Londra - La determinazione del sesso nei mammiferi, e dunque nell’uomo, è definita dalla presenza di cromosomi sessuali: i maschi sono portatori di una coppia eteromorfica di cromosomi (XY) e le femmine hanno due cromosomi identici (XX). Uno specifico processo biologico detto di inattivazione del cromosoma X prevede la perdita di funzione di uno dei due cromosomi delle femmine: in questo modo si bilancia la quantità dei geni ereditati, evitando la sovraespressione dei loro prodotti (proteine) e la conseguente insorgenza di anomalie genetiche come la sindrome della tripla X, nota anche come trisomia X. Un nuovo studio, coordinato da Gian Gaetano Tartaglia del Dipartimento di Biologia e biotecnologie Charles Darwin della Sapienza in collaborazione con Phil Avner dell’European Molecular Biology Laboratory - Rome, Andrea Cerase del Queen Mary University of London e Mitchell Guttman del California Institute of Technology, ha analizzato il processo di inattivazione del cromosoma X e in particolare il ruolo della molecola di RNA chiamata Xist (X-Inactive-Specific-Transcript), il suo principale regolatore. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Structural & Molecular Biology. (9colonne)
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