Washington - Il gruppo della Nefrologia di Parma, diretta dal prof. Enrico Fiaccadori, ha presentato all’ultimo Congresso della Società Americana di Nefrologia a Washington, tenutosi nei giorni scorsi, numerosi lavori (dieci complessivamente), condotti anche sulla base di collaborazioni esistenti tra il Laboratorio di Immunopatologia Renale del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma e prestigiose istituzioni straniere quali la School of Medicine at Mount Sinai di New York, la Columbia University di New York e l’Università Johns Hopkins di Baltimora. Il Congresso della American Society of Nephrology, che ha visto la partecipazione di 13mila nefrologi provenienti da tutto il mondo, è il più importante Congresso di Nefrologia a livello mondiale, e rappresenta l’occasione più attesa dagli specialisti in campo nefrologico per fare il punto sui più recenti progressi nel campo della diagnosi e della cura delle malattie del rene. Gli studi presentati, sia sperimentali che clinici, spaziavano dalla nefropatia diabetica, alle malattie autoimmuni come LES e vasculiti, alle malformazioni renali, per arrivare al trapianto di rene. Ilaria Gandolfini e Marco Delsante, dottorandi di Ricerca al Dipartimento di Medicina e Chirurgia e Nefrologi presso la UO di Nefrologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, hanno trascorso parte del loro percorso formativo, rispettivamente, alla School of Medicine at Mount Sinai di New York nel laboratorio di Immunologia dei Trapianti e all’Università Johns Hopkins di Baltimora nel Dipartimento di Nefropatologia. Quest’anno hanno presentato i risultati del loro studio sulla correlazione tra un nuovo marcatore non invasivo di rigetto di trapianto renale, la chemochina urinaria CXCL9, e le lesioni istologiche del rigetto acuto mediato da cellule T nel trapianto renale.(9colonne)
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