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direttore Paolo Pagliaro

MO, LONDRA: ISRAELE
HA DECISO DI REAGIRE

MO, LONDRA: ISRAELE <br> HA DECISO DI REAGIRE

“È chiaro che gli israeliani stanno prendendo la decisione di agire”. “Speriamo che lo facciano in un modo che aggravi il meno possibile la situazione”. Così il ministro degli Esteri britannico, David Cameron (nella foto), in visita in Israele per “mostrare solidarietà dopo lo spaventoso attacco da parte dell’Iran” ma anche per premere sul governo Natanyahu, come l’insieme delle altre diplomazie occidentali, affinché sia scelto un percorso di de-escalation. A tal proposito, incontrando i giornalisti, il capo della diplomazia britannica ha affermato che “È stato giusto aver chiarito il nostro punto di vista su ciò che dovrebbe accadere” in seguito all’attacco di sabato notte da parte di Teheran. “Ma è chiaro che gli israeliani stanno prendendo la decisione di agire. Ci auguriamo che lo facciano in un modo che aggravi il meno possibile la situazione. E in un modo che, come ho detto ieri, sia allo stesso tempo intelligente e tenace. Ma la vera necessità è tornare a concentrarsi su Hamas, sugli ostaggi, sull’arrivo degli aiuti, su una pausa nel conflitto a Gaza”.

Conflitto che, secondo l’ultimo bilancio reso noto poco fa dal ministero della Salute della Striscia, gestito da Hamas, avrebbe ormai provocato la morte di almeno 33.899 palestinesi e il ferimento di altri 76.664. Secondo la stessa fonte, solo nelle ultime 24 ore 56 palestinesi sarebbero stati uccisi e 89 feriti.

Intanto da Teheran il presidente Ebrahim Raisi, celebrando la giornata delle forze armate, ha ribadito che “la minima aggressione da parte di Israele sul suolo iraniano scatenerebbe un colpo potente e feroce”. “L'esercito – ha detto Raisi - è al fianco della nazione e agisce per difendere la patria, l'integrità territoriale e i valori della rivoluzione islamica”. In una conversazione avuta ieri con l’omologo russo Vladimir Putin, Raisi aveva sottolineato che le azioni dell’Iran contro lo Stato ebraico sono state “forzate” e di “natura limitata” evidenziando “il disinteresse” della repubblica islamica “per un’ulteriore escalation”. “Entrambe le parti – ha poi specificato una nota del Cremlino – hanno affermato che la causa principale degli attuali eventi in Medio Oriente è l’irrisolto conflitto israelo-palestinese. A questo proposito, sono stati confermati gli approcci di principio di Russia e Iran a favore di un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, che allenti la difficile situazione umanitaria e crei le condizioni per una soluzione politica e diplomatica della crisi”.

Intanto da parte degli Usa si fanno sempre più concrete le possibilità del varo di nuove sanzioni contro la repubblica islamica. Sia il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan che il segretario al Tesoro americano Janet Yellen hanno parlato ieri di una tale eventualità. Sullivan ha spiegato che le sanzioni cercheranno di mettere in difficoltà principalmente il programma per la fabbricazione di missili e di droni militari da parte dell’Iran. Inoltre Washington sta pensando “a nuove sanzioni contro le entità che sostengono il Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC) e il ministero della Difesa iraniano”. (17 apr / deg)

(© 9Colonne - citare la fonte)