Shanghai – L’Italia, secondo produttore mondiale di olio extra vergine di oliva, mantiene questa posizione anche per quanto riguarda le importazioni di oli di oliva in generale in Cina dove la concorrenza è molto agguerrita. L’olio extra vergine italiano deve difendersi dalla pressione esercitata da reti di vendita locali che immettono sul mercato prodotto a prezzi altamente competitivi e da attori internazionali come gli Stati Uniti e l’Australia. L’Italia detiene ancora oggi una quota del 20% del mercato totale delle importazioni in Cina per un controvalore di 32 milioni di dollari. E’ quanto emerge dal seminario con corso di degustazione sull’olio extra vergine di oliva italiano di qualità, che si tiene alla fiera FHC di Shanghai. Un’iniziativa riservata a giornalisti e buyer cinesi che rientra tra le attività di collaborazione tra Agenzia ICE, settore Agroindustria, ed il Consorzio Olivicolo Italiano finalizzata a promuovere, in tutto il mondo, la cultura del consumo consapevole dell’olio extra vergine di oliva di qualità prodotto in Italia, da imprese italiane. Nel 2014, le importazioni totali cinesi di olio d'oliva sono state pari a 153 milioni di dollari. Nel 2014 la Cina ha importato l’86% di olio vergine di oliva da Spagna, Italia e Grecia che sono, con il 90% del mercato, i principali fornitori cui si aggiungono Tunisia e Turchia, entrambe con il 3% del mercato. (9colonne)
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