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Marocco, le mani della mafia su narcotraffico e migranti

 Marocco, le mani della mafia su narcotraffico e migranti

di Luca Nascimbene

Le prime avvisaglie del fenomeno mafioso in Marocco risalgono agli anni ’80, quando le tensioni sociali, economiche e politiche crearono un terreno fertile per l'ascesa di gruppi di criminalità organizzata. Originariamente, la mafia marocchina era composta da bande locali, nate come risposta alle difficoltà economiche di quartieri poveri e periferici. Nel tempo, però, queste bande si sono professionalizzate, creando un impero basato su traffici illeciti di droga, esseri umani e armi. Una delle principali fonti di potere della mafia marocchina è il controllo del traffico di hashish. Le montagne del Rif, nel nord del paese, sono conosciute per essere una delle più grandi zone di coltivazione di cannabis al mondo. Le mafie marocchine hanno saputo trasformare questo settore in un’attività redditizia, espandendo i loro affari non solo in Europa ma anche in altre regioni dell’Africa e del Medio Oriente. Le rotte del narcotraffico gestite da questi gruppi passano attraverso lo stretto di Gibilterra, collegando il Marocco alla Spagna. Una volta arrivati in Europa, la droga si diffonde rapidamente nelle principali capitali europee, generando miliardi di euro di profitto. Questi profitti non solo alimentano la crescita dell’organizzazione, ma permettono anche alle mafie marocchine di infiltrarsi in settori economici legali, riciclando denaro e acquistando potere e influenza.
Oltre al traffico di droga, un’altra attività su cui la mafia marocchina ha costruito il suo impero è il controllo dell’immigrazione illegale. Le coste del Marocco, essendo un punto di passaggio per molti migranti africani diretti in Europa, sono diventate un campo di battaglia per il controllo di questo flusso. Attraverso corruzione e violenza, le mafie organizzano vere e proprie spedizioni umane, spesso senza scrupoli nei confronti delle persone coinvolte. La rete di trafficanti è ben strutturata, con connessioni che si estendono dal Marocco fino alla Libia, passando per i deserti del Sahara e i villaggi remoti dell’Africa subsahariana. Questo traffico umano alimenta una spirale di violenza e sfruttamento, dove i migranti sono spesso tenuti prigionieri, venduti come schiavi o costretti a pagare cifre esorbitanti per il sogno di una vita migliore.
Come tutte le organizzazioni mafiose, anche la mafia marocchina non agisce da sola. Ha saputo costruire alleanze strategiche con altre reti criminali internazionali. Dalla mafia siciliana alla 'Ndrangheta calabrese, dai cartelli sudamericani alle gang nigeriane, le connessioni della mafia marocchina sono globali. Queste alleanze consentono un continuo scambio di merci, denaro e influenze politiche. Tuttavia, ciò che rende la mafia marocchina particolarmente temibile è la sua capacità di rimanere sotto il radar. A differenza di altre organizzazioni mafiose che cercano il controllo totale di un territorio, la mafia marocchina opera in maniera più discreta, infiltrandosi nei sistemi economici e sociali senza attirare troppo l’attenzione. Questo le permette di evitare i grandi conflitti con le autorità e di sopravvivere anche in periodi di forte repressione.
Un aspetto fondamentale che ha permesso alla mafia marocchina di prosperare è la corruzione. Molti funzionari pubblici, politici e membri delle forze dell’ordine sono stati comprati o intimiditi per chiudere un occhio sulle attività criminali. Questo sistema di connivenze garantisce alla mafia marocchina la possibilità di operare indisturbata in molte aree del paese, e di espandere le sue attività anche oltre i confini nazionali.

Nel tempo, la mafia ha costruito un vero e proprio stato parallelo, con le sue leggi, la sua giustizia e il suo sistema di potere. Chiunque osi opporsi viene eliminato senza pietà, creando un clima di paura e omertà che permea molti strati della società marocchina. Nonostante la sua potenza, la mafia marocchina è sotto pressione. Le autorità internazionali hanno intensificato gli sforzi per fermare il traffico di droga e smantellare le reti di immigrazione clandestina. Tuttavia, la resilienza di queste organizzazioni è sorprendente. Anche quando un leader mafioso viene arrestato o ucciso, c’è sempre qualcuno pronto a prendere il suo posto. La lotta contro la mafia marocchina non è solo una questione di repressione, ma richiede anche un profondo cambiamento sociale ed economico. Finché ci saranno povertà, disuguaglianza e mancanza di opportunità, queste organizzazioni continueranno a trovare nuovi membri pronti a tutto pur di sopravvivere.
La mafia marocchina è un fenomeno complesso, radicato in anni di storia e di disuguaglianze. Le sue connessioni internazionali, la capacità di adattarsi e l’abilità di corrompere le istituzioni ne fanno una delle organizzazioni criminali più pericolose e difficili da sradicare. Tuttavia, la sua esistenza mette in luce anche le profonde ferite della società marocchina, ferite che richiedono una cura che va oltre la semplice repressione.
Le ombre di Casablanca continueranno a estendersi, a meno che il Marocco e la comunità internazionale non riescano a trovare una via per spezzare il ciclo della violenza e della corruzione, offrendo alternative reali alle generazioni future.

 (da www.agoravox.it)

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