Roma, 9 lug - “L'ippica è un settore trainante del made in Italy di cui si parla troppo poco nel nostro paese, un settore trainante che potrebbe generare un indotto importante. Ormai da diversi mesi è ferma in Commissione Bilancio la proposta di legge a mia prima firma che nella scorsa legislatura aveva avuto un consenso unanime da parte dei gruppi parlamentari, che si pone un obiettivo molto semplice: quello di rendere trasparente e chiara la fiscalità legata a un'intera filiera”. Una filiera “che ha, da una parte, la sua dimensione sportiva, ma il cavallo è utilizzato in tantissime altre applicazioni, dal turismo all'ippicoltura, quindi le attività con le persone con disabilità”. Così Maria Chiara Gadda, deputata di Italia Viva, a margine di una conferenza stampa alla Camera per rilanciare la proposta di legge che “ha l'obiettivo di dire quali attività sono da inserirsi nella cosiddetta fiscalità agevolata agricola e quali sono attività commerciali: questo sarebbe un piccolo tassello che però poi deve essere unito a tanti altri. Serve una vera promozione della filiera, un investimento, perché noi rischiamo ormai di fare morire una filiera che appunto era un'eccellenza e che purtroppo rischia di non esserlo più”.
Roma, 9 lug - Allo stato attuale dell’iter della legge, fa il punto Gadda, “attendiamo il parere del ministero dell'economia e delle finanze, speriamo possa arrivare presto perché ormai la filiera attende da oltre un anno. In Commissione agricoltura l'iter è confuso ormai da diversi mesi e anche in questo caso, oltre ai gruppi parlamentari, l'intera filiera aveva espresso consenso rispetto a questo testo. Quindi io colgo l'occasione per fare un sollecito al governo: questa è una filiera che potrebbe generare un indotto importante anche dal punto di vista economico, oltre che sociale e occupazionale. E poi abbiamo la necessità anche di uniformare la questione IVA (la proposta di legge propone di ridurla al 5%, ndr) a quello che hanno fatto altri paesi, a partire dalla Francia”. L’alternativa, conclude Gadda, “è rischiare di subire una competizione internazionale che aggraverebbe ulteriormente la situazione”.
(PO / Sis)
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