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USA, UN ALTRO
CASO FLOYD?

USA, UN ALTRO <BR> CASO FLOYD?

Un altro caso simile a quello di George Floyd – il 46enne afroamericano che nel 2020 a Minneapolis venne immobilizzato durante un arresto e morì poco dopo in ospedale, innescando proteste e scontri in tutto il Paese – rischia di infiammare gli Stati Uniti, a pochi mesi da una sfida per la Casa Bianca che si annuncia tutt’altro che serena. Frank Tyson è il nome dell’afroamericano di 53 anni morto sotto la custodia della polizia a Canton, in Ohio, dopo essere stato ammanettato con le mani dietro la schiena, inchiodato a terra e bloccato con il ginocchio sul collo dagli agenti di polizia, mentre gridava a più riprese: “Non riesco a respirare”. L’uomo – che aveva trovato riparo in un locale dopo essere finito con l’auto contro un palo elettrico – è restato immobile sul pavimento per più di cinque minuti, prima che la polizia constatasse l'assenza di battito cardiaco. Dopo diversi minuti gli viene praticata la rianimazione cardio polmonare, poi l'uomo viene portato in ospedale dove viene dichiarato morto. I fatti, avvenuti lo scorso 18 aprile, sono documentati da un video diffuso dalle forze dell’ordine, girato dalla telecamera di uno degli agenti: "Mi vogliono uccidere" aveva gridato Tyson all’apparire della polizia nel locale, chiedendo di chiamare lo sceriffo, mentre si sente una voce in sottofondo: “Ti vogliono aiutare”. Gli agenti coinvolti sono stati sospesi. Una recente indagine dell'Associated Press – riferisce il sito della Cbs - ha scoperto che le stesse parole pronunciate da Floyd e Tyson, “non riesco a respirare”, sono state ignorate in altri casi di decessi sotto la custodia della polizia. L’indagine, pubblicata a marzo, ha rilevato che sono oltre un migliaio  le persone morte in un decennio dopo che la polizia le aveva sottomesse con mezzi non destinati ad essere letali, inclusa la contenzione prona. (Roc)

(© 9Colonne - citare la fonte)