Roma, 23 ott – “Abbiamo convocato questa conferenza per denunciare una situazione allarmante: si opera un taglio per le comunità italiane all’estero incredibile. Si va da 73 milioni di euro a 31 milioni, con una riduzione del 60%. Un taglio di questa natura mette in discussione la possibilità per i nostri connazionali di realizzare attività culturali come i corsi di lingua, che sono fondamentali per la crescita della loro identità. Mette in discussione inoltre l’assistenza previdenziale e la rappresentanza degli italiani all’estero”. Piero Fassino, ministro degli Esteri del governo ombra del Pd, ha spiegato così la decisione di convocare un incontro con la stampa per denunciare i tagli previsti nella nuova finanziaria per le comunità italiane all’estero. All’incontro erano presenti anche Maurizio Chiocchetti, responsabile del Pd estero, oltre ai deputati eletti all’estero Franco Narducci e Laura Garavini. Chiocchetti ha spiegato che anche il Pd estero sabato sarà in piazza e che “lo slogan della manifestazione sarà ‘ci tagliano la lingua” facendo riferimento ai fondi per i corsi di lingua italiana all’estero. “Si parla di tagli di un terzo rispetto ai fondi dello scorso anno – ha detto – E si taglia anche sulla democrazia: Mantica ha detto che i nostri cittadini all’estero dovranno venire in Italia per votare: noi ci impegneremo dunque perché si torni indietro e arrivi forte la nostra voce”. “Le cifre si commentano da sole – ha aggiunto Fassino –. Se guardiamo solamente al taglio dei contributi per gli enti, le associazioni e i comitati per l’assistenza educativa, scolastica e culturale si parla di una riduzione di 19.500.000 euro: si è passati infatti dai 34 milioni stanziati lo scorso anno ai 14.500.000 di questa nuova legislatura. Le riduzioni dei finanziamenti destinati agli organi di rappresentanza (Comites e Cgie) incidono gravemente sul diritto alla partecipazione degli italiani all’estero alla vita politica e sociale del Paese La maggioranza ha inoltre rimandato le elezioni del 2009 che dovevano rinnovare questi organi. Il Pd ritiene che tutto ciò sia ingiustificato e grave: in questo modo infatti si disconosce il valore delle comunità degli italiani all’estero, si allentano i rapporti con la madrepatria e si riducono i servizi e l’assistenza per milioni di nostri connazionali”. “Chiediamo che questo piano venga rivisto – ha continuato il ministro degli Esteri del governo ombra del Pd – e che si apra un confronto fra maggioranza e opposizione, oltre che con i rappresentanti parlamentari all’estero per garantire un bilancio diverso. Con questo governo sembra abolita ogni possibilità di dare rilevanza istituzionale agli italiani all’estero: basti pensare che non esiste più un ministro o un viceministro che li rappresenta, ma solo un sottosegretario. Senza contare tutte le discriminazioni: non si capisce, infatti, perché le detrazioni per carichi di famiglia non valgano per i cittadini che risiedono in Italia ma che hanno attività all’estero. Così come non è chiaro il motivo per cui l’abolizione dell’Ici sulla prima casa non valga per i connazionali che vivono all’estero ma hanno casa nel nostro Paese”. “Questo evidenzia una disattenzione estrema per una parte dell’Italia che vive nel mondo – ha spiegato il parlamentare – Le nostre comunità all’estero sono ormai parte integrante delle nazioni in cui vivono, che ne riconoscono il valore aggiunto. Non è possibile che siamo proprio noi a non capire la loro importanza. Chiediamo che la considerazione dei nostri connazionali non sia solo teorica, ma anche valorizzata con i fatti. Tradurremo questo nostro impegno con la manifestazione del 25 ottobre, con delle iniziative correlate e con emendamenti da presentare in Parlamento. Il centro-destra deve capire che le comunità degli italiani all’estero non sono uno strumento di propaganda elettorale, ma migliaia di uomini e donne che hanno delle esigenze e delle aspettative concrete”. “Per ora non sembra esserci nessuna volontà di dialogo: il governo si è arroccato su questi numeri e non sembra volere un confronto – ha sottolineato Fassino – Il Pd invece vuole creare un confronto di merito nelle commissioni parlamentari e con i rappresentanti parlamentari. Le proposte che avanziamo non hanno un colore politico o di una valenza di partito, sono solo richieste per aiutare tutti i nostri connazionali. Ci auguriamo quindi che in questa battaglia troveremo anche l’appoggio dei deputati eletti nel centro-destra. Fin qui non abbiamo avuto riscontro alle nostre proposte. Cercheremo dunque di evidenziare la gravità di questi tagli con iniziative di sensibilizzazione. Speriamo che tutto ciò apra gli occhi al governo”.
(Erg/Sis)
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