

Intervistato questa mattina su RTL, il primo ministro francese Gabriel Attal ha ribadito quanto detto ieri dal presidente Emmanuel Macron riguardo al fatto che l’invio di truppe occidentali in Ucraina “non può essere escluso”. “La prima domanda che dobbiamo porci – ha infatti dichiarato Attal – è se accettiamo la prospettiva che prima o poi la Russia possa vincere questa guerra. Ebbene, come ha detto il Presidente della Repubblica rispondiamo no. Non possiamo accettare che un paese autoritario possa prendere il controllo di un paese democratico con la forza”. Attal ha quindi sottolineato che “dietro l'Ucraina ci siamo noi. Non voglio che la mia generazione e quelle che verranno crescano in un mondo di minacce”, ha aggiunto, sottolineando che la Svezia o la Finlandia, storicamente neutrali, desiderano ora aderire alla Nato “perché vedono arrivare questa minaccia”. Attal ha dunque ricordato che “due anni fa” molti paesi “escludevano l'invio di armi”, comprese quelle prettamente difensive, agli ucraini mentre adesso “Stiamo inviando missili a lungo raggio per sostenere gli ucraini di fronte a questa aggressione”.

Parole, quelle del primo ministro transalpino, che come detto hanno fatto eco a quelle pronunciate ieri dall’inquilino dell’Eliseo nell’ambito della conferenza organizzata a Parigi proprio sul tema della situazione in Ucraina alla quale hanno partecipato i rappresentanti delle 27 nazioni dell’Unione, tra cui 21 capi di Stato e di governo. Per Macron, che in ogni caso ha specificato che nel summit non c'è stato “nessun accordo per inviare ufficialmente le truppe sul posto” è comunque bene tener presente che allo stato attuale “non possiamo escludere nulla”. “Faremo tutto il possibile per impedire alla Russia di vincere questa guerra”, ha detto il presidente, aggiungendo di parlare “con determinazione, ma anche con l'umiltà collettiva che occorre avere, alla luce di questi ultimi due anni”. Per Macron, all’inizio delle ostilità, “Molti intorno a questo tavolo dicevano che ‘offriremo caschi e sacchi a pelo’, e ora dicono che dobbiamo fare di più per procurarci missili e carri armati. Dobbiamo essere umili e renderci conto che siamo sempre in ritardo di sei-otto mesi”. Macron ha quindi annunciato la creazione di una coalizione per fornire a Kiev “missili e bombe a medio e lungo raggio” per compiere “attacchi in profondità” contro le truppe russe. Sul fronte interno, le parole di Macron hanno provocato l’immediata reazione del leader della France insoumise Jean-Luc Mélenchon, per il quale “La guerra contro la Russia sarebbe una follia”, mentre per uno storico segretario del Partito socialista francese, Olivier Faure, membro dell'Assemblea nazionale francese, le dichiarazioni dell’inquilino dell’Eliseo rappresentano una “preoccupante leggerezza presidenziale”.

Alle dichiarazioni provenienti da Parigi ha reagito questa mattina il primo ministro svedese Ulf Kristersson per il quale “Al momento siamo impegnati a inviare attrezzature avanzate in Ucraina in diversi modi”, ma “non c'è richiesta” da parte ucraina di truppe di terra, ha affermato Ulf Kristersson. Quindi “la questione non è attuale”, ha insistito, senza però escludere questa possibilità in futuro. “D'altra parte, le tradizioni di impegno dei paesi” sulla scena internazionale differiscono l'una dall'altra, e “la tradizione francese non è quella svedese”. Intanto, sull’altra sponda dell’Atlantico, il presidente americano Joe Biden convocherà quest’oggi i quattro principali leader del Congresso per aumentare la pressione sui legislatori affinché passino ulteriori finanziamenti all’Ucraina. L’incontro – che includerà il leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer, il leader della minoranza al Senato Mitch McConnell, il presidente della Camera Mike Johnson e il leader della minoranza alla Camera Hakeem Jeffries – giunge in un momento cruciale data la resistenza di Johnson agli aiuti al Kiev. Biden ha ripetutamente inquadrato la necessità di sostenere il paese aggredito come una questione di sicurezza nazionale all’estero e in patria.

PESKOV. “L'invio di truppe occidentali in Ucraina porterà a uno scontro militare diretto tra Russia e Nato”. Così il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, commentando le parole del presidente francese Emmanuel Macron che ieri non ha escluso la possibilità dell’invio di truppe a supporto dell’esercito di Kiev. Se ciò effettivamente avvenisse, ha detto Peskov “In questo caso non dobbiamo parlare di probabilità, ma di inevitabilità” di un conflitto. “Ecco come valuteremo” una tale evoluzione della situazione mentre i paesi occidentali “dovrebbero valutare allo stesso modo” i rischi insiti in tale escalation “ed esserne consapevoli. E chiedersi se ciò corrisponde ai loro interessi, e, soprattutto, agli interessi dei cittadini dei loro paesi”. Peskov ha definito come un “importante elemento nuovo” il fatto stesso di discutere la possibilità di “inviare in Ucraina determinati contingenti dai paesi della Nato” mentre tutti gli altri contenuti delle dichiarazioni di Macron erano, di fatto, un “già sentito”.

P. CHIGI. “La Conferenza organizzata ieri a Parigi dal Presidente Macron ha costituito l'occasione per riaffermare, con la partecipazione del Vice Ministro Cirielli, il pieno impegno dell'Italia a sostegno dell’Ucraina nella lotta a difesa della propria sovranità e integrità territoriale. Fin dall'aggressione russa di due anni fa vi è stata piena coesione di tutti gli Alleati nel supporto da offrire a Kiev. Questo supporto non contempla la presenza sul territorio ucraino di truppe di Stati europei o NATO”. Così Palazzo Chigi in una nota. (red - deg / PO)

 

(27 FEB - DEG)

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