di Paolo Pagliaro
Luigi Ferrajoli, filosofo del diritto, trova molti giovani nelle sale in cui presenta la sua proposta di Costituzione per la Terra, una costituzione sovrannazionale, condivisa e garantita da tutti, in grado di porre limiti e controlli ai poteri dei nuovi padroni del mondo. Negli ultimi anni “Costituente Terra” è diventato un movimento d’opinione presente soprattutto nelle università del Sudamerica, dove Ferrajoli è di casa.
Poiché di utopie c’è bisogno nei momenti peggiori della storia, è prevedibile che avrà buona accoglienza anche “Liberi e uguali”, il saggio di Daniel Chandler pubblicato in questi giorni da Laterza. Il libro – consigliato da lettori esigenti come Thomas Piketty e Amartya Sen - si propone come il manifesto per una società giusta.
Nella storia, scrive Chandler, i sogni utopici di una società migliore sono sempre stati la linfa vitale del progresso. Molto di ciò che oggi diamo per scontato – la libertà dalla schiavitù, il suffragio universale, l’esistenza dello Stato sociale – un tempo non era altro che il parto dell’immaginazione di riformatori sociali idealisti.
L’agenda proposta nel libro risponde ai canoni di un’utopia per così dire realistica: si parla di istruzione, leggi elettorali, congedi parentali, reddito universale, salario minimo, partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende, tassazione dei patrimoni più alti, limiti nell’uso delle emissioni di carbonio.
Il professor Chandler ha scritto il suo libro a Londra nel 2023, ma il tutto si adatta perfettamente all’Italia del 2025.
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