Il voto di povertà e il consiglio d’amministrazione di una banca, sono come il polo sud e il polo nord: difficile immaginare che si tocchino. Eppure se conosci Suor Giuliana Galli, ti devi ravvedere: a settantatre anni, e cioè tre anni fa, entra nel Consiglio di amministrazione della Compagnia di San Paolo, principale azionista del colosso bancario Intesa Sanpaolo, su indicazione dell’allora sindaco di Torino Sergio Chiamparino. I voti a ventitre anni, la banca dopo cinquanta, in mezzo c’è la sua vita. Suor Giuliana avrebbe sentito per la prima volta parlare di finanza e libero mercato dalla voce di Cesare Romiti, perché - si racconta - il manager della Fiat andava spesso in visita al Cottolengo, la comunità gestita da Suor Giuliana, e la vedeva all’opera, tra i malati, e deve aver immaginato che la stessa perizia e abilità dimostrata tra le corsie di quell’ospedale torinese, potesse essere spesa anche altrove. Ci vuole una persona che conosce i bisogni della gente, per mettere bene a frutto con spirito umanitario, i soldi dell’alta finanza. Ed ecco spiegato perché la religiosa si occupa di investire nel sociale gli utili che arrivano dal gruppo Intesa Sanpaolo. Ma questo “sociale”, che cos’è? Lo racconta lei stessa al Sole 24 Ore: “In passato l'Ufficio Pio, l'ente della compagnia che svolge da seicento anni un ruolo di ‘pronto soccorso sociale’, si dedicava alle cosiddette povertà vergognose, le nobiltà decadute. Oggi lavoriamo con le nuove povertà: i precari, i cassaintegrati, i lavoratori che non hanno i soldi per pagare il mutuo”. C’è un’altra tappa nella seconda vita di “sorella banca”, come viene facile chiamarla. Ad un certo punto fonda una Onlus, “Mamre”, che si occupa di assistenza psicologica ai migranti. Evidentemente le serve un finanziatore. Ne spunta uno tutt’altro che anonimo: “Giovanni Bazoli l'ho incontrato solo una volta, per chiedergli un contributo per Mamre. All'inizio mi vergognavo, poi mi sono detta che per i padri della Chiesa l'elemosina è restituzione... Allora gli ho scritto e lui mi ha risposto con una lettera bellissima, accompagnata da due libri in cui commenta parabole del Vangelo”. Che l’elemosina sia restituzione, è un concetto che scivola via se uno lo legge distratto: Bazoli restituisce non tanto la grana, simbolicamente, s’intenda, ma commenti alle parabole, è questo il terreno dello scambio. Se l’uomo offre aiuti alla suora, la suora offre spiritualità all’uomo. Non è una compravendita, è uno scambio: due metà così lontane che si incontrano. Leggendo di lei si viene a sapere che sta scrivendo un libro, la storia tratterà delle donne religiose durante la Seconda guerra mondiale. Spiega suor Giuliana che anche le suore parteciparono alla lotta di liberazione dai nazisti, e che nessuno lo sa, nessuno lo racconta. Ci penserà lei, che ancora combatte.
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