Il tema delle armi nucleari resta drammaticamente in primo piano nell’ambito della crisi ucraina. Il nuovo “round” di botta e risposta tra stati occidentali e Russia è stato aperto dalle dichiarazioni del presidente polacco Andrzej Duda che in un’intervista a Fakt ha affermato che Varsavia è pronta ad ospitare le testate nucleari della Nato, nel caso l’Alleanza atlantica decidesse di rafforzare il suo fianco orientale di fronte allo spiegamento di nuove armi nucleari da parte di Mosca a Kaliningrad e in Bielorussia. Il capo di Stato polacco, durante la sua visita ufficiale in Canada, ha aggiunto che la questione del potenziale dispiegamento di armi nucleari in Polonia è oggetto di discussioni tra Varsavia e Washington già “da qualche tempo”. Secondo Duda, “la Russia sta militarizzando sempre più l’enclave di Kaliningrad. È in procinto di trasferire le sue armi nucleari alla Bielorussia, due territori che confinano con la Polonia. Nel giugno 2023, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato di aver trasferito le prime armi nucleari alla Bielorussia”.

A stretto giro è giunta la risposta del Cremlino secondo il cui portavoce, Dmitry Peskov, la Russia adotterà misure per “garantire” la propria sicurezza nel caso in cui la Polonia decidesse di ospitare armi nucleari sul proprio territorio, come ventilato da Duda. “I militari, ovviamente, analizzeranno la situazione e, in ogni caso, prenderanno tutte le misure di ritorsione necessarie per garantire la nostra sicurezza”, ha detto alla stampa Peskov. Intanto, per quanto riguarda le operazioni sul campo in Ucraina, l'esercito russo ha rivendicato la conquista di un villaggio nella regione di Donetsk. Il ministero della Difesa russo ha infatti dichiarato in un comunicato stampa di aver “liberato” Novomykhaïlivka, a una trentina di chilometri da Donetsk e non lontano da Vouhledar, cittadina all'incrocio tra il fronte meridionale e quello orientale che la Russia cerca di conquistare da tempo. (22 APR - DEG)