Una delle più gravi tragedie dell'emigrazione italiana e una vera e propria strage sul lavoro. Quest'anno ricorre il 63esimo anniversario del disastro di Marcinelle: era l'8 agosto 1956 quando nella miniera di carbone Bois du Cazier, in Belgio, scoppiò un incendio, causato dalla combustione d'olio ad alta pressione innescata da una scintilla elettrica. L'incendio riempì di fumo tutto l'impianto sotterraneo, provocando la morte di 262 persone delle 275 presenti, di cui 136 italiani.
MATTARELLA: TUTELA DEI LAVORATORI PRINCIPIO IRRINUNCIABILE
“Nel giorno in cui si commemora il sacrificio del lavoro italiano nel mondo desidero riaffermare la più partecipe vicinanza ai familiari delle vittime di Marcinelle e degli altri tragici eventi che hanno coinvolto i nostri connazionali all’estero, morti o feriti sul lavoro, prestato in condizioni difficili, per un futuro migliore per le proprie famiglie”, afferma in un messaggio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “La tragedia di Marcinelle, in particolare, è parte della memoria collettiva dell’Italia e dei Paesi che ne furono colpiti – sottolinea il Capo dello Stato -. Il sacrificio di duecentosessantadue lavoratori, di cui centotrentasei connazionali, ci esorta a promuovere, oggi come in passato, migliori opportunità di lavoro e massime garanzie di sicurezza per tutti i lavoratori, in Italia, in Europa e nel mondo. La tutela di tutti i lavoratori e la incessante promozione dei loro diritti costituiscono principi di civiltà irrinunciabili per ogni Paese e sono un obiettivo fondamentale nel processo di consolidamento della comune casa europea e dell’intera comunità internazionale”.
SICUREZZA SUL LAVORO, MOAVERO: NORME VANNO RAFFORZATE
“E’ il 63° anniversario della tragedia della miniera di Bois du Cazier, a Marcinelle, in Belgio, dove perirono 262 minatori, l’8 agosto del 1956. Il disastro resta impresso nella memoria collettiva di noi italiani, perché i compatrioti che vi persero la vita sono stati 136, più della metà del totale. Un dramma terribile, con vittime di undici nazionalità diverse, di cui nove di paesi europei. Nel giorno della sciagura di Marcinelle, celebriamo ogni anno la Giornata nazionale del Sacrificio del Lavoro”. Così il ministro degli Affari esteri, Enzo Moavero Milanesi, in un messaggio in occasione dell’anniversario della tragedia di Marcinelle e della Giornata Nazionale del Sacrificio del Lavoro Italiano nel Mondo. “Una ricorrenza solenne e importante – la definisce Moavero - che rende omaggio ai tanti italiani, lavoratrici e lavoratori, che hanno onorato e onorano la nostra Patria, ovunque nel mondo, con il valore della loro opera e del loro ingegno, animati da dedizione e desiderio di affermarsi nei paesi in cui si trovano”. “Il mio pensiero particolare va, con commozione, a tutti coloro che sono caduti mentre lavoravano, durante l’adempimento di un nobile dovere e l’esercizio di un diritto basilare di ogni persona. Morire sul lavoro è un’eventualità tristissima che dobbiamo impegnarci a scongiurare con ogni mezzo. Per questo è necessario agire in via prioritaria, a livello nazionale, europeo e internazionale, per rafforzare il quadro normativo in materia di tutela della sicurezza e di prevenzione degli incidenti sul lavoro”, prosegue il titolare della Farnesina. “Non dimentichiamo che, proprio dopo quanto accadde a Marcinelle, l’Alta Autorità della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA), fondata cinque anni prima, iniziò ad affrontare anche le questioni relative alla sicurezza sul lavoro, in precedenza trascurate. Del resto, ancora adesso, nell’Unione Europea, l’effettiva attuazione di un quadro omogeneo e coerente di politiche sociali resta carente. Non per nulla continua a comparire fra gli obiettivi da conseguire nell’appena adottata Nuova Agenda Strategica UE 2019-2024 – continua il capo della diplomazia italiana -. Poiché l’Unione si trova alla vigilia dell’apertura di un nuovo ciclo di legislatura, penso sia davvero importante che le Istituzioni UE indichino, rapidamente, le iniziative che intendono portare avanti, scadenzate in un calendario preciso. Le idee e le dichiarazioni d’intenti abbondano, ma di rado sono state concretizzate. Sono convinto che occorra, invece, predisporre un efficace tessuto di normative europee che affrontino, in modo organico, i profili di rilievo sociale più urgenti e indispensabili a ridurre le non più accettabili, anacronistiche asimmetrie tra gli Stati UE”. In particolare, secondo Moavero “bisogna: procedere verso sistemi di assicurazione europei per gli infortuni e le morti sul lavoro e pervenire a una maggiore armonia nelle pronunce giurisdizionali nazionali in materia; garantire il reale livellamento delle ingiustificabili disuguaglianze di trattamento, salariale e previdenziale, fra chi lavora in paesi UE differenti, allineandosi alle migliori regole e prassi vigenti; offrire a tutti una protezione sociale adeguata e moderna; tutelare i più vulnerabili e affermare la parità sostanziale tra donne e uomini, anche nella retribuzione; strutturare un sistema europeo di incisivo supporto a chi non ha un lavoro o desidera una formazione in vista di una riconversione professionale, finanziato dal bilancio dell’Unione; continuare a promuovere un mercato del lavoro europeo equo, dinamico e inclusivo”.
MOAVERO AGLI ITALIANI ALL’ESTERO: FIERI DI VOI
“In questo intenso anno da Ministro degli Esteri, ho compiuto numerose missioni fuori dall’Italia e ho constatato l’immagine positiva di cui beneficiamo, grazie anche al grande apprezzamento e alla stima di cui godono tantissimi italiani che hanno lavorato e lavorano all’estero. Donne e uomini di cui siamo fieri, che hanno avuto e hanno il merito di arricchire le società in cui si sono inseriti con la loro attività, intellettuale e manuale”. Così il ministro degli Affari esteri, Enzo Moavero Milanesi, in un messaggio in occasione dell’anniversario della tragedia di Marcinelle e della Giornata Nazionale del Sacrificio del Lavoro Italiano nel Mondo. “Le nostre comunità all’estero, infatti, hanno sempre offerto un contributo fondamentale alla crescita del paese di accoglienza e giocano un ruolo cruciale nella conoscenza dell’Italia, della sua cultura e della sua identità in tutto il mondo. Bisogna riconoscere, con convinta gratitudine e rispetto, il loro inestimabile operato e soprattutto, mai scordarne i sacrifici”, afferma Moavero.
MOAVERO: ITALIANI ALL’ESTERO ARCHITRAVE DA POTENZIARE
“Cari Amici italiani, ovunque siate nel mondo, dovete essere consapevoli del contributo prezioso che, con il vostro lavoro operoso, fornite al lusinghiero capitale di immagine e reputazione della Patria. Rappresentate un essenziale architrave, un’infrastruttura di collegamento, che è nostro dovere potenziare e valorizzare. Siete un concreto ponte fra i vostri Stati di residenza e l’Italia. Così il ministro degli Affari esteri, Enzo Moavero Milanesi, in un messaggio in occasione dell’anniversario della tragedia di Marcinelle e della Giornata Nazionale del Sacrificio del Lavoro Italiano nel Mondo. “Nella speciale giornata dedicata a coloro che sul lavoro si sono sacrificati, fino all’estremo costo della vita, desidero indirizzarvi il saluto più sincero e un abbraccio fraterno. Grazie per l’apporto che quotidianamente offrite alla crescita della Repubblica”, conclude.
MOAVERO: LE COMUNITA’ ALL’ESTERO SONO FONTE DI ISPIRAZIONE
La tutela della sicurezza e la prevenzione degli incidenti sul lavoro sono “temi rilevanti e su ognuno l’Italia non può non dare il suo contributo propositivo alla riflessione e all’azione comune nelle sedi UE. Lo stiamo facendo da tempo, forti della nostra solida esperienza legislativa, operativa e culturale, corroborata dagli stimoli delle comunità italiane all’estero, una fonte preziosa di ispirazione e un esempio vincente di affermazione sociale ed economica”. Così il ministro degli Affari esteri, Enzo Moavero Milanesi, in un messaggio in occasione dell’anniversario della tragedia di Marcinelle e della Giornata Nazionale del Sacrificio del Lavoro Italiano nel Mondo. “Trovo che questo sia un modo tangibile per guardare avanti e stringerci al simbolo di Marcinelle in maniera fattiva e forte – afferma Moavero -. Lo dobbiamo a chi morì nella miniera 63 anni fa, al lacerante dolore dei famigliari, alle tante vittime sul lavoro. Lo dobbiamo alla Costituzione della Repubblica, che la battezza “fondata sul lavoro”.
CASELLATI: TRAGEDIA DELL’EMIGRAZIONE DA NON DIMENTICARE
“Il disastro di Marcinelle è stata una delle più tremende sciagure sul lavoro della storia dei popoli. Una disgrazia che portò via la vita di 262 persone, tra cui 156 nostri connazionali emigrati in Belgio con la speranza di potersi costruire una vita migliore. Un dramma dell’emigrazione che il nostro Paese non potrà mai dimenticare”. Lo ha detto il presidente del Senato Elisabetta Casellati ricordando la tragedia di Marcinelle dell’8 agosto 1956, causata da un incendio divampato nelle miniere di carbone Bois du Cazier. “Una memoria che va coltivata e tramandata a chi verrà dopo di noi, per non far cadere nell’oblio i sacrifici patiti da quelle generazioni che si sono sacrificate per costruire un mondo migliore” ha concluso.
CGIE: RICORDARE IL SACRIFICIO DEL LAVORO ITALIANO NEL MONDO
"La commemorazione della tragedia mineraria nel Bois du Cazier a Marcinelle, dove morirono 262 minatori (136 italiani), è un significativo appuntamento con la storia, che si rinnova a distanza di sessantatré anni per ricordare il sacrificio del lavoro degli italiani nel mondo. Nell'immaginario collettivo vuole essere un monito al limite del genio umano di fronte alla forza della natura. È sicuramente la metafora del valore della vita barattata con i sacchi di carbone necessari ad alimentare le economie dei paesi industrializzati dell'epoca industriale". Lo afferma Michele Schiavone, segretario generale del Cgie, in occasione del sessantatreesimo anniversario della tragedia mineraria di Marcinelle dell'8 agosto 1956 quando a causa di un incendio morirono 262 minatori, tra cui 136 italiani. "Nei prossimi anni in Europa, a causa dei mutamenti climatici, l'estrazione del carbone sarà bandita per essere sostituita su larga scala dalle fonti di energia rinnovabili e a basso impatto ambientale", afferma Schiavone. "Marcinelle resta, perciò, il simbolo della condizione umana capace di costruire il progresso per cambiare la propria condizione di vita, emanciparsi e affrancare le future generazioni dalle rinunce e dalla povertà, fattore di discriminazioni e di subordinazione sociale" prosegue il segretario generale del Cgie sottolineando che "quell'epoca e quelle storie costituiscono, oramai, un vero patrimonio composto da tanti capitoli della storia recente dell'Italia affidata agli studi accademici, che potranno valorizzare l'apporto culturale, sociale e economico composto anche dalle rimesse degli italiani all'estero, con le quali il nostro Paese era riuscito a progredire favorendo sviluppo, crescita economica e maggiore occupazione, calmierando l'esodo migratorio che, comunque, con la mobilità globale dei cittadini è ripreso in altre forme e con una preoccupante esposizione quantitativa".
CGIE: APPUNTAMENTO CON LA STORIA DELL’EMIGRAZIONE ITALIANA
L’8 agosto, ricorre l'anniversario del disastro minerario di Bois du Cazier, in Belgio. "E' la storia di tante storie di milioni di emigranti italiani trasferitisi all'estero in cerca di futuro. A loro il Consiglio generale degli italiani all'estero esprime gratitudine e riconoscenza serbando un nobile sentimento di fierezza". Così Michele Schiavone, segretario generale del Cgie, in occasione del sessantatreesimo anniversario della tragedia mineraria di Marcinelle dell'8 agosto 1956 quando a causa di un incendio morirono 262 minatori, tra cui 136 italiani. " Marcinelle è, per gli italiani all'estero, la storia di tante storie di milioni di emigranti italiani trasferitisi in Belgio e nei cinque continenti alla ricerca di lavoro, che il nostro paese non era in grado di offrire e li lasciò partire in treno e in nave con il solo biglietto di andata - prosegue Schiavone -. Per quella generazione di nostri connazionali la commemorazione vuol essere testimonianza di un mondo del lavoro fondato sulla forza fisica e sulla prospera salute, di mani agili o callose, di resistenza ai ritmi frenetici nelle miniere, nelle fabbriche e nei cantieri". Secondo il segretario generale del Cgie "ci sono volute diverse generazioni per risollevare le condizioni di vita di tante famiglie, che si sono adattate e integrate regalando il meglio dei loro sacrifici al paese ospitante e all'Italia".
CGIE: AFFRONTARE L’EMIGRAZIONE CON POLITICHE MIRATE
"L'emigrazione galoppante dei cittadini italiani va affrontata con politiche mirate, che il nostro governo dovrà mettere in campo alla stregua degli altri provvedimenti legislativi, favorendo il rientro dei nostri connazionali e frenando gli espatri". Lo afferma Michele Schiavone, segretario generale del Cgie, in occasione del sessantatreesimo anniversario della tragedia mineraria di Marcinelle dell'8 agosto 1956 quando a causa di un incendio morirono 262 minatori, tra cui 136 italiani. "I tempi sono cambiati ma l'Italia è confrontata con le difficoltà di sempre: il mondo del lavoro non riesce a soddisfare le esigenze della gente e l'emigrazione resta la valvola di sfogo", conclude Schiavone.
ZAIA RICORDA LE VITTIME VENETE: TENERE VIVA LA MEMORIA
"Quando parliamo di Marcinelle non possiamo dimenticare che i minatori in Belgio erano manodopera inviata in cambio di quintali di carbone per l'Italia: praticamente uomini barattati con materie prime, sulla base di precisi accordi. Quel giorno del 1956 il Veneto pagò quello scambio con cinque caduti. Li ricordiamo con affetto e riconoscenza perché sono il simbolo di un Veneto che, contrariamente a quello che qualcuno vuole far credere con scopi politici, ha conosciuto la povertà e il sacrificio e non è insensibile alle difficoltà altrui". In occasione del sessantatreesimo anniversario della tragedia mineraria di Bois du Cazier a Marcinelle, divenuto giornata dedicata al lavoro italiano nel mondo, il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ricorda i corregionali che, insieme ad altri 136 italiani, persero la vita: Giuseppe Corso da Montorio Veronese, Dino Dalla Vecchia da Sedico, Giuseppe Polese da Cimadolmo, Mario Piccin da Codognè, Guerrino Casanova da Montebelluna. "Erano lavoratori seri ed impegnati - aggiunge il Governatore - che affrontarono l'impossibile per garantire dignità alle loro famiglie. Come altre migliaia di Veneti, si fecero conoscere e rispettare perché nei paesi dove giunsero non andarono a bighellonare o riempire le carceri. Lavorarono duramente, portando benessere e sviluppo nel paese che li ospitava e in quello dove avevano lasciato affetti e radici". " Marcinelle è un simbolo che ci impone di tenere viva la memoria su questa tragedia - conclude il Presidente Zaia -. Un monito a non dimenticare tutta la storia della nostra emigrazione e, sulla strada di quello che è già un nostro preciso impegno, a garantire sempre maggior sicurezza nei luoghi di lavoro affinché nessuno debba più rischiare la vita nell'assicurare una vita dignitosa alla sua famiglia".
FEDERAZIONE PD BELGIO E ASSEMBLEA PD MONDO A MARCINELLE
“Il PD a Marcinelle non solo per commemorare i nostri lavoratori emigrati e morti in quella tragica mattina del 1956, ma anche per ribadire oggi che lasciare il proprio paese d'origine non può significare morire, in una miniera o sotto al mare. Una delegazione della Federazione del PD in Belgio, guidata da Nadia Buttini, vice-presidente dell’Assemblea PD estero, deporrà le corone della Federazione del PD Belgio e dell’Assemblea del PD Mondo al cimitero dei Caduti alla presenza delle autorità belghe ed italiane”. Così si legge in una nota congiunta dell’Assemblea Pd Estero e della Federazione Pd Belgio. “L'8 agosto del 1956 nella miniera di carbone del Bois du Cazier si è consumata una tragedia che ha coinvolto 236 minatori provenienti da 12 paesi diversi, dall'Europa e dal Nord Africa. Sono morti belgi, polacchi, olandesi, francesi, maghrebini e russi – continua la nota firmata da Lanfranco Fanti, segretario PD Belgio e Massimiliano Picciani, presidente Assemblea PD estero - L’Italia intera renda omaggio ai nostri 136 connazionali provenienti da molte regioni (abruzzesi, siciliani, friulani, sardi etc). Marcinelle rappresenta la più grande tragedia sul lavoro mai accaduta in Europa e anche uno spartiacque definitivo che ha convinto le autorità nazionali ed europee ad adottare finalmente standard più elevati di sicurezza sul lavoro”. “Come ha ricordato il nostro Presidente Mattarella non si può non riconoscere una triste similitudine con le tragedie che si verificano oggi non più sotto terra ma nel fondo del nostro mare Mediterraneo. È una colpevole ed inumana cecità. Spetta ai governi nazionali oggi impegnarsi con maggiore efficacia per fare fronte ad una grande e sempre attuale emergenza che é quella della migrazione. L’insegnamento e la memoria dei nostri caduti impone scelte coraggiose ispirate alla solidarietà piuttosto che respingimenti e barriere dettate da egoismi nazionalistici”.
SCHIRO’ (PD): SIMBOLO DELLA STORIA DEL LAVORO ITALIANO NEL MONDO
“Marcinelle è per tutti noi, anche se di generazioni lontane da quelle vicende, un richiamo forte del senso di liberazione che l’emigrazione ha avuto per milioni di persone, dello sfruttamento e dell’insicurezza a cui tanti sono stati sottoposti, della svolta in termini di sicurezza sociale che anche quelle tragedie hanno concorso a far maturare”. Così Angela Schirò, deputata del Pd eletta all’estero. “Chi veniva in miniera dalle campagne del Sud non aveva mai conosciuto questo tipo di lavoro, ma, allo stesso tempo, spesso non aveva conosciuto nemmeno una retribuzione salariale regolare, le protezioni assicurative, le ferie pagate, insomma le prerogative essenziali di un vero e dignitoso contratto di lavoro – afferma Schirò -. La tragedia del Bois du Cazier, la più grande di una serie purtroppo lunga di eventi che comportarono atroci perdite di vite umane, ha contribuito tuttavia ad una svolta nelle politiche di sicurezza sui luoghi di lavoro e nella costruzione di un welfare di modello europeo, che è stato storicamente uno dei più avanzati del mondo. Un esempio che i lavoratori, i sindacati ed alcuni stati hanno cercato di seguire per dare un segno profondo di giustizia a società in complessa evoluzione. In senso più lato, con verosimiglianza storica, essa è stato il punto di partenza di un processo di dialogo e di responsabilizzazione degli stati a livello europeo che ha portato, sia pure nel corso di un articolato processo, agli accordi e all’unità che hanno presidiato la pace del vecchio continente e consentito la mobilità entro i suoi confini”. “Dello spirito di Marcinelle, dunque, abbiamo ancora bisogno, oggi più che mai, per ricostruire il nostro profilo di civiltà umana e del lavoro e per ridare all’Europa quella funzione propulsiva nel mondo che è una garanzia per il nostro futuro e per lo stesso equilibrio mondiale. Una prova della profondità delle radici che l'emigrazione ha messo in Europa e del beneficio che ha recato e arreca al rapporto tra i governi e i popoli si è avuto anche nel recente incontro del gruppo interparlamentare Italia-Benelux con gli ambasciatori dei tre Paesi europei a Roma. I legami di amicizia e di collaborazione che uniscono i nostri Paesi, è stato ribadito, ci consentono di lavorare con comune impegno per rafforzare l’Europa dei popoli, dei diritti e della giustizia sociale”, conclude.
NISSOLI (FI): MEMORIA PER CAPIRE L’IMPORTANZA DELL’EMIGRAZIONE
L’8 agosto “ricorre l’anniversario della tragedia di Marcinelle, in Belgio. In quella tragedia mineraria del 1956 persero la vita duecentosessantadue minatori, tra cui centotrentasei italiani. La data di quella tragedia è diventata, dal 2001, la ‘Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo’ per ricordare e onorare l’importanza del lavoro che gli italiani hanno svolto e svolgono nel mondo”. Lo ha dichiarato la deputata di Forza Italia eletta all’estero Fucsia Nissoli Fitzgerald alla vigilia della “Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo”. “Marcinelle, oggi, quindi, rappresenta un simbolo, un luogo della memoria per tutti coloro che hanno perso la vita sui luoghi di lavoro, lontani da casa, e deve essere parte del nostro patrimonio culturale, assieme a Monongah, per farci comprendere i vari aspetti dell’emigrazione italiana nel mondo e le difficoltà incontrate dai nostri connazionali – afferma Nissoli -. Un simbolo che ci ricorda l’importanza dell’emigrazione affinché sappiamo inserirla pienamente nelle politiche elaborate per promuovere il nostro Sistema Paese e affinché sappiamo porre in essere politiche del lavoro sempre rispettose della dignità delle persone, di cui la sicurezza è premessa fondamentale”.
GARAVINI (PD): CELEBRARE IL SACRIFICIO DI CHI CERCA UNA VITA MIGLIORE
"A oltre sessant'anni di distanza, la tragedia di Marcinelle ha ancora molto da insegnarci. A partire dal rispetto verso quanti, allora come oggi, sono costretti da situazioni economiche avverse a cercare la propria strada in un altro Paese, accettando qualsiasi condizione. Quando accaduto l'8 agosto del 1956, con la tragica scomparsa di 262 minatori dei quali 136 italiani, è un monito per i tempi attuali. E ci ricorda che, non molto tempo fa, eravamo noi quelli che partivano in condizioni disperate. Proprio come chi si presenta oggi sulle nostre coste". È quanto dichiara la Senatrice PD Laura Garavini presenziando alla cerimonia per la commemorazione ufficiale della tragedia di Marcinelle in Belgio. "I connazionali emigrati nel dopoguerra lavoravano in situazioni proibitive e vivevano in alloggi di fortuna. Oggi per noi la mobilità è diventata un valore aggiunto – afferma la senatrice -. Una libera scelta di professionisti che desiderano accrescere le proprie competenze all'estero. Al tempo stesso, però, stiamo assistendo a un drammatico ritorno dell'emigrazione di massa, in particolare di giovani dal Sud. La commemorazione di Marcinelle sia occasione per una riflessione più ampia sul fenomeno migratorio, sullo spopolamento che sta subendo il Meridione e sui necessari incentivi per fermare questa emorragia e far rientrare quanti se ne sono andati perché costretti. E non per scelta". "La miniera del Bois du Cazier è stata teatro della più grande strage dell’emigrazione italiana. Commemorarla nella Giornata mondiale dedicata al sacrificio del lavoro degli italiani nel mondo è un dovere morale e un'occasione per accrescere la nostra consapevolezza civile. Rendendo omaggio ai minatori di Marcinelle, ricordiamo il sacrificio di quanti pagano con la vita il mancato rispetto della sicurezza nei luoghi di lavoro. Le morti bianche sono una piaga ancora troppo diffusa - conclude Garavini -. Che l'Europa non può e non deve permettersi".
UNGARO (PD): LA MEMORIA AIUTA AD AFFRONTARE IL SOVRANISMO
“In Belgio e in Italia le manifestazioni previste per commemorare le 262 vittime, di cui 136 italiani, che persero la vita nell'incendio della miniera di Marcinelle, l’8 agosto del 1956. Ogni anno in questa data ricorre anche la “Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo” per ricordare un’epoca in cui tanti sono emigrati in condizioni durissime in cerca di speranza e dignità: le stesse ragioni di chi oggi è spinto dalle guerre o dalla fame a emigrare verso l’Europa. Questo dovrebbe bastare a far capire a tutti quanto siano gravi e senza senso certi rigurgiti di razzismo che da tempo interessano il nostro Paese e aggravatisi con l’arrivo del Governo di Salvini”. Lo afferma Massimo Ungaro, deputato del PD eletto nella Circoscrizione Estero - Europa, ricordando la tragedia di Marcinelle al Bois du Cazier in Belgio. “Sull'emigrazione non si può poi non considerare che sono purtroppo ancora molti i nostri connazionali che decidono di lasciare la Penisola per formarsi o cercare lavoro e altre opportunità – prosegue Ungaro -. Da ultimo è necessario porre al centro la questione della sicurezza nei luoghi di lavoro: un tema importante e attualissimo che il PD sosterrà in Parlamento con forza e che sarà al centro del cantiere del nuovo centro-sinistra”.
CTIM: TUTELARE IL LAVORO SOTTO OGNI ASPETTO
“Altissimi sono stati i costi pagati dall’emigrazione italiana nel mondo”. Così i vertici del Ctim – Comitato tricolore italiani nel mondo (il Segretario Generale Roberto Menia e il Presidente Vincenzo Arcobelli) ricordano la tragedia di Marcinelle. E osservano: “Oggi più che mai il tema del rispetto del lavoro e delle regole della sicurezza sono al centro dell’attenzione generale, al fine di prevenire ulteriori incidenti che purtroppo, a distanza di tanti anni, accadono quotidianamente – proseguono -. Il lavoro deve essere tutelato sotto tutti gli aspetti. Numerosi sono gli episodi simili che ci fanno tornare alla mente il binomio italiani e incidenti sul lavoro: da Marcinelle a Monongah, da New York ad Adrian in Michigan tante famiglie sono state distrutte dal dolore per la perdita dei propri affetti”. Il Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo “partecipa commosso al ricordo dell’8 agosto, sottolineando che fu il nostro fondatore Mirko Tremaglia il promotore della legge della giornata del Sacrificio del Lavoro Italiano nel mondo. Un riconoscimento ed un atto dovuto nei riguardi dell’emigrazione italiana nel mondo”.
FAIM RICORDA MARCINELLE: SOSTENERE LE COMUNITA’ ALL’ESTERO
Il FAIM – Forum delle Associazioni italiane nel mondo – ricorda le vittime del disastro di Marcinelle, avvenuto l’8 agosto 1956, quando morirono 262 lavoratori di cui 136 italiani. “A quel tempo – si legge in una nota del FAIM - i nostri emigranti erano chiamati ‘musi neri’, vivevano nelle baracche dei prigionieri di guerra in condizioni disastrose e arrivavano in Belgio non per scelta, ma perché l’emigrazione era rimasta l’unica possibilità di sopravvivenza. Oggi come allora si continua a morire di lavoro in Italia e nel mondo, non per fatalità, ma perché spesso i profitti vengono prima della sicurezza dei lavoratori”. Il Forum delle Associazioni italiane nel mondo auspica quindi che “oltre alle iniziative per ricordare questo pezzo di storia della nostra emigrazione, le istituzioni italiane a tutti i livelli si impegnino per il sostegno alla nostra comunità emigrata e per mettere in campo scelte di politica economica che portino sviluppo e riequilibrio tra il nord e il sud Italia, che producano lavoro stabile e sicuro, per far sì che l’emigrazione interna ed esterna diventi una scelta tra le tante e non l’ultima occasione per sopravvivere e migliorare le proprie condizioni economiche”.
IN MOSTRA “L’ETA’ DEL CARBONE” PER RICORDARE MARCINELLE
Giovedì 8 agosto inaugura nella miniera del Bois du Cazier, presso la località di Marcinelle, vicino Charleroi (Belgio) l’installazione video-fotografica “L’età del carbone” realizzata da Fabio Caramaschi e Silvia Caracciolo. I due autori italiani, rispettivamente fotografo-regista e video producer-montatrice, raccontano attraverso 8 ritratti fotografici in pellicola polaroid in bianco e nero, 6 video ritratti su monitor e una video proiezione, l’incontro e le tracce dei minatori italiani sul territorio. Dopo l’inaugurazione di questo giovedì, l’esposizione - progettata e messa a punto in collaborazione con l’Istituto italiano di cultura di Bruxelles e con il Consolato italiano nella capitale belga - sarà visitabile fino a domenica 8 settembre, dalle ore 09:00 alle 18:00. La scelta di inaugurare l’esposizione l’8 agosto non è casuale: era proprio l’8 agosto del 1956, quando 275 uomini che scendevano nella profondità della miniera della località belga per andare al lavoro si trovarono coinvolti in un vasto incendio, che provocò la morte di 262 minatori di diverse nazionalità. Così si consumava quello che è poi passato alla storia come il ‘Disastro di Marcinelle’, in cui persero la vita anche diversi italiani. Al momento l’ex miniera è di proprietà della Regione Vallonia e di una associazione senza scopo di lucro “Le Bois du Cazier”, e grazie ai finanziamenti europei è divenuta ora un importante sito culturale del territorio belga di Charleroi.