Lugano – Non solamente libertà di cura, ma soprattutto attenzione al paziente, un diverso approccio ai trattamenti e un impegno nella ricerca. Sembrano essere queste le principali motivazioni che spingono le coppie italiane a rivolgersi ai centri per la procreazione medicalmente assistita (Pma) oltre confine. Secondo i dati dell'Osservatorio sul Turismo Procreativo, delle oltre 4.000 coppie che nel 2011 hanno "migrato" alla ricerca di un figlio, 1.530 hanno scelto la Svizzera e, di queste, due su tre si sono fermate a Lugano. “L'anno scorso si sono rivolte a noi più di mille coppie provenienti dall'Italia”, afferma Thierry Suter, specialista in Medicina della riproduzione e tra i fondatori del centro per la fertilità ProCrea di Lugano. “Nella maggior parte dei casi ci siamo trovati davanti a situazioni che necessitavano di trattamenti e cure praticati anche in Italia”. La scelta della Svizzera non è quindi un passaggio obbligato per bypassare la Legge 40. (9colonne)
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