Si stimano in 50 mila 724 le persone senza dimora che, nei mesi di novembre e dicembre 2014, hanno utilizzato almeno un servizio di mensa o accoglienza notturna nei 158 comuni italiani in cui è stata condotta l'indagine. Tale ammontare corrisponde al 2,43 per mille della popolazione regolarmente iscritta presso i comuni considerati dall'indagine, valore in aumento rispetto a tre anni prima, quando era il 2,31 per mille (47 mila 648 persone). E’ quanto emerge dalla seconda indagine sulla condizione delle persone che vivono in povertà estrema condotta a seguito di una convenzione tra Istat, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora (fio.Psd) e Caritas Italiana.
LA SEPARAZIONE DAL CONIUGE - La perdita di un lavoro stabile insieme alla separazione dal coniuge e/o dai figli si confermano come gli eventi più rilevanti del percorso di progressiva emarginazione che conduce alla condizione di “senza dimora”; un peso di un certo rilievo, seppure più contenuto, lo hanno anche le cattive condizioni di salute (disabilità, malattie croniche, dipendenze). Dal 2011 al 2014, si stima un forte aumento delle persone senza dimora che hanno vissuto una separazione, dal 59,5% al 63%, leggermente più accentuato tra gli stranieri (dal 54,4% al 57,8% rispetto al passaggio dal 67% al 69,6% rilevato tra gli italiani). La perdita del lavoro stabile non è più l’evento maggiormente diffuso: nel 2014 ha riguardato il 56,1% delle persone senza dimora (61,9% nel 2011), variando tra il 48,4% degli stranieri (era il 55,9%) e il 66,1% degli italiani (era il 70,6%).
RITROVARSI SENZA DIMORA È IL RISULTATO DI PIÙ FATTORI - Poco più di un quarto delle persone senza dimora (25,4%) ha problemi di salute, in calo rispetto al 2011, (31%); la diminuzione ha riguardato soprattutto la componente italiana:( 41,7% del 2011 è scesa al 31,4% del 2014 (tra gli stranieri dal 23,7% al 20,8%). Rimane residuale la presenza di coloro che non hanno vissuto alcuno di questi eventi (16,5%) o che ne hanno vissuto uno (32,6%); ciò conferma che l’essere senza dimora è quasi sempre il risultato di un processo multifattoriale. La maggior diffusione dell’evento separazione rispetto al 2011 si riflette nell’aumento delle persone senza dimora che vivono sole (da 74,5% a 78,3%); tra gli italiani si osserva anche una riduzione significativa della quota di chi vive con familiari diversi da coniuge/partner/figli o con amici (da 12,1% a 9,3%). Nonostante vivano più spesso da soli, si mantiene maggioritaria la percentuale di chi ha i contatti con i familiari: 59,3% tra gli italiani e 72,4% tra gli stranieri (ma questi ultimi diminuiscono rispetto al 78,3% del 2011). Quasi i tre quarti delle persone senza dimora dichiarano, infine, di avere amici (74,9%), soprattutto al di fuori della cerchia dei senza dimora (63,6%). (Red – 10 dic)