di Paolo Pagliaro
Gianfranco Pacchioni, chimico italiano tra i più noti a livello internazionale, ha scritto per la rivista del Mulino il diario del suo più recente viaggio di lavoro in Cina. E’ un breve saggio sulla profonda trasformazione che sta avvenendo sotto i nostri occhi distratti. La novità – avverte Pacchioni - è che ormai la Cina ha sopravanzato i Paesi occidentali in campo scientifico. I ricercatori cinesi pubblicano più lavori nelle riviste scientifiche più prestigiose dei loro colleghi americani o europei messi insieme. In campi come la fisica e la chimica più del 70% degli articoli più citati provengono da autori cinesi. Venti anni fa i lavori a elevato impatto prodotti negli Stati Uniti erano venti volte quelli cinesi, ma nel 2022 la Cina ha superato il concorrente americano su questo indicatore. Lo stesso vale per Europa e Giappone, per cui si può ben dire che l’ordine mondiale nel campo scientifico che è stato a lungo dominato dai Paesi occidentali sta per finire.
Secondo alcuni ranking internazionali, ci sono sei o sette università cinesi nelle prime dieci al mondo con le università di Shanghai e Pechino allo stesso livello dei classici Cambridge, Harvard o Eth di Zurigo.
Di sicuro la scienza cinese è molto orientata all’applicazione dei risultati, una caratteristica che è propria di tutta la scienza asiatica, a differenza di quella europea che per tradizione storica è sempre stata attratta più dagli aspetti fondamentali e concettuali che da quelli applicativi. E dietro gli aspetti applicativi e industriali ci sono ovviamente quelli strategici e militari. Pacchioni conclude che tenere aperti canali di comunicazione e contatti con la Cina sarà sempre più fondamentale se vorremo evitare di finire completamente tagliati fuori dai processi di sviluppo scientifico e tecnologico che determineranno la nostra vita nei prossimi anni. Insomma: non si giocherà tra Biden e Trump la scommessa sul futuro.
(© 9Colonne - citare la fonte)