Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Filef: in un e-book l’esperienza migratoria delle giovani donne italiane

Filef: in un e-book l’esperienza migratoria delle giovani donne italiane

La dimensione dell’emigrazione femminile degli ultimi 15 anni è ancora scarsamente conosciuta. La Federazione italiana lavoratori emigranti e famiglie (FILEF) ha realizzato una prima indagine attraverso interviste e ricerche in diversi paesi europei e in Argentina: è nato così l’e-book “Esperienza migratoria delle giovani donne italiane”, appena pubblicato, che vuole essere un contributo alla riflessione su un fenomeno che sta assumendo un rilievo quantitativo e qualitativo importante e che sta caratterizzando la nuova emigrazione italiana. L’e-book è una prima raccolta di storie di vita che offrono alcune coordinate utili alla comprensione del fenomeno migratorio femminile di oggi. Attraverso i casi pubblicati è possibile esaminare il nuovo protagonismo delle giovani donne che sono emigrate dal 2008 in poi (anno di inizio della grande crisi economica e a cui generalmente si fa riferimento per la ripartenza di nuovi flussi di emigrazione dall’Italia), le loro attività lavorative all’estero, i vincoli familiari e ambientali con i luoghi di partenza, i percorsi di inserimento sociale, culturale e di partecipazione nei luoghi di arrivo. I racconti e le testimonianze sono stati raccolti dalle dirigenti e attiviste della Rete FILEF all’estero. Si va dall’Argentina, rappresentata da Adriana Bernardotti, sociologa, che propone, attraverso i racconti di giovani donne italiane arrivate dopo il 2008 e iscritte alla mailing list La Tanas, la sintesi di una ricerca più ampia da lei sviluppata, alle singole testimonianze dal Belgio proposte da Angela Gulotta, tra le quali prevalgono le esperienze di ragazze del Sud d’Italia.

Dal racconto di una giovane pugliese in Francia proposto da Maria Vitali Volant (ex insegnante e bibliotecaria) alle interviste realizzate da Maurella Carbone (ex insegnante a Francoforte), attraverso le quali vengono fornite, tra l’altro, utili coordinate per conoscere i problemi legati al riconoscimento dei titoli di studio acquisiti in Italia. Dal lavoro di ricerca promosso da Maria Luisa Caldognetto (storica dell’emigrazione italiana in Lussemburgo), alle rielaborazioni e integrazioni delle inchieste promosse da Morena La Barba (sociologa) in Svizzera che soffermandosi, tra l’altro, sul periodo del Covid, fornisce elementi utili alla conoscenza delle norme che regolano gli ingressi e i soggiorni nel Paese unitamente a quelle per affrontare le differenze di genere (salario, lavoro etc). A sua volta, Lara Olivetti, (giurista), partendo da una più ampia indagine, propone un quadro dettagliato delle caratteristiche sociodemografiche della popolazione femminile di nuova emigrazione in Svezia. Erika Bucca, della Filef Basilicata, propone invece i racconti di quattro giovani donne meridionali in 4 Paesi europei (Inghilterra, Irlanda, Scozia, Danimarca) e se, da un lato, fornisce spunti per apprezzare la permanenza di forti vincoli con i luoghi di partenza, dall’altro sottolinea la scarsa probabilità di qualsiasi ipotesi di rientro in Italia da parte delle interessate. Infine, il saggio di Edith Pichler fornisce, dallo scenario tedesco, e berlinese in particolare, un approccio storico interessante del passaggio da un’emigrazione femminile prevalentemente al seguito di quella maschile, a quella contemporanea ampiamente indipendente e talvolta maggioritaria rispetto a quella maschile, soprattutto, proprio dal 2008 ai giorni nostri. Nella prefazione Antonella Dolci, presidente della FILEF, scrive che “il loro obiettivo comune è chiaro: integrarsi, inserirsi nel Paese di accoglienza, acquistarvi tutti i diritti di cittadinanza”. (red - 10 feb)

(© 9Colonne - citare la fonte)