di Paolo Pagliaro
Le ultime elezioni regionali sono state vinte da tre sindaci: in Liguria da Marco Bucci sindaco di Genova; in Emilia Romagna da Michele De Pascale sindaco di Ravenna e in Umbria da Stefania Proietti sindaca di Assisi. E’ ai sindaci che la politica si rivolge per ritrovare un legame con elettori sempre più disaffezionati. E’ una popolarità che si ostina a resistere nonostante il tracollo degli indici di fiducia nei confronti delle istituzioni.
Chi ha seguito i lavori dell’assemblea dell’Anci, conclusasi oggi a Torino, ha raccolto testimonianze di prima mano sull’impegno dei comuni per la manutenzione quotidiana della democrazia, sulla qualità degli interventi in ambiti come la sicurezza e l’integrazione, l’assistenza sociale, la digitalizzazione dei servizi, la transizione energetica, la sanità, il superamento dei divari territoriali. Ha sentito i sindaci dei piccoli comuni alle prese con il dramma dello spopolamento e quelli delle grandi città alle prese con gli stravolgimenti ambientali, sociali ed economici causati dal sovraffollamento turistico, che fino a ieri era un problema e adesso è un’emergenza.
A Torino, il capo dello Stato ha detto che i Comuni sono uno snodo di programmazione e di rilancio dell'intero sistema Paese. Ma è un ruolo che il Parlamento fatica a riconoscere. Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli e nuovo presidente dell’Anci, ha ricordato gli oltre 8 miliardi di tagli ai programmi pluriennali di investimento. E la nuova legge di bilancio che l’anno prossimo impedirà di sostituire il 25% dei dipendenti che andranno in pensione. Una beffa per amministrazioni chiamate a realizzare il Pnrr e in difficoltà per la mancanza di personale qualificato.