(25 set) Nel Medioevo, la parola francese “franchise” (franchigia) indicava la concessione di un privilegio da parte di un sovrano, con il quale si rendevano autonomi sia gli Stati sia i cittadini. È questa l’origine del termine “franchising”, con il quale oggi si indica invece un contratto tra un imprenditore, denominato “franchisor”, che concede ad un altro imprenditore, “franchisee”, il diritto di esercitare un’attività di servizi, produzione di beni o rivendita di prodotti, utilizzando il marchio e l’insegna del frachisor stesso. In Italia (in cui la data di nascita del fenomeno risale al 18 settembre 1970, quando un’azienda della grande distribuzione, la Gamma d.i., inaugurò a Fiorenzuola il primo di 55 punti vendita gestiti direttamente da una decina d’affiliati) il franchising muove un giro di affari di oltre 23 miliardi di euro, secondo dati forniti dal rapporto Assofranchising Italia 2012. Ma secondo quanto emerge dallo stesso rapporto, curato in collaborazione con l’Osservatorio permanente sul Franchising, le reti in franchising italiane continuano il loro sviluppo all’estero con tassi di crescita di assoluta importanza. “Lo studio, che si basa sui dati di chiusura 2012 dei 938 franchisor attivi in Italia (ovvero con almeno 3 punti vendita tra diretti e franchising), ha evidenziato come tra questi siano 212 le aziende che sviluppano a livello internazionale il proprio format franchising – si legge in una nota diffusa dal servizio studi di Assofranchising -. Il dato sul numero di insegne operanti all’estero è in leggero calo rispetto al 2011 (9 insegne in meno, ‐4,1%). Tale calo è dovuto principalmente alla volatilità delle insegne che tentano un approccio verso l’estero con un primo punto in franchising senza ottenere un riscontro tale da mantenere l’espansione. Andando infatti ad analizzare il numero dei punti vendita esteri il dato risulta infatti in netta crescita. Nel 2012 i franchisee ‘internazionali’ sono stati infatti 7.714, in aumento del 5,1% rispetto alla precedente rilevazione. Il dato – sottolinea la nota - conferma quindi la crescita di franchisor più strutturati, attivi sui mercati esteri da più tempo”. (Red)
SCHEDA / DOMINANO FASHION E RISTORAZIONE
Analizzando la tipologia di franchisor presenti all’estero è evidente il predominio del fashion con 123 franchisor e 3.654 punti vendita in franchising tra abbigliamento, intimo, calzature, pelletteria e accessori che da soli valgono quindi il 47,4% del totale dei franchisee diffusi all’estero. Altro settore tradizionalmente molto forte è quello della ristorazione con 38 insegne italiane all’estero e 1.283 punti vendita in franchising. Il settore è particolarmente prolifico negli ambiti della caffetteria in franchising. Molto limitata invece la presenza di servizi di fast food, pizzerie o altra ristorazione a tema e non.