VOTO ESTERO E TAGLIO DEI PARLAMENTARI: I NODI DA SCOGLIERE
“Voi e le comunità che rappresentate siete i testimoni dell’Italia nel mondo”. Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, apre il 3 luglio l’assemblea plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero (a Roma fino al 5 luglio) e rivolgendosi ai consiglieri riuniti alla Farnesina accende i riflettori sul ruolo degli italiani all’estero. Una comunità che sfiora i 6 milioni di cittadini, “il 10% della popolazione che vive nei confini del territorio della Repubblica”, ricorda il ministro degli Esteri, che è anche il presidente del Cgie. “Voi - prosegue Moavero - testimoniate la nostra italianità. Siamo coscienti che fuori dall’Italia siamo testimoni della patria, della lettura che le altre comunità danno della nostra Italia e molto della reputazione dell’Italia all’estero dipende dalle comunità che rappresentate”. Il Consiglio generale degli italiani all’estero è chiamato a rappresentare le istanze delle comunità che vivono fuori i confini nazionali, portando all’attenzione del Parlamento italiano problematiche e criticità. E’ quello che tenteranno di fare in questi 3 giorni di plenaria: sul tavolo i temi che più interessano le comunità italiane. Dalla promozione della lingua italiana nel mondo al rinnovo dei Comites, che si terrà nel 2020, fino ad arrivare alle due questioni che più infiammano il dibattito: la riforma del voto all’estero e il taglio dei parlamentari eletti fuori i confini nazionali. Sul primo punto il Cgie ha approvato lo scorso anno una proposta di riforma: da lì - era l’auspicio del sottosegretario agli Esteri, Ricardo Merlo - sarebbe dovuta partire la discussione. Il disegno di legge, a firma del senatore Vito Petrocelli, presidente della Commissione Esteri di Palazzo Madama, è stato depositato. “In tempi rapidi arriverà in Commissione Affari costituzionali e partirà l'iter per poterlo emendare e raggiungere soluzioni condivise che deriveranno soprattutto dai suggerimenti che arriveranno dal Cgie e dalla galassia delle associazioni, dei comitati e dei singoli cittadini che rappresentano gli italiani nel mondo”, ha detto Petrocelli intervenendo alla plenaria. Una riforma, sottolinea anche il titolare della Farnesina, che va portata avanti “con massimo rigore” in modo da “garantire, anche alla luce delle nuove tecnologie, la sicurezza del voto e un risultato che dissipi ogni tipo di nube”. Difficile prevedere i tempi dell’approvazione, ma - sottolinea Merlo a 9colonne - “preferisco prendere un po' più di tempo e allargare la partecipazione. Voglio sentire anche i partiti dell'opposizione, il Cgie che ha lavorato un anno” alla proposta di riforma, “gli eletti all'estero, e poi cercherò di fare una sintesi”. Più spinoso il tema del taglio dei parlamentari eletti all’estero: la riforma costituzionale, che riduce il numero dei parlamentari, coinvolge anche gli eletti fuori i confini nazionali che passerebbero dagli attuali 18 (12 deputati e 6 senatori) a 12 (8 alla Camera e 4 alla Camera). Cgie, Comites, associazioni, consulte, gli stessi eletti all’estero: sono tutti contrari alla riduzione: si tratta di una soluzione “imbarazzante - ribadisce Michele Schiavone, segretario generale del Cgie - e ci teniamo a farlo capire al governo”. Anche se, come ricorda Schiavone, la riforma è stata approvata alla Camera in seconda lettura e quindi non ci saranno altre modifiche.
CITTADINANZA: DAL CGIE PROPOSTE PER LA RIFORMA
Una riforma della cittadinanza che parta dal basso, che arrivi direttamente dal Cgie. È questa l'idea che unisce i consiglieri nel secondo giorno di assemblea plenaria (4 luglio), a partire dal nuovo presidente della commissione Diritti civili, politici e partecipazione del Consiglio, Fabrizio Benvignati. Per il momento, comunque, l'urgenza è quella di modificare il decreto sicurezza che ha introdotto delle restrizioni importanti che stanno creando problemi agli italiani all'estero. A partire dal riconoscimento della conoscenza della lingua italiana a livello B1, un livello giudicato troppo alto da diversi consiglieri del Cgie, e che comporta spese elevate per l'interessato. Il Consiglio, secondo Norberto Lombardi, deve chiedere la sostituzione "della certificazione B1 per chi fa domanda di cittadinanza italiana dall'estero con una più semplice richiesta di conoscenza di base". Problema sollevato anche dalla parlamentare eletta all'estero Francesca La Marca che oggi ha preso parte ai lavori del Cgie e che sulla questione linguistica ha presentato un emendamento al decreto sicurezza. Tra gli altri problemi c'è la questione dell'allungamento dei tempi di attesa per la cittadinanza che da due sono passati a quattro anni come segnalato dal consigliere Luigi Billè. Per Lombardi occorre intervenire al più presto prima che arrivino dall'amministrazione delle proposte tendenti al restringimento della platea dei richiedenti. "Come Cgie imponiamo qualche elemento di confronto e discussione" ha detto il consigliere di nomina governativa che propone dei passi avanti almeno sui problemi di "semplice soluzione" come quelli relativi alle "donne che hanno sposato uno straniero e che automaticamente hanno perso la cittadinanza" dal momento che su quel tema ci sono dei "pronunciamenti della Cassazione e della Corte costituzionale che rendono la questione trasparente".
IL CONSIGLIO GENERALE INSISTE PER CONFERENZA STATO-REGIONI-PA-CGIE
Dopo aver toccato il minimo storico in termini numerici, la rete diplomatico-consolare italiana nel mondo tornerà a crescere e lo farà in tempi brevi. E anche le rappresentanze degli italiani all’estero puntano a un maggior attivismo: il Consiglio generale per gli italiani all’estero, che ha concluso il 5 luglio la propria plenaria annuale, spinge infatti per una seconda assemblea da tenersi entro fine anno (o in alternativa nei primi mesi del 2020) e soprattutto per la convocazione, nel mese di novembre, di una conferenza Stato-Regioni-Province Autonome e Cgie. Renato Varriale, direttore generale per le risorse e l’innovazione della Farnesina, al Maeci ha tracciato un bilancio numerico degli ultimi dieci anni di gestione della rete diplomatica e consolare, spiegando che “sono stati fatti tagli dolorosi ma che al tempo erano inevitabili perché i costi erano diventati insostenibili. Oggi siamo in affaticamento ma probabilmente ritorneremo a funzionare in modo ragionevole con le nuove assunzioni”. Saranno infatti tra le 500 e le 600 le nuove unità che entreranno a regime a breve per far fronte a questa emergenza: faranno fronte soprattutto al vistoso calo del personale non diplomatico, con il -31 per cento che corrisponde a 1170 unità. Mi chiedo come abbiano fatto i miei predecessori a portare avanti le attività”. Sul personale a contratto “la situazione è un po’ più incoraggiante, in questi dieci anni i contrattisti sono diventati oltre 2000 anche grazie alle pressioni del Cgie. Li manderemo soprattutto in America del Sud per compensare le gravi carenze che esistono in quelle sedi, una ventina nei consolati britannici per far fronte al caso Brexit”. Parola poi al Cgie, che spinge da tempo sui due nuovi appuntamenti: “Non è possibile che in 10 anni non si siano ancora focalizzate le politiche del governo sugli italiani all’estero, che nel frattempo si sono raddoppiati. Per questo chiederemo con una mozione che venga istituita una seconda assemblea plenaria, per il quale devono venire stanziati i fondi necessari” sbotta il segretario generale Michele Schiavone. E’ la seconda metà di novembre la finestra individuata per lo svolgimento della conferenza Stato-Regioni-Province autonome-Cgie. “In ogni caso entro la fine di questa consiliatura la conferenza permanente vogliamo farla, il ministero ci deve sostenere nella preparazione di questa convocazione che deve essere effettuata dalla presidenza del Consiglio” ha detto Schiavone. In occasione dell’ultima giornata del Cgie, il direttore generale per gli italiani all’estero Luigi Maria Vignali ha illustrato ‘Mappamondo consolare’ “la nuova app, già scaricabile e online che dà ai connazionali tutta una serie di informazioni importanti su dove trovare servizi consolari, come farli e come ricordarsi di non far passare le scadenze". Si tratta di una novità “facile e divertente da usare e crediamo che possa essere uno strumento importante per avvicinare soprattutto i giovani connazionali all'estero ai nostri Consolati" conclude il direttore generale. In chiusura della sessione, il Cgie ha approvato una serie di ordini del giorno, alcuni dei quali riguardanti la delicata situazione in Venezuela: gli odg riguardano il sostegno alla pacificazione e alla rimozione delle sanzioni sull’importazione di medicinali e l’estensione del reddito di cittadinanza ai cittadini italo-venezuelani residenti in Italia.
MOAVERO AI CONSIGLIERI: SIETE TESTIMONI DELL’ITALIA NEL MONDO
“Voi e le comunità che rappresentate siete i testimoni dell’Italia nel mondo”. Così il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, rivolgendosi ai consiglieri del Consiglio generale degli italiani all’estero, riunito in plenaria alla Farnesina. “Voi - prosegue il ministro degli Esteri, che è anche il presidente del Cgie - testimoniate la nostra italianità. Ho vissuto 26 anni fuori dall’Italia e so cosa significa rimanere italiani anche fuori dal Paese”. “Siamo coscienti che fuori dall’Italia siamo testimoni della patria, della lettura che le altre comunità danno della nostra Italia, molto della reputazione dell’Italia all’estero dipende dalle comunità che rappresentate”. Il titolare della Farnesina ringrazia il Cgie in quanto “rappresenta la presenza della nostra Italia in terre vicine o lontane, in comunità di lunga data o recenti. I cittadini che rappresentate discendono dall’ emigrazione italiana che ha costruito grandi cose”.
MOAVERO: TAGLIO ELETTI ALL’ESTERO AVRA’ IMPATTO SULLE COMUNITA’
La legge sulla riduzione dei parlamentari - che coinvolge anche gli eletti all’estero - “ha un impatto su alcune situazioni che merita un’attenzione specifica, vale per le minoranze di lingue diverse dall’italiano e deve valere per le nostre comunità all’estero”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, aprendo alla Farnesina la plenaria del Consiglio generale degli Italiani all’estero. Moavero risponde a Michele Schiavone, segretario generale del Cgie, che ha ribadito la contrarierà di tutto il Consiglio generale in merito alla riduzione del numero dei parlamentari eletti all’estero che, secondo la riforma, passerebbe dagli attuali 18 (12 alla Camera e 6 al Senato) a 12 (8 deputati e 4 senatori). “Mi auguro - afferma Moavero - che nella dinamica parlamentare ci sia modo di tener conto di questo”. Quello del taglio dei parlamentari eletti all’estero è uno degli elementi “sui quali la nostra attenzione è massima”, conclude il titolare della Farnesina.
MOAVERO: IMPEGNO PER LA RETE DIPLOMATICA
Quello della rete diplomatico-consolare è “un tema sensibile. Abbiamo fatto quest’anno la riunione generale dei Consoli per sottolineare la sensibilità della Farnesina e mia personale verso l’attività dei consolati”. Così il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, aprendo alla Farnesina la plenaria del Consiglio generale degli Italiani all’estero. Nella maggior parte dei casi, spiega Moavero, “le ragioni per cui un consolato viene chiuso sono legate tristemente a questioni di carattere finanziario. Tocca a tutti gli Stati ed è doloroso” perché è “come chiudere un pezzo di Italia”. “Cerchiamo di fare il massimo - sottolinea il titolare della Farnesina - Merlo è impegnato su questo versante e ci sono stati notevoli miglioramenti”. “C’è sensibilità”, assicura il ministro degli Esteri ricordando “la funzione fondamentale” dei consoli.
VOTO ESTERO, MERLO: SENTIRE TUTTI E FARE SINTESI
“Spero di avere già alla fine di quest’anno tempi certi per l’approvazione”. Così a 9colonne Ricardo Merlo, sottosegretario agli Esteri, in merito al disegno di legge sulla riforma del voto all’estero, a firma del Presidente della commissione esteri, Vito Petrocelli, depositato al Senato. “Comunque - sottolinea Merlo - preferisco prendere un po’ più di tempo ma allargare la partecipazione. Voglio sentire anche i partiti dell’opposizione, il Cgie che ha lavorato un anno” alla proposta di riforma, “gli eletti all’estero, e poi cercherò di fare una sintesi”. “Ci sono anche criticità - ammette il sottosegretario agli Esteri - l’importante è la disponibilità anche di chi l’ha presentata per cambiare alcune questioni che credo siano importanti”.
MERLO: CONFERENZA STATO-REGIONI-PA-CGIE ENTRO IL 2019
“Convocheremo sicuramente la Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome-Cgie”. Lo ha confermato il sottosegretario agli Esteri, Ricardo Merlo, intervenendo alla 43esima plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, rispondendo agli appelli del segretario generale del Cgie, Michele Schiavone, sull’urgenza di convocare il prima possibile la Conferenza. Merlo, dopo aver confermato la piena disponibilità del ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Erika Stefani, ha ipotizzato che “possa essere convocata il 26 novembre o nella prima settimana di dicembre”.
MERLO: CARTA D’IDENTITA’ ELETTRONICA, LANCIO A SETTEMBRE A VIENNA
Sull’ammodernamento delle reti di comunicazione e gestione degli italiani all’estero su cui sta investendo il Maeci, è in “fase di ultimazione il progetto di emissione della Carta di identità elettronica (CIE) per i cittadini italiani iscritti all’Aire e residenti nei paesi dell’Unione europea. Il progetto sarà lanciato il prossimo 20 settembre a Vienna, per poi essere avviato poco dopo anche a Nizza e Atene”. Lo ha riferito Ricardo Merlo, sottosegretario agli Esteri, illustrando alcuni aspetti della Relazione di governo nel corso della 43esima Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero.
SCHIAVONE: ITALIANI ALL’ESTERO IMMAGINE DEL PAESE
“Incontri come questi sono fondamentali per sottolineare l’importanza della rete di italiani all’estero, anche perché molti di noi sono nati fuori dal paese”. Così Michele Schiavone, segretario generale del Cgie, nel corso dei lavori della 43esima Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. “È importante discuterne perché rappresentano l’immagine dell’Italia all’estero e al momento hanno raggiunto una quota non indifferente, ovvero 6 milioni di cittadini pari circa al 10% della popolazione totale” sottolinea Schiavone. Lo scopo di questa Assemblea Plenaria - ha aggiunto - è anche quello di “trasmettere al governo e al ministro degli Esteri, Enzo Moavero, alcune considerazioni elaborate dal Cgie” sulle attività degli italiani all’estero, sul ruolo dei corpi intermedi della rappresentanza all’estero e sulle prossime attività legislative. “Al termine di questa Asssemblea - ha aggiunto in conclusione al suo intervento - forniremo al ministro degli Esteri un documento che riassuma le nostre indicazioni sul tema”.
SCHIAVONE: GARANTIRE LA RAPPRESENTANZA
“La rappresentanza degli italiani all’estero da qualche tempo sta vivendo una fase difficile e di impasse”. Così il segretario generale del Cgie, Michele Schiavone, nel corso dei lavori della 43esima Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. “Di recente – prosegue Schiavone – è stata approvato alla Camera in seconda lettura un disegno di legge sulla riduzione dei parlamentari dai 18 (12 alla Camera e 6 al Senato) a 12”. Si tratta, sottolinea Schiavone “di una sistemazione imbarazzante e ci teniamo a farlo capire al governo oggi, anche perché siamo convinti che non ci sarà alcuna modifica di quella proposta di legge”. Da questa proposta di legge deriva, spiega il segretario, un forte “senso di difficoltà dal momento che un senatore, ad esempio, dovrebbe rappresentare oltre un milione di cittadini, anche a fronte di una evidente ripresa dell’emergenza della nostra emigrazione e senza politiche di freno del flusso emigratorio”. Secondo il segretario Schiavone, se “la rappresentanza non può esprimersi e riflettersi sul territorio non può essere funzionale”.
VOTO ESTERO, PETROCELLI: AL VIA RIFORMA, SARA’ PERCORSO CONDIVISO
La riforma del voto estero “è stata depositata, in tempi rapidi arriverà in Commissione Affari costituzionali e partirà l’iter per poterla emendare e raggiungere soluzioni condivise che deriveranno soprattutto dai suggerimenti che arriveranno dal Cgie e dalla galassia delle associazioni, dei comitati e dei singoli cittadini che rappresentano gli italiani nel mondo”. Lo ha detto il senatore Vito Petrocelli, presidente della Commissione Affari esteri di Palazzo Madama, intervenendo alla Farnesina alla plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero. Lo scorso anno si era detto che “si sarebbe partiti proprio dalla riforma perché era evidente la situazione di disagio quando più e più volte si è parlato di truffe e di schede fasulle. Questo - secondo Petrocelli - non fa bene all’immagine dell’Italia. Da lì siamo partiti perché questo veniva percepita in Italia come emergenza da regolare”. “Il Cgie ha riscontrato diverse criticità che sono state recepite e mandate al sottosegretario Merlo. Troveremo il modo di ascoltare tutte le voci e di arrivare a completare un percorso condiviso”, prosegue Petrocelli ricordando che si tratta di “un testo base”. Il presidente della Commissione Esteri del Senato sottolinea alcuni “punti di forza” della riforma: in particolare “il passaggio che cancella quella sciagurata decisione” di permettere anche ai non residenti all’estero di candidarsi fuori i confini nazionali.
PETROCELLI: A BREVE RIFORMA SULLA CITTADINANZA
“Come è stato circa un anno fa quando avevo promesso un testo di legge sulla riforma del voto estero e la promessa è stata mantenuta, ora vi faccio un’altra promessa: ci occuperemo a breve della legge sulla cittadinanza, un altro grande tema che il Cgie sottopone all’attenzione del parlamento”. Lo ha detto il senatore Vito Petrocelli, presidente della Commissione Affari esteri di Palazzo Madama, intervenendo alla Farnesina alla plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero (Cgie). La legge si occuperà del riconoscimento, dell’acquisto e della concessione della cittadinanza” che “sarà subordinata al superamento di un test. Dobbiamo equiparare la normativa a quella di quasi tutti i paesi dell’Ue”, afferma Petrocelli. Il senatore si sofferma su “un altro punto da strutturare” e cioè quello del “test di cittadinanza, probabilmente con due prove, una che proporrà l’esame della conoscenza della lingua e l’altra incentrata sulla conoscenza della cultura civica e dell’ordinamento istituzionale”. Secondo Petrocelli “è necessario verificare la persistenza di quei legami con la comunità italiana. Anche quello sarà un testo base su cui fare riflessioni. Non saremo arroccati su una posizione, ci aspettiamo delle critiche. Siamo consapevoli che questa legislatura su questi temi ha l’occasione di dare una svolta che le comunità italiane si aspettano da tanto tempo”.
VIGNALI (MAECI): IMPEGNO PER LE ELEZIONI DEI COMITES NEL 2020
Le prossime elezioni dei Comites “si devono tenere nella primavera del 2020, ci stiamo impegnando a fondo affinché questa importante scadenza venga mantenuta”. Lo ha detto Luigi Maria Vignali, direttore generale per gli Italiani all’estero del ministero degli Affari esteri, intervenendo alla Farnesina alla plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero (Cgie). “Abbiamo avviato una prima ricognizione sulla rete diplomatica - sottolinea Vignali - in modo da avere una realistica stima della spesa. Il nostro impegno è affinché siano elezioni partecipate. Vogliamo sia un successo”. Vignali sottolinea, in questo senso, “il forte impegno” per le elezioni dei Comites e auspica che “l’impegno coinvolga i rappresentanti dell’associazionismo italiano e soprattutto i giovani italiani all’estero”. Il direttore generale per gli italiani all’estero ricorda quindi il Seminario di Palermo, che si è tenuto ad aprile, e “l’entusiasmo dei giovani su cui l’associazionismo italiano può fondare il proprio futuro”. “Facciamo queste elezioni, coinvolgiamo gli italiani e soprattutto i giovani”, conclude Vignali.
VIGNALI (MAECI): A BREVE CARTA D’IDENTITA’ ELETTRONICA
“Fast It è uno strumento importante sempre più utilizzato. Introdurremo la possibilità di chiedere il codice fiscale attraverso Fast It: una funzionalità importante, un passo indispensabile per ottenere, a breve, la carta d’identità elettronica”. Lo ha detto Luigi Maria Vignali, direttore generale per gli Italiani all’estero del ministero degli Affari esteri, intervenendo alla Farnesina alla plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero (Cgie). “Avevo detto che sarebbe stata lanciata nell’estate di quest’anno e la promessa è stata mantenuta - ricorda Vignali -. Verrà sperimentata a settembre in tre sedi europee: a Vienna, dove avverrà la presentazione, Atene e a Nizza. Tre sedi non troppo grandi e molto vicine all'Italia, ma questo non significa che rimarremo in queste 3 sedi. Nell’arco di pochi mesi sarà estesa a tutta Europa”. “Le richieste - spiega Vignali - verranno raccolte dalle nostre ambasciate e consolati, trasmesse al poligrafico che trasmetterà per posta la carta d’identità a casa dei nostri connazionali all’estero”. Si tratta di “un processo su cui abbiamo investito energie e tempo e che vogliamo abbia successo”, conclude Vignali.
SERVIZI CONSOLARI, VIGNALI (MAECI) PRESENTA L’APP “MAPPAMONDO”
‘Mappamondo consolare’ è “la nuova app, già scaricabile e online che dà ai connazionali tutta una serie di informazioni importanti su dove trovare servizi consolari, come farli e come ricordarsi di non far passare le scadenze". Luigi Maria Vignali, direttore generale per gli italiani all’estero del Maeci, illustra a 9Colonne le potenzialità della nuova app della Farnesina “Mappamondo”, presentata il 5 luglio nel corso dell’ultima giornata di plenaria del Consiglio generale per gli italiani all’estero. “È una app – continua Vignali - che si attiva come tutte le app cliccando sui giusti rinvii e che consente, ad esempio, di scoprire per tempo come fare un passaporto, come rinnovare i documenti, come iscriversi all'Aire o anche semplicemente dove trovare il proprio Consolato di riferimento". Si tratta di una novità “facile e divertente da usare e crediamo che possa essere uno strumento importante per avvicinare soprattutto i giovani connazionali all'estero ai nostri Consolati" conclude il direttore generale.
Ecco il link per vedere l’intervista video di 9Colonne:
https://www.youtube.com/watch?v=B9cTrndTxQA
MANGIONE (CGIE): RISPETTARE LA RAPPRESENTANZA
“Il Consiglio generale degli italiani all’estero è a dir poco deluso dal fatto che sono state approvate in prima lettura una legge costituzionale e si sta dibattendo una legge ordinaria che rivoluziona completamente non solo l’esercizio del diritto di voto per gli italiani all’estero ma anche l’intero sistema della rappresentanza”. Così commenta a 9Colonne Silvana Mangione, vice segretario generale per i paesi anglofoni extraeuropei del Consiglio generale degli italiani all’estero, a margine della prima giornata di plenaria del Cgie, svoltasi il 3 luglio alla Farnesina. Nel corso della prima giornata, “si è dibattuto – prosegue Mangione - della possibilità di sollevare eccezioni costituzionali di qualche genere o quale iter di tipo giudiziario possiamo tentare di percorrere con la Corte Costituzionale per parlare delle criticità che emergono sia dalla legge costituzionale che ci riduce a una riserva indiana di quattro senatori e otto deputati a rappresentare un elettorato che è raddoppiato dalla prima volta che si è votato, mentre quello italiano è diminuito; sia dal fatto che si debba esercitare un’opzione - come richiedono alcuni paesi stranieri, ma che l’Italia non chiede ai suoi elettori - per poter accedere al diritto di voto e al suo esercizio”. Secondo il vice segretario generale del Cgie, è evidente “che c’è un’intenzione politica che non abbiamo compreso appieno e il nostro compito sarà cercare di chiarire perché e cercare di vedere in quale maniera si possono rispettare i diritti di uguaglianza, rappresentatività, partecipazione e libertà degli italiani residenti all’estero come cittadini di serie A e non di serie B” ha concluso.
Ecco il link per vedere l’intervista video di 9Colonne:
https://www.youtube.com/watch?v=N7OjKAJ5vXc
RETE DIPLOMATICA, VARRIALE (MAECI): BASTA TAGLIA, ORA 600 ASSUNZIONI
Dieci anni di tagli, “tanto che non so come i miei predecessori siano riusciti a lavorare”, ma oggi “vedo la luce in fondo al tunnel”. Renato Varriale, direttore generale per le risorse e l’innovazione della Farnesina, traccia un bilancio numerico degli ultimi dieci anni di gestione della rete diplomatica e consolare, spiegando – il 5 luglio alla plenaria del Cgie - che “sono stati fatti tagli dolorosi ma che al tempo erano inevitabili perché i costi erano diventati insostenibili. Oggi siamo in affaticamento ma probabilmente ritorneremo a funzionare in modo ragionevole con le nuove assunzioni”. Saranno infatti tra le 500 e le 600 le nuove unità che entreranno a regime a breve per far fronte a questa emergenza. Nelle sedi estere, spiega Varriale, “siamo arrivati al 15 per cento del personale totale. Un po’ perché l’età media è molto alta, 55 anni, un po’ anche per il peggiorare delle condizioni di sicurezza in alcuni paesi e anche perché chi va all’estero deve lavorare il doppio essendo di meno: di fatto non c’è ambasciata o consolato in cui non ci sono dei vuoti. Questo fa sì che la copertura sia allarmemente bassa”. Per quanto riguarda il numero dei diplomatici, in tutto 538, “tutto sommato la situazione è sotto controllo, abbiamo un numero regolare. La situazione è devastante per il personale non diplomatico, con il -31 per cento che corrisponde a 1170 unità. Mi chiedo come abbiano fatto i miei predecessori a portare avanti le attività”. Sul personale a contratto “la situazione è un po’ più incoraggiante, in questi dieci anni i contrattisti sono diventati oltre 2000 anche grazie alle pressioni del Cgie. Li manderemo soprattutto in America del Sud per compensare le gravi carenze che esistono in quelle sedi, una ventina nei consolati britannici per far fronte al caso Brexit”. Per quanto riguarda la rete in generale, “nel 2009 avevamo una rete di 238 sedi, oggi sono 212. Abbiamo dovuto sopprimere ambasciate e altre ne abbiamo aperte, abbiamo soppresso 31 uffici consolari ma abbiamo aperto qualche altro consolato. La rete purtroppo è quella che ha sofferto maggiormente i tagli, è stato un sacrifico doloroso ma all’epoca inevitabile. Ma vedo una luce per il futuro”.
CRETTI (CGIE): BENE INCONTRO CON CRIMI, RESTANO RISORSE ALL’EDITORIA
Soddisfazione è stata espressa dal Cgie dopo l'ultimo incontro tra la commissione Informazione del Consiglio e il sottosegretario all’editoria Vito Crimi. I consiglieri, ha spiegato il presidente della commissione Giangi Cretti durante l'assemblea plenaria, sono stati favorevolmente impressionati avendo preso atto "di un cambiamento sostanziale sulla stampa italiana all'estero” soprattutto rispetto alla posizione assunta a novembre scorso quando era emersa da parte del governo l'intenzione “di tagliare definitivamente i fondi all'editoria italiana all'estero”. Durante l'ultimo incontro “lo stesso Crimi - ha aggiunto Cretti - ha riconosciuto che la stampa italiana all'estero ha una sua specificità per cui è difficile inserirla nel percorso degli stati generali e che quindi prevede un incontro esclusivamente dedicato agli aspetti dell'editoria italiana all'estero” che “organizzeremo insieme tra settembre e ottobre, quindi prima della chiusura degli stati generali e prima che il governo presenti le sue conclusioni”. Per quanto riguarda le risorse, “con Crimi abbiamo parlato del fatto che le risorse verranno definite una volta che dal fondo per il pluralismo saranno tolte le risorse destinate, attraverso il ministero dello Sviluppo economico, alla Rai. Per quanto riguarda la parte che sarà di competenza del Dipartimento dell'editoria - ha spiegato ancora Cretti - il Dipartimento dovrà prima provvedere agli impegni con le convenzioni triennali”. A quelle spese si aggiungeranno poi “i costi (circa 24 milioni di euro, ndr) di una serie di servizi straordinari che sono al di fuori del contratto di servizio della Rai e che la Rai dovrebbe effettuare per le minoranze linguistiche. Da quelle rimanenze si prenderanno poi i 3 milioni destinati a Radio Radicale e le risorse destinate alla stampa italiana all'estero”. La commissione del Cgie per l'Informazione ha poi incontrato i dirigenti del Dipartimento Editoria, Iannnelli e Palamara, per discutere delle “criticità dovute all’entrata in vigore della nuova legge sull’erogazione dei contributi – ha detto ancora Cretti -. Ci hanno confermato che alcuni problemi ci sono ma che ci sarà anche una certa elasticità” da parte del Dipartimento. A loro, ma anche alla Camera e in Senato, i consiglieri Cgie hanno chiesto “che venga ripristinata la commissione che è stata abolita perché è una commissione con un valore insostituibile in termini di conoscenza. E noi – ha sottolineato Cretti - cercheremo di muoverci perché questo accada”.
INTESA ENIT-CGIE PER VALORIZZARE IL TURISMO DI RITORNO
Una collaborazione tra l’Ente nazionale per il turismo e il Consiglio generale degli italiani all’estero, che punti a valorizzare ancora di più il ruolo della nostra emigrazione per il cosiddetto “turismo di ritorno”, ma non solo. È la proposta che il nuovo presidente dell’Enit Giorgio Palmucci è venuto a presentare il 5 luglio nella giornata conclusiva dell’assemblea plenaria del Cgie alla Farnesina. “Riteniamo ci sia la possibilità di attrarre nuovi flussi dei turisti nei paesi in cui siete presenti - ha detto Palmucci - può essere molto importante collaborare con voi per comprendere aspettative e bisogni dei turisti, penso possa nascere una vera collaborazione”. Palmucci, in carica da appena un mese e mezzo, ha ricordato le 430 milioni di presenze annue di turisti in Italia, di cui il 50 per cento straniero “e in particolare l’11 per cento dei turisti dall’America vengono per motivi legati a una visita a parenti o amici, un dato molto importante”. Palmucci ha ricordato che “Enit conta 29 uffici nel mondo e prevediamo di aprirne altri 3 in Cina e negli Usa”. Il direttore generale per gli italiani all’estero della Farnesina, Luigi Vignali, ha commentato sottolineando “l’aumento costante dei flussi turistici e la collocazione geografica che va aumentando anche nel Nord Italia, mentre prima era legato soprattutto al Sud: è un fenomeno che si sta diffondendo e che conferma l’importanza delle nostre radici”. Vignali ha ricordato che il 25 settembre la Farnesina presenterà una guida al turismo delle radici e il 4 ottobre a Montreal si terrà un evento importante di presentazione delle Dolomiti, “davvero un momento importante per la promozione diretta all’estero”.
LA MARCA (PD): TAGLIO ELETTI ALL’ESTERO MANCA DI LUNGIMIRANZA
La riforma costituzionale che include la riduzione dei parlamentari eletti all’estero “manca di lungimiranza”. Così a 9Colonne Francesca La Marca, deputata del Partito democratico eletta all’estero, a margine della 43esima plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. “Come si può pensare di ridurre i parlamentari eletti all’estero da 18 a 12? - si chiede La Marca - Io, ad esempio, rappresento tutto il Nord e Centro America con 400 mila elettori, come si può pensare di svolgere un buon lavoro sul territorio andando dal Canada a Panama, con un deputato e un senatore?”. “Smettiamo di prenderci in giro: o si taglia la ripartizione estero o la si rappresenta in modo dignitoso. Così certamente non va” conclude la deputata.
NISSOLI (FI): SERVE RAPPRESENTANZA CREDIBILE
“Ribadisco la mia contrarietà al taglio dei parlamentari eletti all’estero: se questa riforma dovesse davvero andare in porto allora sarebbe meglio tagliare i rappresentanti eletti all’estero e lasciare la possibilità agli italiani all’estero di votare per i propri rappresentanti a seconda della regione di provenienza e potenziare la rete di Comites e Cgie”. Così Angela Fucsia Fitzgerald Nissoli, deputata di Forza Italia eletta all’estero, intervenendo alla 43esima Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. “Abbiamo bisogno di una rappresentanza credibile”, afferma Nissoli.
SCHIRO’ (PD): PLENARIA CGIE OCCASIONE DI DIALOGO
“L'assemblea plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, conclusasi oggi a Roma, si è confermata una preziosa occasione di approfondimento e dialogo su temi cruciali per gli italiani, quali la rappresentanza, il voto, la lingua e la cultura, la cittadinanza, il ruolo prezioso delle nuove generazioni, la situazione di estrema difficoltà della nostra comunità in Venezuela e altro ancora”. Lo afferma Angela Schirò, deputata del Pd eletta all’estero. “Nel corso dell’audizione presso il Comitato per gli italiani nel mondo della Camera dei Deputati, sono intervenuta per precisare al Presidente Billi che la nostra opposizione vuole essere costruttiva e non polemica – prosegue Schirò -. Sulla rappresentanza parlamentare, in particolare, è giunto il momento di lasciarsi alle spalle la sterile polemica proposta ogni volta dalla maggioranza sulla riforma costituzionale del governo Renzi e sul taglio dei senatori eletti all’estero. Quella riforma, che non è passata, era un’altra cosa. Oggi, richiamarla continuamente, è un penoso espediente per non parlare della riforma costituzionale di questo governo che taglia il numero dei parlamentari e, con essa, quello degli eletti all’estero che da 18 passano a 12. Si tratta, come abbiamo denunciato anche in sede parlamentare, di un concreto progetto di ridimensionamento della rappresentanza estera”. “Su questo tema, del resto, ho sempre sostenuto che i residenti all’estero sono cittadini di pieno diritto e che le diversificazioni, basate sulla residenza, tradiscono lo spirito e la lettera della Costituzione. Inoltre, una rappresentanza ridotta in ripartizioni grandi come continenti rende ancora più problematici i rapporti con l’elettorato e la partecipazione democratica di milioni di persone, inclusi i giovani e i lavoratori che hanno lasciato il nostro Paese in questi ultimi anni e che non vogliono perdere la possibilità di esercitare i propri diritti e il proprio protagonismo nella vita politica, sociale e culturale del nostro Paese”, prosegue. “Collegata alla riforma costituzionale – sottolinea Schirò - c’è poi la proposta di riforma del voto per gli italiani all’estero presentata dal sen. Vito Petrocelli (M5S), Presidente della Commissione Esteri di Palazzo Madama. È una proposta che ci preoccupa molto perché introduce problematiche su cui, mi auguro, si possa avviare una profonda riflessione comune. In particolare, reputo assolutamente grave l’introduzione dell’inversione dell’opzione per chi intenda votare all’estero e l’ineleggibilità dei membri dei COMITES e del CGIE. Tornando all’audizione, ho ribadito al Presidente Billi la mia preoccupazione per il clima di scarsa attenzione verso gli italiani all’estero, se non addirittura di ostilità, da parte di questa maggioranza. Tutti i provvedimenti più importanti, approvati fin qui, penalizzano in qualche modo gli italiani all’estero. Con questa maggioranza il dialogo, di fatto, non c’è. Faccio un esempio concreto. Quando, in una riunione del Comitato, ho chiesto al sottosegretario agli esteri informazioni sul futuro del fondo per la lingua e la cultura italiane, non ho ricevuto risposta. Qualche giorno più tardi quella risposta è arrivata non in una sede istituzionale, ma in un comunicato propagandistico contenente, tra l’altro, un'enorme falsità”. “Negli stessi lavori del CGIE, del resto, sono risultati evidenti ed espliciti la contrarietà alla riduzione per la rappresentanza parlamentare e l’allarme per una modifica del sistema di voto che, attraverso l’inversione dell’opzione possa portare a una caduta della partecipazione. Rimettendo in discussione una storica conquista. Circa l’introduzione dei Piani Paese per la lingua e la cultura, valuto positivamente il loro rilancio e la loro diffusione, a condizione che non cadano in modo burocratico dall'alto, ma siano il frutto di una vera e ampia partecipazione dei soggetti attivi sul campo”, conclude.
GIACOBBE (PD): SULLA RIFORMA DEL VOTO ESTERO E’ SCARICABARILE
Durante il suo intervento all’apertura della plenaria del Cgie, il 3 luglio alla Farnesina, il Senatore eletto all’estero Francesco Giacobbe ha toccato diversi argomenti. A tenere banco innanzitutto il testo della proposta di disegno di Legge sulle modifiche del voto all'estero a firma del Presidente della Commissione Affari Esteri ed Emigrazione del Senato, Vito Petrocelli. Giacobbe ha criticato la "retorica" sentita in sala conferenze: "Di riforma del voto all’estero si è sempre parlato e non si è mai concluso nulla: stavolta mi pare uno scaricabarile. È un’iniziativa parlamentare delle due forze di maggioranza, che contiene alcune posizioni giustificate da chi dice che meglio di così non poteva fare, visto che uno dei due partiti di maggioranza vuole proprio eliminare la Circoscrizione Estero. Proposte come l'inversione dell'opzione per votare e l'ineleggibilità per i componenti dei COMITES e del C.G.I.E. fanno diventare gli italiani all’estero cittadini di serie b. Che forse a un sindaco di un qualsiasi comune italiano viene impedito di candidarsi al Parlamento?". "Io sono a favore di una riforma che garantisca e salvaguardi il voto all'estero, una riforma che dovrebbe riguardare e ampliare la più alta partecipazione degli italiani all'estero non solo per le elezioni politiche, ma anche per le elezioni amministrative, regionali ed europee", ha detto Giacobbe. Il Senatore ha sottolineano che questi tipi di ragionamento derivano da "una visione distorta in Italia della realtà degli italiani nel mondo dove spesso prevale una visione romantica dell’emigrazione e non si tiene in considerazione le grandi potenzialità e le risorse non utilizzate". "Ma gli italiani residenti all'estero - ha continuato - malgrado tutto, il loro contributo lo hanno dato e lo danno in ogni caso; hanno permesso la diffusione del made in Italy, anzi direi che in alcune realtà lo hanno creato, hanno permesso a migliaia di aziende italiane di entrare in mercati nuovi"."Qualcuno crede che i pochi finanziamenti che ci danno bastino. Sono dei contentini. Non si considera che i contributi economici che vanno alle nostre Comunità sono investimenti. Questo paradigma dovrebbe essere inteso dall'Italia e dai suoi rappresentanti come una opportunità per proiettarsi nel Mondo, una proiezione del Sistema Paese". È per questo che il Senatore ha poi sostenuto che al Governo non si può dire "grazie per le elemosine. È un problema di cultura e mentalità". Sul prossimo rinnovo dei Comites e sulla prossima Conferenza Stato Regioni e C.G.I.E. ieri sono arrivate le rassicurazioni che si faranno. La speranza del Senatore è che per i Comites ci sia la più ampia partecipazione e che la Conferenza sia riempita di contenuti e obiettivi e soprattutto tracci la strada per il futuro. Il Senatore ha voluto ribadire che in questo contesto è indispensabile sostenere sempre di più sia i COMITES che il C.G.I.E. con risorse che permettano loro di portare avanti le attività e progetti di fondamentale importanza per le nostre Comunità. Il Senatore ha ribadito tutta la sua contrarietà alla riduzione della rappresentanza degli eletti all'estero anche se oramai appare una cosa fatta con pochissimo spazio di manovra parlamentare. Sul fronte del riacquisto della cittadinanza per le persone che per naturalizzazione nei Paesi di residenza l'hanno persa; "la soluzione è semplice, la riapertura dei termini per il riacquisto prevista nella legge del 1992. Ci vuole la volontà politica". Il senatore ha anche annunciato di aver presentato in Senato un disegno di legge per estendere fino a sei mesi la dovuta copertura sanitaria agli iscritti all’AIRE che vengono in Italia. Su lingua e cultura bisogna superare il concetto attuale per riconoscere che c’è nel mondo una domanda per lingua e cultura italiana. Imparare la lingua italiana e partecipare ad attività culturali sono il primo passo per generare interesse nell’Italia. Concludendo, Giacobbe ha assicurato la disponibilità a "lavorare insieme, anche dall’opposizione. Rivolgendosi ai Consiglieri del C.G.I.E. ha detto: facciamo squadra perché altrimenti, fra 12 mesi, non avremo più nulla".
FARNESINA, ALDERISI (FI): TARGA A TREMAGLIA ATTO DOVEROSO
Il 2 luglio alla Farnesina “si è svolto un evento emotivo che ha riunito molti di noi, quando è stata inaugurata una targa a Mirko Tremaglia in una sala” del Cgie, “anche se un po’ piccola rispetto alla grandezza dell’uomo e del ministro a cui è stata dedicata”. Così la senatrice di Forza Italia eletta all’estero, Francesca Alderisi, descrive a 9Colonne l’inaugurazione della targa dedicata a Mirko Tremaglia, ministro per gli italiani nel mondo dal 2001 al 2006 e fondatore del Ctim - Comitato tricolore per gli italiani nel mondo. Si è trattato di “un momento che ci ha unito tutti e che ci ha permesso di riflettere sulla battaglia, la passione, l’energia di questo grande uomo. Ci tengo a ribadire – prosegue Alderisi - che se mi sono innamorata e appassionata delle questioni che riguardano i nostri connazionali all’estero è anche perché ho avuto modo di conoscerlo in un periodo della mia vita e di intervistarlo diverse volte per Rai International”. Dal punto di vista della senatrice eletta all’estero, l’inaugurazione della targa “è stato un atto doveroso e probabilmente doveva avvenire anche prima, perché il Ministero degli Affari Esteri è stata la sua casa. È stato un ministro di un Ministero senza portafoglio in anni in cui si è combattuto in modo particolarmente energico per le questioni degli italiani all’estero” spiega Alderisi.
Ecco il link per vedere l’intervista video di 9Colonne:
https://www.youtube.com/watch?v=rR34-VHUvoI
CAMERA, AUDIZIONE CGIE: TENSIONE BILLI-SCHIAVONE
“Non verremo più in audizione fino a quando sarò presidente di questa consiliatura”. Così il segretario generale del Cgie, Michele Schiavone, ha chiuso il 4 luglio l’audizione di una delegazione del Comitato di presidenza del Consiglio generale degli italiani all’estero al Comitato permanente sugli italiani nel mondo e la promozione del sistema paese, presso la Commissione Esteri. Le parole di Schiavone nascono da un commento del presidente del Comitato, il deputato eletto all’estero della Lega Simone Billi, durante il quale ha espresso perplessità sull’efficacia della riunione per la ridondanza dei temi trattati dai componenti della delegazione, con principale imputato quella della riduzione del numero dei parlamentari eletti all’estero. “È come se lei avesse chiuso la porta a 6 milioni di italiani che vivono all’estero”, ha aggiunto Schiavone. I toni del botta e risposta sono rimasti comunque sempre pacati.
UNGARO (PD): IL GOVERNO NON E’ AMICO DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO
“È vergognoso che questo governo abbia ridotto le risorse per Comites e Cgie, al punto che potrebbe non essere possibile organizzare una seconda plenaria quest’anno. Non andavano in questo senso i nostri emendamenti nella legge di bilancio. Seppur con rispetto per le istituzioni, questa maggioranza non si sta dimostrando amica degli italiani all’estero”. Così Massimo Ungaro, deputato del PD eletto nella Circoscrizione Estero Europa, il 4 luglio durante l’audizione di una delegazione del Comitato di presidenza del CGIE al Comitato permanente sugli italiani nel mondo e la promozione del sistema paese, presso la Commissione Esteri.
BILLI (LEGA) RISPONDE A UNGARO (PD): DA GOVERNO EFFICIENZA E SINTESI
“In qualità di Presidente del Comitato per gli Italiani all’Estero è mia ferma intenzione far partecipare tutti gli organismi di rappresentanza degli Italiani all‘estero alle sedute in Parlamento. Tante e varie sono le tematiche affrontate da questo Comitato per risolvere crisi e problemi. Il Comitato ha anche in questo caso ascoltato con interesse ed attenzione le proposizioni dei membri del CGIE e verremo incontro anche a queste esigenze nei nostri prossimi atti parlamentari, come peraltro già fatto con la Carta di Identità Elettronica, la soluzione dei problemi delle scuole di italiano a Londra e Friburgo, il potenziamento della rete consolare, solo per citarne alcuni”. Così il deputato della Lega, Simone Billi, presidente del comitato per gli Italiani all’estero della Camera, rivolgendosi al deputato del Pd Massimo Ungaro. Il 4 luglio Ungaro aveva “condannato il comportamento” di Billi che – a detta del deputato dem - avrebbe “redarguito sui tempi e i modi di intervento i rappresentanti CGIE”. Durante l’audizione del Consiglio generale degli italiani all’estero Billi espresse perplessità sull’efficacia della riunione per la ridondanza dei temi trattati dai componenti della delegazione, con principale imputato quella della riduzione del numero dei parlamentari eletti all’estero. “L‘efficienza e la sintesi, che tu non apprezzi – afferma Billi rivolgendosi a Ungaro - sono esattamente quello che differenzia il Governo del Cambiamento dai precedenti Governi del Pd. Per la Lega Salvini Premier dare importanza agli italiani all’estero vuol dire anche evitare di ripetere gli errori che ha fatto il tuo precedente Governo di sinistra, che ha chiuso circa 35 rappresentanze tra Istituti italiani, Consolati e Ambasciate”.