Lussemburgo - Il Coronavirus è arrivato anche in Lussemburgo.Le scuole sono chiuse dalla settimana scorsa e a partire da lunedì 16 marzo anche cinema, ristoranti bar. “Tra molti italiani qui nel Granducato, almeno sino a domenica scorsa, è serpeggiato un certo malumore e un certo disorientamento verso l’autorità governativa: i nostri grandi vicini, a cominciare dalla Francia e dal Belgio, stavano già prendendo misure restrittive circa la circolazione delle persone e le occasioni di assembramento, mentre qui non accadeva nulla, eccetto la chiusura delle scuole” spiega a 9Colonne Roberto Serra, italiano arrivato in Lussemburgo nel 2001, Manager del Personale presso una multinazionale americana operante nel settore tecnologico e molto impegnato nell’attività culturale e sociale della comunità italiane e allo storico circolo Eugenio Curiel. “Gli italiani di Lussemburgo – continua Serra – per molta parte costituiscono reti molto attive nella proposta culturale e associativa. Hanno in comune il desiderio di portare in questo cuore d’Europa il senso di una ‘italianità’ che sa integrarsi e allacciarsi con la realtà multiculturale e cosmopolita di questa area. E questo nel solco di una presenza storica radicata e rispettata dal milieu politico e culturale lussemburghese, e non solo lussemburghese”. “Invece ora tutto questo – constata amaramente Serra – deve essere messo, tristemente ma responsabilmente, in “stand by”: attività, proposte, incontri, rappresentazioni”. (9colonne)
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