Katmandu - Anche in Nepal si è tornati a scuola. Sono 31, contro le 19 ipotizzate inizialmente, le strutture scolastiche “temporanee” realizzate nel Paese himalayano distrutto dal terremoto dello scorso 25 aprile, grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna e dei Comuni di Pavullo, San Felice sul Panaro e Colorno. È il dato più significativo segnalato nell’incontro con Gvc, la onlus con sede a Bologna, componente della rete Agire (Agenzia italiana di risposta alle emergenze), sullo stato di avanzamento del progetto ‘A Rasuwa si torna a scuola’. In tutto sono state allestite 60 aule scolastiche, dotate di servizi igienici oltre che di prodotti per la prima igiene e la potabilizzazione dell’acqua, a favore di 2.142 (contro i 1.520 previsti inizialmente) studenti e di 79 (a fronte dei 76 previsti dal progetto) insegnanti. Per questi ultimi sono stati organizzati anche corsi di formazione per il supporto psico-sociologico ai bambini traumatizzati dalla catastrofe, che nel territorio nepalese ha provocato 8.856 vittime e gravi danni a 600.000 abitazioni. L'intervento si è concentrato a Rasuwa, uno dei distretti nepalesi maggiormente colpiti dal terremoto e dove il 95 per cento delle costruzioni erano crollate. Il progetto sostenuto dalla Regione è stato finanziato con 68mila euro, stanziati in base alla legge regionale 12 del 2012 sulla cooperazione internazionale che consente di intervenire con iniziative straordinarie a sostegno di Paesi colpiti da eventi eccezionali e calamità, e si è concentrato nei villaggi fuori dalla capitale rimasti isolati per via dei collegamenti interrotti. (9colonne)
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