New York - Nell’imminenza dell’arrivo dei plichi elettorali agli italiani residenti all’estero per il voto referendario sul taglio dei parlamentari, la Senatrice Francesca Alderisi (FI), eletta in Nord e Centro America, ha voluto ribadire il suo appello al No alla modifica costituzionale. Alderisi, tra i firmatari che hanno richiesto il referendum sulla riforma del numero dei senatori (da 315 a 200) e dei deputati (da 630 a 400), in coerenza con il suo voto in Senato ha rimarcato le ragioni della sua posizione. L’eletta all’estero ha tenuto a evidenziare di non essere ostile alla riduzione dei parlamentari, quanto piuttosto a “un taglio lineare e al di fuori di qualsiasi disegno istituzionale che non sfiora in alcun modo i temi dell’efficienza del Parlamento, dell’autorevolezza della classe politica e del prestigio delle istituzioni che tuttavia si ha l’illusione di sanare con questa riforma”.Secondo la Senatrice, la modifica costituzionale “muove invece in direzione opposta, si limita a eliminare un terzo della rappresentanza parlamentare senza gli adeguati bilanciamenti, poggiando su basi culturali che vedono le istituzioni democratiche come molesti e superflui orpelli.” Il messaggio che viene “ingannevolmente diffuso - sostiene Alderisi - è che meno sono i parlamentari, migliore è il funzionamento delle Camere”. L’eletta all’estero ha infine osservato come la campagna d’informazione sulle ragioni del Sì e del No sia segnata, in modo particolare nella Circoscrizione Estero, dalle manifeste criticità causate dalla pandemia da Coronavirus. Criticità che, a detta della Senatrice, insieme all’accorpamento del voto referendario con quello per le elezioni regionali e comunali, “hanno impedito e impediscono un’adeguata informazione sulle ripercussioni della riforma ed espongono a seri pericoli soprattutto i nostri connazionali che vivono in aree ad alto rischio contagio da Covid-19”.(9colonne)
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