Nei giorni scorsi New York ha ospitato la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo 2024, una delle pubblicazioni più significative della Fondazione Migrantes, che ogni anno restituisce una fotografia aggiornata dei movimenti migratori italiani. L’evento, che si è svolto presso la Saint Patrick’s Old Cathedral School, ha visto la partecipazione di numerosi esperti, rappresentanti delle istituzioni e membri della comunità italiana negli Stati Uniti, tra cui il Console Generale d’Italia a New York, Fabrizio Di Michele, Christian Di Sanzo, deputato per il Nord e Centro America, Silvana Mangione Vicesegretaria Generale CGIE, Delfina Licata, curatrice del Rapporto e Mons. Gian Carlo Perego – Presidente Fondazione Migrantes. L'incontro ha offerto uno spunto di riflessione sulle nuove dinamiche migratorie, sottolineando la crescente complessità del fenomeno, il particolare rapporto tra partenze e ritorni, e il legame tra l’Italia e le comunità italiane all’estero, in particolare a New York, città simbolo di molte delle storie di emigrazione italiane. La giornata è iniziata con una Messa celebrata nella storica Saint Patrick’s Old Cathedral, un luogo che ha un forte valore simbolico per la comunità italiana di New York. La chiesa, che un tempo era il cuore pulsante della Little Italy, è stata il punto di riferimento per gli italiani che, arrivati negli Stati Uniti, dovevano lottare per ottenere qualsiasi diritto. Inizialmente, gli irlandesi permettevano agli italiani di celebrare la Messa solo nello scantinato, ma con il tempo la comunità italiana è riuscita a conquistare il proprio spazio in un luogo sacro che ora rappresenta un simbolo di integrazione e crescita. Questo aspetto è stato evidenziato da Don Luigi Portarulo, responsabile della Comunità Cattolica Italiana di New York, che ha sottolineato l’importanza di unire le comunità italiana e italo-americana, mantenendo vivi i legami con le radici, ma guardando al futuro con spirito di inclusione. L’evento pomeridiano si è concentrato sulla presentazione dei dati contenuti nel Rapporto Italiani nel Mondo 2024, che evidenziano un’Italia in costante cambiamento, attraversata da migrazioni sempre più complesse. Dal 2006, il numero di italiani iscritti all'AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero) è quasi raddoppiato, superando i sei milioni di residenti all'estero. Un dato significativo che riguarda soprattutto i giovani tra i 18 e i 34 anni, ma anche un crescente numero di famiglie con figli e pensionati. Delfina Licata, curatrice del Rapporto, ha spiegato che l’emigrazione italiana è ormai "unica nella storia" per la varietà dei profili coinvolti, che non seguono più i modelli del passato. Oggi, l’emigrazione riguarda una pluralità di motivazioni e contesti, e richiede una narrazione più sfaccettata, che tenga conto delle storie individuali, ma anche delle dinamiche sociali e culturali globali. Il Console Generale d’Italia a New York, Fabrizio Di Michele, ha messo in evidenza l’importanza di rafforzare il legame tra gli italiani all’estero e le istituzioni italiane. Ha sottolineato come il Consolato si stia impegnando a offrire servizi sempre più adeguati per rispondere alle esigenze della crescente comunità italiana a New York, ma anche per mantenere vivo il dialogo tra il nostro Paese e i connazionali all'estero. In un contesto di mobilità globale, la partecipazione attiva delle comunità italiane all’estero è fondamentale per contribuire alla crescita dell’Italia, non solo sul piano economico, ma anche culturale e sociale. Silvana Mangione, vicesegretaria generale del CGIE, ha approfondito il ruolo fondamentale del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero, che lavora per difendere i diritti degli italiani fuori dai confini nazionali. Mangione ha evidenziato l’importanza di una politica migratoria che non solo garantisca diritti, ma che favorisca anche l’integrazione dei nuovi cittadini italiani, offrendo loro la possibilità di essere parte attiva della società. Christian Di Sanzo, deputato del Pd per il Nord e Centro America, ha esortato a non dimenticare le difficoltà e i sacrifici dei migranti italiani nel passato, ma anche a riconoscere il valore che le nuove generazioni di italiani all’estero stanno apportando alla società globale. Ha ribadito l’importanza di riconoscere il contributo delle comunità italiane nel mondo, e di rafforzare il loro legame con l’Italia attraverso un impegno condiviso per il futuro del Paese. Un altro tema centrale del Rapporto riguarda la cittadinanza. Matteo Bracciali, vicepresidente della Federazione delle Acli Internazionali, ha sottolineato come la riforma della legge sulla cittadinanza, dopo oltre 30 anni, sia ormai urgente. Ha spiegato che l’Italia deve fare i conti con le nuove generazioni di italiani che sono nati e cresciuti nel Paese, ma che non sono ancora riconosciuti come cittadini a pieno titolo. Bracciali ha ribadito che la cittadinanza deve essere vista come un’opportunità di integrazione e partecipazione attiva nella vita politica e sociale. Fondamentale anche la revisione delle procedure che consentono, a chi è partito anni fa dall’Italia, di poter chiedere la cittadinanza italiana attraverso lo Ius Sanguinis. In chiusura, Mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, ha invitato a guardare al futuro con una nuova visione delle migrazioni, che veda la mobilità come un'opportunità e non come una minaccia. "L’Italia ha bisogno di una cultura nuova, che parta dall'analisi dei dati e che permetta di raccontare le storie delle persone, i volti e le esperienze di chi è in cammino", ha concluso Perego, evidenziando come l’Italia debba aprirsi alle nuove sfide globali, aprendosi a chi cerca una vita migliore. L’evento, moderato da Stefano Albertini – Direttore Casa Italiana Zerilli Marimò NYU, ha visto tra i protagonisti anche Emiliano Manfredonia – Presidente Acli, Paolo Ricotti – Presidente Patronato Acli, Stefano Maruso – Direttore Patronato Acli USA, che ha anche presentato il trailer del video “Biblioteca Vivente”, un progetto con interviste di italiani e italoamericani residenti in America. La serata, ricca di riflessioni e di testimonianze, si è conclusa con l’auspicio che l’Italia possa affrontare le sfide della migrazione con maggiore apertura, riconoscendo il valore dei propri cittadini all’estero integrandoli pienamente nella costruzione del futuro del Paese e riallacciando i rapporti con le diverse comunità di italo-discendenti.
CONSOLE A NEW YORK: COSI’ ASSISTIAMO I NOSTRI CONNAZIONALI
"Oltre l'attività centrale del Consolato che riguarda i servizi per i cittadini italiani, sempre più numerosi, c’è tutta un’altra parte fondamentale della nostra attività che ha invece a che fare con il ruolo e la penetrazione all’interno delle comunità ed è fatta da attività di aggregazione tra pezzi diversi d’Italia che si trovano qua o pezzi diversi di comunità italiane e comunità italo-americane, che tra di loro non sempre parlano”. Lo dichiara a 9Colonne il Console Generale d’Italia a New York, Fabrizio Di Michele, in occasione della presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo 2024 (RIM), realizzato dalla Fondazione Migrantes presso la Saint Patrick’s Old Cathedral School a New York. “C’è anche un’attività promozionale dell’Italia, nel senso di lingua e cultura, ma anche del business, dei nostri interessi e capacità tecnologici, scientifici. Quindi l’attività del Consolato è fatta di diversi tasselli” conclude.
LICATA (MIGRANTES): SIAMO IL PAESE DELLE MOBILITA’ PLURIME
"Siamo il paese delle mobilità plurime, siamo cresciuti di oltre il 106% come donne italiane all’estero e siamo raddoppiati come comunità italiana. Quando pensiamo a una città come New York diventa per noi necessario considerarla un laboratorio di vita, di idee, anche in proiezione di quelle che sono le nuove tematiche collegate alla mobilità degli italiani e italiane di ieri e di oggi”. Lo dichiara a 9Colonne Delfina Licata, curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes, a margine dell’evento “Italian American Sounds Good. New Italians in the USA, the value of the citizenship” che si è svolto nei giorni scorsi presso Italian American Museum di Little Italy, a New York. “Uno dei temi è dunque quello del turismo delle radici, ovvero ancorare l’Italia e alcuni suoi territori che hanno delle fragilità a quelle che sono le risorse date dalla nostra presenza da tempo e dalla nuova mobilità che tende a considerarsi comunque parte di un’Italia da cui si è partiti ma anche di un’Italia a cui bisogna continuamente guardare” conclude.
LICATA: IL RIM PER LA PRIMA VOLTA A NY, CRESCE LA MOBILITA’ ITALIANA
“È la prima volta del Rapporto Italiani nel Mondo qui a New York. Abbiamo scelto di venire insieme ai compagni di viaggio di una vita, le Acli, e abbiamo realizzato questi giorni di incontri proprio per attenzionare non soltanto quella che è la presenza degli italiani in questa città oggi, ma anche raccontare la memoria”. Lo dichiara a 9Colonne Delfina Licata, curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes, a margine dell’evento “Italian American Sounds Good. New Italians in the USA, the value of the citizenship” che si è svolto nei giorni scorsi presso Italian American Museum di Little Italy, a New York. “La mobilità italiana sta crescendo, siamo cresciuti del 100% e questa percentuale tende ancora ad aumentare” aggiunge. “Speriamo che questo evento diventi un appuntamento annuale” conclude.
MANGIONE: IL CGIE AL LAVORO PER GLI ITALIANI ALL’ESTERO
"Il CGIE è il Consiglio Generale degli Italiani all’estero, nato con una legge del Parlamento italiano. Ha come Presidente il Ministro degli Affari Esteri. Siamo eletti per due terzi in tutto il mondo in rappresentanza delle comunità italiane all’estero e per un terzo in rappresentanza degli enti e delle istituzioni che si occupano di italiani all’estero e vivono principalmente in Italia”. Lo dichiara a 9Colonne Silvana Mangione, Vicesegretario Generale Consiglio Generale degli Italiani all'estero (CGIE), in occasione della presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo 2024 (RIM), realizzato dalla Fondazione Migrantes presso la Saint Patrick’s Old Cathedral School a New York. “Abbiamo quattro compiti per la protezione dei diritti dei nostri connazionali che stanno fuori dallo stivale” spiega. “Il primo compito è quello di conoscere la facoltà conoscitiva; quindi, facciamo ricerche in determinati campi che sono di particolare importanza per tutti noi. Abbiamo una facoltà consultiva, nel senso che il governo e il Parlamento devono chiederci il parere sugli atti che intendono trasformare in realtà a favore degli italiani all’estero. Abbiamo capacità propositiva, quindi proponiamo progetti di legge e infine abbiamo facoltà programmatoria attraverso un’altra istituzione che si chiama Conferenza Permanente Stato-Regioni-Province Autonome Consiglio generale degli italiani all’estero che serve a stabilire e portare avanti per un triennio tutte le politiche necessarie a far meglio vivere la comunità italiana all’estero che sta crescendo a dismisura” conclude.
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