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Elezioni tedesche
Merkel è a rischio

Elezioni tedesche <br> Merkel è a rischio

di Ester Sabatino

(6 aprile 2017) Il prossimo 24 settembre la Germania è chiamata alle urne: le elezioni politiche vedranno numerosi partiti scendere in campo, ma l’attenzione si concentra sullo scontro tra l’Spd - socialdemocratici - e la Cdu/Csu – cristiano sociali. Con il voto, i cittadini andranno a determinare la composizione del Bundestag, il Parlamento e, di conseguenza, eleggeranno solo indirettamente il loro cancelliere. Essendo il sistema elettorale tedesco un sistema misto, c’è un doppio metodo di conteggio delle preferenze per i 598 membri del Bundestag. Ogni cittadino, infatti, può compiere due scelte di eguale importanza. La prima va a determinare la metà dei membri del Parlamento (299), tramite la scelta diretta del candidato di circoscrizione, il cui seggio viene assegnato a maggioranza dei conteggi elettorali. Con il secondo voto si sceglie invece la distribuzione dei seggi tra i partiti, che determinerà la composizione di possibili maggioranze di governo. Dal conteggio dei secondi voti vengono ignorate le preferenze per partiti che non raggiungono la soglia di sbarramento del 5% o che non riescano a guadagnare almeno tre seggi uninominali tramite il primo voto. In altre parole, i cittadini eleggono il/la cancelliere/a solo indirettamente e attraverso le preferenze date al partito di appartenenza dei candidati. Al di sopra della soglia di sbarramento del 5%, per la prima volta dalla sua fondazione nel 2013 l’Alternative für Deutschland (AfD) potrebbe entrare nel Bundestag. L’AfD, partito xenofobo e di estrema destra, che al momento registra attorno all’8 % delle preferenze, potrebbe risultare il terzo maggiore partito, se riuscirà a superare la Linke (attualmente al 9%), mentre i Verdi (7.5%) e l’Fdp, i liberali (5%), non raccolgono al momento grandi consensi. Ciò sarebbe una novità per Berlino, ma l’incertezza dei sondaggi e i recenti sviluppi vedono l’AfD subire oscillazioni nelle intenzioni di voto: la partita resta aperta. Il congresso della Cdu ha confermato la cancelliera Angela Merkel come candidata del partito per le elezioni del prossimo autunno con il 95 per cento dei consensi all’interno dell’Union. Nonostante l’alta percentuale di suffragi, bisogna evidenziare che il consenso all’interno del partito per la cancelliera che si prepara ad affrontare la quarta candidatura, dopo 12 anni ininterrotti di governo, diminuisce. Dall’elettorato tedesco la Merkel è valutata positivamente date le sue capacità di governo e la sua esperienza nel gestire le crisi. Nel periodo di incertezza dettata dalla Brexit e dalla nuova presidenza statunitense, essere rappresentati da qualcuno che conosca gli interlocutori interni ed internazionali e che sia in grado di far valere i propri interessi nazionali e regionali risulta essere di primaria importanza. Certo, il rischio che si corre dopo così tanti anni di governo è la necessità di doversi reinventare e di adattarsi alle esigenze di rinnovamento interno. In risposta a quest’esigenza di rinnovamento politico, Martin Schulz, ex presidente del Parlamento europeo, è stato eletto con il 100% dei consensi alla guida dell’Spd, evento unico nella storia del partito. La decisione del vice cancelliere Sigmund Gabriel di dimettersi dalla guida del partito a favore di Schulz è stata innegabilmente una scelta politica vincente, indipendentemente dal risultato elettorale. Il nuovo candidato ha infatti avuto un effetto positivo sull’elettorato tedesco facendo registrare un aumento degli iscritti fin dai primi giorni successivi alla sua candidatura, particolarmente tra i giovani nella fascia d’età compresa tra i 18-29 anni (+15% negli ultimi due mesi). La Spd non riuscirebbe però a raggiungere da sola il numero dei seggi necessario a governare, avendo quindi la necessità di formare una coalizione. Le recenti elezioni nel Saarland segnalano la possibilità di una coalizione rosso-rosso-verde con i Verdi e i Linke, sebbene al momento non siano venute dichiarazioni ufficiali in tal senso dallo sfidante della Merkel. Un senso di aleatorietà permane anche attorno al suo programma di governo, che verrà reso esplicito solamente in giugno in occasione di un congresso straordinario di partito. Per il momento, Schulz ha indicato il tema della giustizia sociale come centrale nella sua campagna elettorale. Non è possibile al momento fare alcun pronostico attendibile sui risultati elettorali. Bisognerà attendere almeno le elezioni nel Nordrhein-Westfalen del prossimo 14 maggio per avere un quadro più completo delle possibilità di partiti e candidati. Ad ogni modo, è già possibile delineare delle linee di discontinuità con le passate elezioni. La prima è rappresentata senz’altro dalla crescita della destra in Germania. Gli attacchi terroristici e la politica di accoglienza della Merkel hanno generato malcontento in un parte della popolazione che si vede rappresentata dall’AfD. Dovesse verificarsi un nuovo attentato di matrice islamica in Germania, la Merkel potrebbe anche uscire sconfitta dal confronto elettorale del prossimo autunno. Ciò non darebbe all’AfD la capacità di raggiungere la maggioranza, ma la sua influenza politica aumenterebbe senza dubbio. Ad ogni modo, dovesse uno qualsiasi dei due maggiori sfidanti vincere le elezioni, la presenza e l’importanza di Berlino a Bruxelles rimarrebbero a grandi linee immutate, essendo sancito in Costituzione l’impegno che il Paese deve assumere per la promozione dell’Ue. La Merkel e Schulz hanno però opinioni (leggermente) differenti sulla posizione che l’Ue deve assumere nei negoziati sulla Brexit, posizione che influenzerà l’Unione non solo per i prossimi due anni a venire, ma anche per le future relazioni con il Regno Unito una volta conclusi gli accordi.

(da www.affarinternazionali.it)

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