Londra -I processi di crescita di un bambino durante i nove mesi di vita precedenti la nascita sono estremamente importanti per il suo sviluppo. Fattori di stress per la mamma durante la gravidanza o caratteristiche avverse per la crescita del feto possono esercitare un impatto significato sui percorsi di sviluppo dei primi anni di vita. Una delle complicazioni che può verificarsi nella vita antenatale è il ritardo di crescita intrauterino. Si tratta una specifica condizione medica in cui il feto non riceve un adeguato apporto nutritivo nelle epoche di sviluppo fetale prestabilite e non cresce come dovrebbe. Questo svantaggio iniziale nella crescita, quando si verifica, avviene in una fase davvero sensibile per lo sviluppo dell’organismo umano e in particolare per la maturazione del cervello. La ricerca pubblicata sul «Journal of American Medical Association - Pediatrics» (JAMA Pediatrics) dal titolo“Association of Intrauterine Growth Restriction and Small for Gestational Age Status With Childhood Cognitive Outcomes. A Systematic Review and Meta-analysis”, coordinata dalla Dott.ssa Chiara Sacchi del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell’Università di Padova e condotta in collaborazione con Alessandra Simonelli, Alessio Vieno e Claudia Marino dello stesso dipartimento, Silvia Visentin del Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino dell’Ateneo patavino e Chiara Nosati del King’s College di Londra, ha esaminato l’associazione tra ritardo di crescita intrauterina e funzionamento cognitivo lungo i primi 12 anni di vita. (9colonne)
(© 9Colonne - citare la fonte)