Berlino - A dieci anni dalla Palma a Cannes Elio Germano con “Volevo nascondermi”, il film su Ligabue di Giorgio Diritti ha vinto l'Orso alla Berlinale. È un attore - scrive di lui il quotidiano Corriere della Sera - che dice “noi” e non “io”, lotta contro la retorica dell'”antidivo che vive in periferia” e la massificazione del gusto, cerca la verità nelle sue scelte. “È un momento bello per l'Italia, non è il remake di quello che si aspettano da noi all'estero, questo è un film coraggioso e non vuole somigliare a niente e nessuno”. “sono cresciuto in una famiglia del Molise non agiata - racconta Germano a Corriere della Sera- , frutto di emigrazione, Argentina, USA, Germania. Io sono il primo nato a Roma. La condizione era pesante e drammatica come quella di chi sbarca oggi: lo fai perché non riesci a mangiare a casa tua. Vengo da questo contesto e ne sono grato perché mi ha trasmesso certi valori. Ogni mio parente che arrivava in un posto lontano ne chiamava un altro. Io alla Berlinale ho fatto una dedica all'orgoglio degli immigrati. La povertà aiuta perché insegna che nel lavoro non c' è vergogna. Mio nonno diceva: sono i pensieri, non il lavoro, che ammazzano le persone”. (9colonne)
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