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CROSETTO: E’ L’ORA
DI UNA DIFESA EUROPEA

Intervistato dal Corriere della Sera, il ministro della Difesa Guido Crosetto in merito all’abbattimento di un drone Houthi da parte di una nostra nave militare, sottolinea che l’Italia non si trova nel Mar Rosso “per fare azioni di guerra, non possiamo per legge e Costituzione, ma difenderemo le nostre navi. Da cittadino sarei turbato se non ci fosse unanimità su una missione che difende i traffici marittimi nel Mediterraneo, che per noi sono vitali”. Per quanto riguarda la necessità inderogabile del sostegno a Kiev, ribadita da ultimo anche nel bilaterale Biden-Meloni e Washington, il rappresentante dell’esecutivo afferma che “aiutare l’Ucraina a difendersi è uno dei modi per evitare l’allargamento della guerra. Se Kiev fosse caduta, la Russia sarebbe arrivata in Europa e ci sarebbe stata una reazione. Come giustamente ha detto il Pentagono. Poi è chiaro che si deve lavorare per un tavolo di pace, ma senza mettere in discussione il principio che — ovunque — i confini sono sacri e il diritto internazionale va difeso”. Crosetto evidenzia inoltre l’importanza di giungere a una difesa comune europea: l’Italia, afferma, “come la maggior parte delle nazioni non può farcela a difendersi da sola. Ci dicono da anni che per godere di una difesa collettiva dovremmo almeno contribuire con il 2% del nostro Pil, ma anche su questo siamo inadempienti. Però purtroppo il mondo è cambiato repentinamente. Abbiamo pensato che l’investimento in Difesa non fosse necessario, che le forze armate servissero solo per salvataggi, una sorta di protezione civile 4.0. Tanto c’era l’America”. Bisogna dunque “coordinarsi con gli alleati, partendo dall’Europa: bisogna organizzare forze comuni, addestramento comune, far dialogare sistemi di difesa diversi per integrarli. Purtroppo siamo tra gli ultimi a capire la necessità di avere una Difesa solida. Paghiamo un retaggio culturale, un ‘antimilitarismo’ diffuso. E invece è in pace che un esercito va rafforzato, in ogni modo”. (3 mar – deg)

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